di VITTORIO POLITO - «Il Mosaico della Solidarietà che la Croce Rossa tesse quotidianamente non può non tener conto della memoria, dei sogni, dei desideri, di quei luoghi mentali di ciascun essere umano in cui il passato non ha ceduto il posto ancora al futuro. D’altra parte la nostra stessa Identità individuale somiglia ad un mosaico in divenire che ogni volta rimanda a un insieme, complesso e continuamente mutevole, di visioni del mondo».
Con queste parole la prof.ssa Santa Fizzarotti Selvaggi chiude la sua premessa al volume ‘Mediterraneo’, curato dalla Croce Rossa Italiana Comitato Regionale Puglia.
Nella prefazione la prof.ssa Maria Teresa Letta invita tutti gli operatori di Croce Rossa a unire i loro sforzi nell’unica prospettiva di aiutare tutte le persone – di ogni razza, popolo e lingua - a: “Vivere insieme, nel rispetto delle differenze”. Bene questa è la parte del volontariato: preziosa e insostituibile, ma la politica cosa fa, ha fatto e farà? Scriveva a maggio 2011 sul suo “Sud in Europa” il professore Ennio Triggiani: “L’ordine sparso con cui si sono mossi i Paesi dell’Unione Europea nella vicenda libica e nelle recenti migrazioni nord-africane rappresenta con evidenza solare il momento di crisi che attraversa il processo d’integrazione europea e soprattutto la prevedibile vacuità della sua Politica estera e di sicurezza comune”.
È passato un lustro e le stelle dell’Europa stanno ‘cronicamente’ a guardare e dopo aver detto viva la Croce Rossa, non possiamo scaricare la croce su questa nobile struttura e attendere che le stelle si illuminino di luce propria.
Nel volume l’intervento di Mons. Girasoli scalda il cuore quando afferma: “I diritti umani non sono negoziabili. Possiamo negoziare tutto, tranne che i diritti umani. Questo significa che impegnarsi a difendere e promuovere i Diritti Umani, significa sempre stare dalla parte giusta”.
Nel volume sono tante le considerazioni, tutte condivisibili e ben documentate, che hanno per tema il fenomeno ‘Migrazione’ e il Diritto Internazionale Umanitario: ecco il motivo per cui ho attinto dal prof. Ennio Triggiani e a lui mi ispirerò per le conclusioni.
Eleonora Attimonelli, Francesco Calò, Tommaso Del Cuore, Alessandra Diodati, Carmela Ferrandes, Francesco Fulgini, Nicola Lobosco, Antonella Molese, Annamaria Rivera e Giovanni Rocchi con passione e competenza ci parlano di sogno e speranza che non può essere ‘respinto’ seguendo le logiche della convenienza.
Annamaria Rivera nel parlarci della vita delle donne nello spazio del Mediterraneo ci racconta di primavere arabe sfociate in cupi inverni, con l’eccezione della Tunisia dove l’attivismo delle donne è stato determinante per far crollare il regime di Ben Ali. I dati statistici della Rivera ci riempiono il cuore di gioia quando afferma che Tunisi ha lo stesso tasso di natalità di Marsiglia e quando finalmente riscontra che nei paesi ‘arabi’ l’odiosa endogamia è in declino.
Come non si può non essere orgogliosi della nostra nazione quando il militare Francesco Calò dice ai propri uomini che stanno soccorrendo naufraghi: “Dite loro che siamo italiani, comprenderanno di essere salvi!”. Chapeau comandante.
Eleonora Attimonelli ci parla delle magnifiche Infermiere Volontarie e del motto: “Ama-conforta-lavora-salva”. Ennio Triggiani nel lontano 2011 chiudeva il suo articolo con un inno di speranza rivolto alle nuove generazioni: “L’unica speranza di sollevare il processo d’integrazione europea da un inevitabile declino è fondata sulle giovani generazioni che, pur alle prese con difficoltà enormi soprattutto per i profili occupazionali, sono comunque nate europee, hanno sostanzialmente usato quale moneta solo l’euro, hanno imparato anche con il programma Erasmus a circolare senza frontiere per il nostro continente”.
Di nuovo dal 2011 vi è che è diventata drammatica la situazione dei nostri giovani in relazione al problema lavoro e siamo nelle mani di volontari che portano il cuore rosso oltre l’ostacolo con gioia e non come una croce.
Il chirurgo Ferdinando Palasciano, senatore del Regno d’Italia, considerato uno dei precursori della Croce Rossa parlava di “…principio di neutralità dei combattenti feriti per tutto il tempo della loro cura e che si adottasse l’aumento illimitato del personale sanitario durante tutto il tempo della guerra”.
