BARI - “La riduzione del 27 per cento del numero degli immatricolati in Puglia negli ultimi dieci anni non è solo un dato che deve farci riflettere, ma offre anche uno spaccato importante della nostra realtà alla quale occorre dare risposte concrete. Perché i nostri ragazzi non devono emigrare altrove per studiare e trovare lavoro”.
Lo dichiara il presidente della VI Commissione Lavoro e Formazione e consigliere regionale de La Puglia con Emiliano, Alfonso Pisicchio, commentando i dati della ricerca della Fondazione Res, curata dall’economista barese Gianfranco Viesti, che analizza la situazione degli atenei italiani da Nord a Sud. E per gli atenei pugliesi il quadro non è incoraggiante.
“I dati pugliesi – dice Pisicchio – fotografano una situazione inquietante e ci impongono una riflessione seria e costruttiva sull’intera offerta didattica e formativa. Non si tratta di semplice disaffezione verso lo studio e le università. Per questo sarebbe utile coinvolgere tutto il tessuto produttivo locale e permettere l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Solo le eccellenze pugliesi dei vari settori e distretti, come la meccanica, la meccatronica, il turismo, la cultura, il mondo delle start-up e della green economy possono dirci quali sono i profili formativi oggi realmente richiesti dal mondo del lavoro. E quali prospettive occupazionali hanno i nostri ragazzi onde evitare flussi migratori verso altre regioni”.
“Per tutte queste ragioni – annuncia Pisicchio – in qualità di presidente della VI Commissione consiliare ho intenzione di convocare intorno a un tavolo tutti i soggetti interessati: il mondo accademico, i rettori pugliesi e i rappresentanti di imprese e aziende. Come istituzioni – conclude – abbiamo il dovere morale di fermare questa continua emorragia.
Lo dichiara il presidente della VI Commissione Lavoro e Formazione e consigliere regionale de La Puglia con Emiliano, Alfonso Pisicchio, commentando i dati della ricerca della Fondazione Res, curata dall’economista barese Gianfranco Viesti, che analizza la situazione degli atenei italiani da Nord a Sud. E per gli atenei pugliesi il quadro non è incoraggiante.
“I dati pugliesi – dice Pisicchio – fotografano una situazione inquietante e ci impongono una riflessione seria e costruttiva sull’intera offerta didattica e formativa. Non si tratta di semplice disaffezione verso lo studio e le università. Per questo sarebbe utile coinvolgere tutto il tessuto produttivo locale e permettere l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Solo le eccellenze pugliesi dei vari settori e distretti, come la meccanica, la meccatronica, il turismo, la cultura, il mondo delle start-up e della green economy possono dirci quali sono i profili formativi oggi realmente richiesti dal mondo del lavoro. E quali prospettive occupazionali hanno i nostri ragazzi onde evitare flussi migratori verso altre regioni”.
“Per tutte queste ragioni – annuncia Pisicchio – in qualità di presidente della VI Commissione consiliare ho intenzione di convocare intorno a un tavolo tutti i soggetti interessati: il mondo accademico, i rettori pugliesi e i rappresentanti di imprese e aziende. Come istituzioni – conclude – abbiamo il dovere morale di fermare questa continua emorragia.