di REDAZIONE - Sabato 5, domenica 6 e domenica 13 marzo, alle ore 20, il “Piccolo Teatro di Grumo Appula” riporta in scena, presso l’Auditorium della Scuola media Giovanni XXIII a Grumo, l’esilarante commedia in dialetto barese “U madremmònie de Celluzze” di Domenico Triggiani, nell’ambito della XIII Rassegna Teatrale “La Quercia d’oro”.
La vicenda è interpretata da dieci personaggi: la madre del promesso sposo (Jannine-Teresa Savino), alle prese con un figlio “da sistemare”, nonostante abbia un carattere un po’ difficile; il padre dello sposo (Beneditte-Luigi D’Alessandro), che si trova ad affrontare una difficile situazione che spesso è di forzata rinuncia a comprendere il carattere del figlio, con conseguente delega alla moglie per risolvere situazioni anche un po’ “scabrose”; i genitori della promessa sposa (Mechéle-Donato Minerva e Geditte-Annamaria Trerotoli), il primo, all’apparenza, uno iettatore, e l’altra una madre sempre pronta a coprire piccoli difetti della figlia, difendendola dal mormorìo della gente; il fratello della sposa (Giacchine-Enzo Iacovelli) e gli zii della stessa (Vastiane-Vito Pezzone e Feloméne-Giusy Rubino), tutti e tre disponibili a “dare una mano”, spesso pesante, che giustificano come “una santa crociata” per avere giustizia del ritardo con il quale lo sposo fa il “suo sacrosanto dovere”; la sposa (Leciétte-Graziano Di Santo), in un ruolo tra ingenuità e difetti, veri o falsi, allo scopo di provocare reazioni, a volte patetiche e a volte drammatiche negli altri personaggi; lo sposo (Celluzze-Francesco Cianciotta), che affronta un personaggio non facile, dimostrando inizialmente una finta ingenuità e, mano a mano che la matassa si dipana, riesce ad esprimere il suo vero carattere.
Tutta la vicenda è vissuta in presenza di un monaco (Don Felisce-Vincenzo Peragine) che “la sa lunga”, sempre pronto a “darsi da fare”, anche quando si tratta di affrontare situazioni che esorbitano dal suo “ministero”.
La regia è di Luigi D’Alessandro, vincitore nel 2014 del Premio “Domenico Triggiani” per il Teatro, istituito dalla Fondazione Greco-Istituto Italiano Nuove Proposte Culturali.
La riproposizione di una delle più fortunate commedie di D. Triggiani fa seguito al recente omaggio dell’Amministrazione comunale di Bariallo scrittore e drammaturgo barese scomparso il 25 dicembre 2005, con l’intitolazione alla sua memoriadel giardino del III municipio tra Via Napoli 369 e Strada San Girolamo.
La cerimonia si è svolta il 2 febbraio scorso, con l’intervento dell’Assessore alla Toponomastica Angelo Tomasicchio e alla presenza di numerose autorità civili, religiose e militari, nonché di giornalisti, registi, attori, parenti ed amici dello scrittore.
L’assessore - dopo aver ripercorso l’intensa e appassionata attività letteraria svolta da Triggiani nell’arco di quasi sessant’anni, durante i quali si è cimentato con tutti i generi letterari -, ha scoperto la targa e ha consegnato alla vedova Rosa Lettini e ai figli Camilla, Vincenzo e Nicola la copia pergamenata della delibera della Giunta Comunale del 14 maggio 2015, n. 330,con la quale, considerate “le grandi doti umani e culturali di Domenico Triggiani, benemerito della cultura barese, conoscitore e promotore della storia e delle tradizioni locali”, veniva ritenuta valida la proposta d’intitolazione.
Autore di numerose opere di saggistica e critica storico-letteraria (“Inchiesta sul teatro”; “Zoo letterario”; “Dizionario degli scrittori”; “Inchiesta sulla gioventù bruciata”; “Storia delle riviste letterarie d’oggi”; “Per la storia della letteratura italiana contemporanea”; “Guida storica artistica e turistica illustrata della Provincia di Bari”), Triggiani ha tuttavia dedicato la maggior parte della sua produzione letteraria al teatro italiano e dialettale.
Tra i tanti lavori portati sulle scene da varie compagnie teatrali, meritano di essere ricordati:“Papà, a tutti costi”; “Il dramma di un giudice” (trasmesso nel 1982 dalla RAI con la regìa di Luigi Angiuli); “Peccati di Provincia”; “Donne al potere” (rappresentato in prima assoluta al Teatro Petruzzelli di Bari nel 1983); “Come ti erudisco pupi e burattini”.
Dagli anni ’80, ha rivolto il suo particolare interesse al dialetto barese, con una serie di divertenti commedie che costituiscono ormai dei classici della “baresità” e che – come ha scritto Lino Patruno – ne fanno uno dei “cantori migliori” della città di Bari:oltre a “U madremmònie de Cellùzze”, vanno segnalati “Le Barìse a Venèzie”, “La candìne de CiannaCianne, All’àneme de la bonàneme!”, “No, u manecòmie no!”; “Che le sùrdeièmègghie a ièsse mute”; “U retòrne de GiacchìneMuràtte”.
Con la moglie Rosa Lettini, Triggiani ha scritto inoltre il primo romanzo storico-satirico in dialetto barese, “Da Adàme ad Andriòtte”, e i romanzi “Il virus del passato”, “Il giudice Pandis-Un’odissea nel tempo”, “In diretta dall’inferno”.