Non siamo per la guerra, ma non siamo neanche per la ‘PACE’ che tacita le coscienze e si tramuta in pace dei… sensi.
Con queste parole la prof.ssa Santa Fizzarotti Selvaggi chiude la sua premessa al volume ‘Mediterraneo’, curato dalla Croce Rossa Italiana Comitato Regionale Puglia.
Nella prefazione la prof.ssa Maria Teresa Letta invita tutti gli operatori di Croce Rossa a unire i loro sforzi nell’unica prospettiva di aiutare tutte le persone – di ogni razza, popolo e lingua - a: “Vivere insieme, nel rispetto delle differenze”. Bene questa è la parte del volontariato: preziosa e insostituibile, ma la politica cosa fa, ha fatto e farà? Scriveva a maggio 2011 sul suo “Sud in Europa” il professore Ennio Triggiani: “L’ordine sparso con cui si sono mossi i Paesi dell’Unione Europea nella vicenda libica e nelle recenti migrazioni nord-africane rappresenta con evidenza solare il momento di crisi che attraversa il processo d’integrazione europea e soprattutto la prevedibile vacuità della sua Politica estera e di sicurezza comune”.
È passato un lustro e le stelle dell’Europa stanno ‘cronicamente’ a guardare e dopo aver detto viva la Croce Rossa, non possiamo scaricare la croce su questa nobile struttura e attendere che le stelle si illuminino di luce propria.
Nel volume l’intervento di Mons. Girasoli scalda il cuore quando afferma: “I diritti umani non sono negoziabili. Possiamo negoziare tutto, tranne che i diritti umani. Questo significa che impegnarsi a difendere e promuovere i Diritti Umani, significa sempre stare dalla parte giusta”.
Nel volume sono tante le considerazioni, tutte condivisibili e ben documentate, che hanno per tema il fenomeno ‘Migrazione’ e il Diritto Internazionale Umanitario: ecco il motivo per cui ho attinto dal prof. Ennio Triggiani e a lui mi ispirerò per le conclusioni.
Eleonora Attimonelli, Francesco Calò, Tommaso Del Cuore, Alessandra Diodati, Carmela Ferrandes, Francesco Fulgini, Nicola Lobosco, Antonella Molese, Annamaria Rivera e Giovanni Rocchi con passione e competenza ci parlano di sogno e speranza che non può essere ‘respinto’ seguendo le logiche della convenienza.
Annamaria Rivera nel parlarci della vita delle donne nello spazio del Mediterraneo ci racconta di primavere arabe sfociate in cupi inverni, con l’eccezione della Tunisia dove l’attivismo delle donne è stato determinante per far crollare il regime di Ben Ali. I dati statistici della Rivera ci riempiono il cuore di gioia quando afferma che Tunisi ha lo stesso tasso di natalità di Marsiglia e quando finalmente riscontra che nei paesi ‘arabi’ l’odiosa endogamia è in declino.
Come non si può non essere orgogliosi della nostra nazione quando il militare Francesco Calò dice ai propri uomini che stanno soccorrendo naufraghi: “Dite loro che siamo italiani, comprenderanno di essere salvi!”. Chapeau comandante.
Eleonora Attimonelli ci parla delle magnifiche Infermiere Volontarie e del motto: “Ama-conforta-lavora-salva”. Ennio Triggiani nel lontano 2011 chiudeva il suo articolo con un inno di speranza rivolto alle nuove generazioni: “L’unica speranza di sollevare il processo d’integrazione europea da un inevitabile declino è fondata sulle giovani generazioni che, pur alle prese con difficoltà enormi soprattutto per i profili occupazionali, sono comunque nate europee, hanno sostanzialmente usato quale moneta solo l’euro, hanno imparato anche con il programma Erasmus a circolare senza frontiere per il nostro continente”.
Di nuovo dal 2011 vi è che è diventata drammatica la situazione dei nostri giovani in relazione al problema lavoro e siamo nelle mani di volontari che portano il cuore rosso oltre l’ostacolo con gioia e non come una croce.
Il chirurgo Ferdinando Palasciano, senatore del Regno d’Italia, considerato uno dei precursori della Croce Rossa parlava di “…principio di neutralità dei combattenti feriti per tutto il tempo della loro cura e che si adottasse l’aumento illimitato del personale sanitario durante tutto il tempo della guerra”.
Non siamo per la guerra, ma non siamo neanche per la ‘PACE’ che tacita le coscienze e si tramuta in pace dei… sensi.