La richiesta italiana di far rientrare Salvatore Girone in patria è "inammissibile". E' quanto si apprende nelle Osservazioni scritte dell'India, depositate al Tribunale arbitrale il 26 febbraio scorso e rese pubbliche oggi in occasione dell'udienza sui marò all'Aja. "C'è il rischio che Girone non ritorni in India nel caso venisse riconosciuta a Delhi la giurisdizione sul caso", prosegue il documento. "Sarebbero necessarie assicurazioni in tal senso" dall'Italia, che finora sono state "insufficienti".
"L'Ue condivide la preoccupazione dell'Italia per una rapida soluzione della prolungata restrizione della libertà per i due marò" e l'India "sottolinea la necessità che sia resa la dovuta giustizia alle famiglie dei pescatori indiani uccisi". Lo si legge nella parte delle conclusioni del vertice Ue-India sui marò, trattata nella riunione tra il premier indiano Narendra Modi, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, il presidente della Commissione Jean Claude Juncker e l'Alto rappresentante Federica Mogherini.
Al via in queste ore all'Aja la prima giornata di udienza davanti al Tribunale arbitrale internazionale sulla richiesta italiana di far rientrare in patria il fuciliere Salvatore Girone, tuttora trattenuto in India, per tutta la durata del procedimento arbitrale sulla giurisdizione della vicenda che vede lo stesso Girone e Massimiliano Latorre accusati di aver ucciso due pescatori indiani al largo del Kerala, il 15 febbraio 2012. La sentenza è attesa tra circa 4 settimane.
Considerato che il procedimento arbitrale sul caso "potrebbe durare almeno tre o quattro anni", Girone rischia di rimanere "detenuto a Delhi, senza alcun capo d'accusa per un totale di sette-otto anni", determinando una "grave violazione dei suoi diritti umani". Per questo il Fuciliere "deve essere autorizzato a tornare a casa fino alla decisione finale" dell'arbitrato. Così l'ambasciatore Francesco Azzarello, agente del governo italiano, nell'udienza al Tribunale arbitrale che si è aperta stamani all'Aja.
"L'Ue condivide la preoccupazione dell'Italia per una rapida soluzione della prolungata restrizione della libertà per i due marò" e l'India "sottolinea la necessità che sia resa la dovuta giustizia alle famiglie dei pescatori indiani uccisi". Lo si legge nella parte delle conclusioni del vertice Ue-India sui marò, trattata nella riunione tra il premier indiano Narendra Modi, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, il presidente della Commissione Jean Claude Juncker e l'Alto rappresentante Federica Mogherini.
Al via in queste ore all'Aja la prima giornata di udienza davanti al Tribunale arbitrale internazionale sulla richiesta italiana di far rientrare in patria il fuciliere Salvatore Girone, tuttora trattenuto in India, per tutta la durata del procedimento arbitrale sulla giurisdizione della vicenda che vede lo stesso Girone e Massimiliano Latorre accusati di aver ucciso due pescatori indiani al largo del Kerala, il 15 febbraio 2012. La sentenza è attesa tra circa 4 settimane.
Considerato che il procedimento arbitrale sul caso "potrebbe durare almeno tre o quattro anni", Girone rischia di rimanere "detenuto a Delhi, senza alcun capo d'accusa per un totale di sette-otto anni", determinando una "grave violazione dei suoi diritti umani". Per questo il Fuciliere "deve essere autorizzato a tornare a casa fino alla decisione finale" dell'arbitrato. Così l'ambasciatore Francesco Azzarello, agente del governo italiano, nell'udienza al Tribunale arbitrale che si è aperta stamani all'Aja.
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