Numerosi i riconoscimenti ricevuti nella sua lunga carriera, tra i quali il “Diploma di Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte”, conferitogli dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel 1998; l’onorificenza di Grand’Ufficiale dell’Ordine “Al Merito della Repubblica italiana”; i Premi della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Prenotazioni ed info: tel. 338.9871426.
La vicenda è interpretata da dieci personaggi: la madre del promesso sposo (Jannine-Teresa Savino), alle prese con un figlio “da sistemare”, nonostante abbia un carattere un po’ difficile; il padre dello sposo (Beneditte-Luigi D’Alessandro), che si trova ad affrontare una difficile situazione che spesso è di forzata rinuncia a comprendere il carattere del figlio, con conseguente delega alla moglie per risolvere situazioni anche un po’ “scabrose”; i genitori della promessa sposa (Mechéle-Donato Minerva e Geditte-Annamaria Trerotoli), il primo, all’apparenza, uno iettatore, e l’altra una madre sempre pronta a coprire piccoli difetti della figlia, difendendola dal mormorìo della gente; il fratello della sposa (Giacchine-Enzo Iacovelli) e gli zii della stessa (Vastiane-Vito Pezzone e Feloméne-Giusy Rubino), tutti e tre disponibili a “dare una mano”, spesso pesante, che giustificano come “una santa crociata” per avere giustizia del ritardo con il quale lo sposo fa il “suo sacrosanto dovere”; la sposa (Leciétte-Graziano Di Santo), in un ruolo tra ingenuità e difetti, veri o falsi, allo scopo di provocare reazioni, a volte patetiche e a volte drammatiche negli altri personaggi; lo sposo (Celluzze-Francesco Cianciotta), che affronta un personaggio non facile, dimostrando inizialmente una finta ingenuità e, mano a mano che la matassa si dipana, riesce ad esprimere il suo vero carattere.
Tutta la vicenda è vissuta in presenza di un monaco (Don Felisce-Vincenzo Peragine) che “la sa lunga”, sempre pronto a “darsi da fare”, anche quando si tratta di affrontare situazioni che esorbitano dal suo “ministero”.
La regia è di Luigi D’Alessandro, vincitore nel 2014 del Premio “Domenico Triggiani” per il Teatro, istituito dalla Fondazione Greco-Istituto Italiano Nuove Proposte Culturali.
La riproposizione di una delle più fortunate commedie di D. Triggiani fa seguito al recente omaggio dell’Amministrazione comunale di Bariallo scrittore e drammaturgo barese scomparso il 25 dicembre 2005, con l’intitolazione alla sua memoriadel giardino del III municipio tra Via Napoli 369 e Strada San Girolamo.
La cerimonia si è svolta il 2 febbraio scorso, con l’intervento dell’Assessore alla Toponomastica Angelo Tomasicchio e alla presenza di numerose autorità civili, religiose e militari, nonché di giornalisti, registi, attori, parenti ed amici dello scrittore.
L’assessore - dopo aver ripercorso l’intensa e appassionata attività letteraria svolta da Triggiani nell’arco di quasi sessant’anni, durante i quali si è cimentato con tutti i generi letterari -, ha scoperto la targa e ha consegnato alla vedova Rosa Lettini e ai figli Camilla, Vincenzo e Nicola la copia pergamenata della delibera della Giunta Comunale del 14 maggio 2015, n. 330,con la quale, considerate “le grandi doti umani e culturali di Domenico Triggiani, benemerito della cultura barese, conoscitore e promotore della storia e delle tradizioni locali”, veniva ritenuta valida la proposta d’intitolazione.
Autore di numerose opere di saggistica e critica storico-letteraria (“Inchiesta sul teatro”; “Zoo letterario”; “Dizionario degli scrittori”; “Inchiesta sulla gioventù bruciata”; “Storia delle riviste letterarie d’oggi”; “Per la storia della letteratura italiana contemporanea”; “Guida storica artistica e turistica illustrata della Provincia di Bari”), Triggiani ha tuttavia dedicato la maggior parte della sua produzione letteraria al teatro italiano e dialettale.
Tra i tanti lavori portati sulle scene da varie compagnie teatrali, meritano di essere ricordati:“Papà, a tutti costi”; “Il dramma di un giudice” (trasmesso nel 1982 dalla RAI con la regìa di Luigi Angiuli); “Peccati di Provincia”; “Donne al potere” (rappresentato in prima assoluta al Teatro Petruzzelli di Bari nel 1983); “Come ti erudisco pupi e burattini”.
Dagli anni ’80, ha rivolto il suo particolare interesse al dialetto barese, con una serie di divertenti commedie che costituiscono ormai dei classici della “baresità” e che – come ha scritto Lino Patruno – ne fanno uno dei “cantori migliori” della città di Bari:oltre a “U madremmònie de Cellùzze”, vanno segnalati “Le Barìse a Venèzie”, “La candìne de CiannaCianne, All’àneme de la bonàneme!”, “No, u manecòmie no!”; “Che le sùrdeièmègghie a ièsse mute”; “U retòrne de GiacchìneMuràtte”.
Con la moglie Rosa Lettini, Triggiani ha scritto inoltre il primo romanzo storico-satirico in dialetto barese, “Da Adàme ad Andriòtte”, e i romanzi “Il virus del passato”, “Il giudice Pandis-Un’odissea nel tempo”, “In diretta dall’inferno”.
Numerosi i riconoscimenti ricevuti nella sua lunga carriera, tra i quali il “Diploma di Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte”, conferitogli dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel 1998; l’onorificenza di Grand’Ufficiale dell’Ordine “Al Merito della Repubblica italiana”; i Premi della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Prenotazioni ed info: tel. 338.9871426.
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Cultura e Spettacoli