L'Italia non si accontenterà di nessuna verità di comodo. Consideriamo un passo in avanti importante il fatto che le autorità egiziane abbiano accettato di collaborare e che i magistrati locali siano in coordinamento con i nostri. Ma proprio per questo potremo fermarci solo davanti alla verità. Non ci servirà a restituire Giulio alla sua vita. Ma lo dobbiamo a quella famiglia. E, se mi permettete, lo dobbiamo a tutti noi e alla nostra dignità". Sono le parole del premier Matteo Renzi nella sua E-news.
"Credo che il nostro sgomento sia quello dell'Italia intera, rispetto a infamanti depistaggi che si susseguono in questi giorni". Lo ha dicharato l'avvocato della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, ai microfoni di Radio 1 Rai.
"La cosa che ci ha colpito di più - ha aggiunto il legale - è l'insulto, la mancanza di rispetto non solo nei confronti di Giulio ma di tutto il Paese, delle istituzioni, come se potessimo accontentarci di queste menzogne". "Allo sgomento - ha concluso il legale - si unisce la soddisfazione e la fierezza di essere italiani e di avere il sostegno delle istituzioni, delle tante associazioni umanitarie e soprattutto dei cittadini. Questo - ha concluso Ballerini - per la famiglia di Giulio è molto importante".
Inquirenti e investigatori romani chiederanno alla polizia egiziana nell'incontro del 5 aprile di ricostruire ed approfondire l'iter che ha portato i documenti del giovane friulano nella disponibilità della persona presso la quale sono stati trovati. L'incontro si terrà a Roma così come concordato in occasione della trasferta al Cairo del procuratore Giuseppe Pignatone e del sostituto Sergio Colaiocco. Gli inquirenti hanno accertato come 'non riconducibile' a Regeni lo zainetto mostrato alla tv egiziana.
"Credo che il nostro sgomento sia quello dell'Italia intera, rispetto a infamanti depistaggi che si susseguono in questi giorni". Lo ha dicharato l'avvocato della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, ai microfoni di Radio 1 Rai.
"La cosa che ci ha colpito di più - ha aggiunto il legale - è l'insulto, la mancanza di rispetto non solo nei confronti di Giulio ma di tutto il Paese, delle istituzioni, come se potessimo accontentarci di queste menzogne". "Allo sgomento - ha concluso il legale - si unisce la soddisfazione e la fierezza di essere italiani e di avere il sostegno delle istituzioni, delle tante associazioni umanitarie e soprattutto dei cittadini. Questo - ha concluso Ballerini - per la famiglia di Giulio è molto importante".
Inquirenti e investigatori romani chiederanno alla polizia egiziana nell'incontro del 5 aprile di ricostruire ed approfondire l'iter che ha portato i documenti del giovane friulano nella disponibilità della persona presso la quale sono stati trovati. L'incontro si terrà a Roma così come concordato in occasione della trasferta al Cairo del procuratore Giuseppe Pignatone e del sostituto Sergio Colaiocco. Gli inquirenti hanno accertato come 'non riconducibile' a Regeni lo zainetto mostrato alla tv egiziana.
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