BARI - Nonostante i grandi passi compiuti in ambito scientifico, la cecità e diverse forme di disabilità continuano a compromettere la vita di tutti coloro che ne sono affetti. La questione diventa molto più critica e seria se considerata in contesti estranei al nostro. Non è difficile immaginare le grandi difficoltà che gravano su disabili e ciechi che abitano le regioni più povere del nostro pianeta. Fortunatamente, queste persone non sono abbandonate al loro destino, ma ricevono gli aiuti e il sostegno di gruppi e associazioni.
In particolare, oggi poniamo l'attenzione su CBM, la più grande organizzazione internazionale che opera per la tutela di queste fasce indifese, offrendo il proprio supporto nei Paesi del Sud del mondo, come Africa, Asia e America Latina. CBM International è presente anche nella nostra Nazione, dove CBM Italia Onlus è attiva dal 1908. Obiettivo primario? Costruire una società migliore, un luogo in cui le persone affette da disabilità abbiano la possibilità di vivere al meglio e sviluppare le proprie capacità. Un ruolo importante è ricoperto dalla sinergia di CBM Italia Onlus on i partner locali i quali, grazie al costante contatto, permettono l'accesso a servizi medico-sanitari, riabilitativi e rieducativi di massima qualità.
Per migliorare il proprio operato e per carpire l'opinione pubblica circa tematiche quali ingiustizia, disagio ed emarginazione sociale, CBM Italia Onlus ha incaricato AstraRicerche di condurre un'indagine. In soli cinque giorni - durante lo scorso maggio - sono state fatte oltre 1.500 interviste ed ecco un breve sommario di quanto raccolto. È stata stilata una sorta di classifica, contenente le Buone Cause per le quali è importante impegnarsi, in cui gli italiani piazzano al primo posto le categorie vulnerabili, composte da anziani, bambini, donne e disabili. Subito dopo troviamo i Paesi in Via di Sviluppo, dove serve contrastare povertà ed emergenze sanitarie. Infine, sempre sul podio, c'è la solidarietà, seguita dal desiderio di rendere la società un luogo migliore.
Come è facile notare, gli scopi benefici di CBM coincidono con quanto auspicato dagli intervistati, ma per assicurare una continua assistenza non bastano i propositi, perchè è pure necessario un adeguato sostegno economico. Come dichiarato nel sondaggio, molti cittadini non effettuano più donazioni per due motivi. Innanzitutto c'è la scure della crisi, che ha determinato l'inevitabile diminuzione dei redditi. In secondo luogo, però, si legge una particolare sfiducia nei confronti delle associazioni benefiche, che spesso mirano a suscitare pietà, piuttosto che a mostrare la volontà di cambiare le cose in senso positivo.
Per migliorare il proprio operato e per carpire l'opinione pubblica circa tematiche quali ingiustizia, disagio ed emarginazione sociale, CBM Italia Onlus ha incaricato AstraRicerche di condurre un'indagine. In soli cinque giorni - durante lo scorso maggio - sono state fatte oltre 1.500 interviste ed ecco un breve sommario di quanto raccolto. È stata stilata una sorta di classifica, contenente le Buone Cause per le quali è importante impegnarsi, in cui gli italiani piazzano al primo posto le categorie vulnerabili, composte da anziani, bambini, donne e disabili. Subito dopo troviamo i Paesi in Via di Sviluppo, dove serve contrastare povertà ed emergenze sanitarie. Infine, sempre sul podio, c'è la solidarietà, seguita dal desiderio di rendere la società un luogo migliore.
Come è facile notare, gli scopi benefici di CBM coincidono con quanto auspicato dagli intervistati, ma per assicurare una continua assistenza non bastano i propositi, perchè è pure necessario un adeguato sostegno economico. Come dichiarato nel sondaggio, molti cittadini non effettuano più donazioni per due motivi. Innanzitutto c'è la scure della crisi, che ha determinato l'inevitabile diminuzione dei redditi. In secondo luogo, però, si legge una particolare sfiducia nei confronti delle associazioni benefiche, che spesso mirano a suscitare pietà, piuttosto che a mostrare la volontà di cambiare le cose in senso positivo.