Delio De Martino con “Letteratura italiana & pubblicità” continua il suo percorso con casa Levante

di VITTORIO POLITO - Dopo «Io sono Giulietta. Letteratura e miti nella pubblicità di auto» (2011) e «Dante & la pubblicità» (2013), Delio De Martino dedica anche questo nuovo libro «Letteratura italiana & pubblicità» al «campo affascinante della comunicazione pubblicitaria e, più in generale, del riutilizzo della tradizione letteraria italiana nelle immagini, nei manifesti, negli slogan e negli spot», come fa notare Daniele Maria Pegorari, nella Prefazione ricca a sua volta di spunti e suggerimenti.

La novità è infatti che se anche nella pubblicità la parte del leone l’ha fatta Dante, vi hanno, comunque, trovato spazio anche molti altri autori della letteratura italiana, da Francesco d’Assisi, Petrarca e Boccaccio a Leonardo da Vinci, Lorenzo e Leopardi, da Manzoni e D’Annunzio a frammenti di poesia novecentesca.

Il prediletto dai pubblicitari è il ‘Pinocchio’ di Collodi che, addirittura, risulta più utilizzato dello stesso Dante, anche se in quanto icona, piacevole, facilmente riconoscibile e pronta per la sua duttilità ad adattarsi alle più varie situazioni. Proprio Pinocchio conferma che il riuso di pagine celebri della letteratura italiana passa spesso attraverso il filtro delle nuove arti, specie il cinema, per esempio il Pinocchio di Walt Disney. A Pinocchio si ispirarono del resto le ‘pinocchiate fasciste’.

Il libro copre una lacuna ed offre un nuovo modernissimo approccio adottabile anche nella scuola per attirare gli studenti verso la gloriosa e impareggiabile letteratura che insieme ai beni culturali antichi e moderni rappresentano un grande patrimonio italiano.

La prima parte del volume è una raccolta di saggi di largo respiro con ricco patrimonio iconografico. La seconda raccoglie un ampio ventaglio di spot a volte difficili da trovare. Scorrono così sotto gli occhi decenni di caroselli e spot di più di mezzo secolo. I primi erano una specie di prologo alle trasmissioni della prima sera, gli altri ormai scandiscono a tutte le ore i programmi più disparati e persino i film.

Come ha scritto, con l’autorità che gli deriva da studi precisi e accurati, il professore  Pegorari, Delio De Martino è bravo a registrare anche dettagli eruditi come quello «dell’umanista Bartolomeo Sacchi detto il Platina (1421-1481), usato a sostegno della d.o.p. Parmigiano Reggiano, del cruscante e geografo Antonio Stoppani (1824-1891), che ‘prende in prestito’ da Dante il ‘bel paese’ (titolo di una sua guida illustrata) e lo ‘regala’ alla Galbani,  e del neoavanguardista Luigi Malerba (1927-2008) che ha scritto due serie di caroselli per l’Agip nel 1958».

Ancora un volume infrequente dell’originale serie “& Volumi fuori collana” prodotto dall’instancabile, tenace, irriducibile casa editrice Levante fondata da Mario Cavalli, da cui sembra aver preso la caparbia volontà che portò ‘Don Mario’' ad essere un simbolo di coerenza e di contagiosa umiltà nel campo editoriale, umiltà che mise al servizio di quanti allora erano fuori dal ‘coro’, oggi si direbbe dal ‘cerchio magico’.

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