Grano: il Governo promette impegno ma non risponde sulla commissione unica nazionale di filiera

BARI - Dopo le manifestazioni al porto di Bari e la nuova fase di ribassi dei prezzi all’ingrosso del grano duro, i deputati 5 Stelle hanno richiesto con un question time, tenutosi in Commissione Agricoltura a Montecitorio, come il Ministero dell’Agricoltura si stia adoperando per sostenere il comparto. Dopo la sostanziale stabilità registrata nei mesi di ottobre e novembre 2015, la Borsa merci italiana ha evidenziato un crollo dei prezzi dovuto allo squilibrio tra domanda piuttosto contenuta da parte dell’industria molitoria ed ampia disponibilità di prodotto sul mercato, disponibilità destinata ad aumentare se si considerano le attese per il 2016 derivanti dalla crescita delle semine.

“L’organizzazione di filiera appare, dunque, indispensabile anche nel settore cerealicolo – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – sia per affrontare le sfide del mercato globale sia per negoziare con più forza con la parte industriale. Attualmente l’aggregazione della produzione agricola viene realizzata, infatti, da intermediari, ovvero soggetti terzi rispetto agli agricoltori che hanno scarso interesse a valorizzare sia qualitativamente che economicamente le produzioni, gestendo le relazioni con il mercato finale e i rapporti con l’industria per le produzioni cerealicole destinate alla trasformazione. Per questo – continua L’Abbate (M5S) – abbiamo chiesto se il Governo non ritenga urgente promuovere ogni strumento volto a favorire l’aggregazione nel settore, anche attraverso l’attivazione immediata di un tavolo di filiera e l’istituzione di una Commissione unica nazionale (Cun) per il mercato dei cereali, come previsto dal mio emendamento approvato alla legge 91/2015 e che attende i decreti attuativi ministeriali previsti”.

“Consapevoli delle necessità dei cerealicoltori negli ultimi anni abbiamo impegnato oltre 10 milioni di euro per la realizzazione di azioni concrete e specifiche per il settore cerealicolo – ha risposto il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione – Il Piano di settore è stato concordato nell’ambito dello specifico Tavolo di filiera dove le Organizzazioni presenti hanno cooperato nella definizione e nella realizzazione degli specifici interventi programmati: tra questi un ruolo importante è ricoperto dalla Rete Qualità Cereali” mentre “è in fase di predisposizione un decreto sui criteri di riconoscimento delle OP (Organizzazioni Produttori) che evidenzia un ruolo propulsivo per le forme organizzate del settore cerealicolo, richiamando il loro decisivo ruolo nelle relazioni contrattuali. In questo modo – ha concluso Castiglione – auspichiamo che gli operatori del settore possano creare una filiera molto più integrata dall’interno della quale conseguire risultati come la valorizzazione del prodotto nazionale, la sua qualificazione e soprattutto una stabilizzazione del prezzo”.

“Di queste ‘azioni concrete’, però, non ci risulta si siano avuti gli effetti sperati vista la crisi del settore mentre ci domandiamo quali siano gli altri ‘specifici interventi’ di cui parla il sottosegretario Castiglione – commenta Giuseppe L’Abbate (M5S) – Chiederemo dettagli sulla Rete di Qualità Cereali per la nascita di una rete professionale del settore e attendiamo di poter leggere il decreto annunciato. Nessuna risposta, invece, alla nostra richiesta sulla volontà di creare una Cun per il mercato dei cereali. Ricordiamo – conclude il deputato pugliese 5 Stelle – che in Italia sono circa 2 milioni gli ettari destinati al frumento duro e tenero e risultano sempre più necessari contratti di filiera che riescano a stabilizzare il prezzo tra produttori e filiera per equilibrare i rapporti di forza”.