MILANO - I pubblici ministeri di Milano Stefano Civardi e Mauro Clerici, titolari dell'inchiesta milanese sull'Ilva, hanno chiesto il fallimento di Riva Fire, la controllante del gruppo. Per discutere dell'istanza è stata fissata per il prossimo 25 marzo l'udienza davanti ai giudici della sezione fallimentare del Tribunale. Da quanto ha appreso l'agenzia Ansa i pm, nella loro istanza, hanno sostento che Riva Fire, che deteneva il 90% di Ilva, una volta perso questo asset, sarebbe rimasta una sorta di scatola 'vuota' praticamente oberata di debiti. In uno dei filoni di indagine sul gruppo è ipotizzato il reato di bancarotta. Indagati l'ex prefetto di Milano Bruno Ferrante, e alcuni componenti della famiglia Riva.
"Sarei felice se l'Ilva rimanesse italiana ma si vedranno le offerte e valuteremo le offerte migliori, quelle che garantiscono più sviluppo e più ripresa per l'occupazione da parte dell'Ilva". Così il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, partecipando a Bari al 'Viaggio nell'Italia che innova', organizzato dal Sole 24 Ore in collaborazione con E&Y. "Credo che in qualsiasi altro paese - ha aggiunto Delrio - non ci si vergognerebbe di dire che si mira a tenere l'Ilva italiana". "Francesi e tedeschi terrebbero la loro principale fabbrica siderurgica - ha concluso - e questa è anche una mia ispirazione".
"Sarei felice se l'Ilva rimanesse italiana ma si vedranno le offerte e valuteremo le offerte migliori, quelle che garantiscono più sviluppo e più ripresa per l'occupazione da parte dell'Ilva". Così il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, partecipando a Bari al 'Viaggio nell'Italia che innova', organizzato dal Sole 24 Ore in collaborazione con E&Y. "Credo che in qualsiasi altro paese - ha aggiunto Delrio - non ci si vergognerebbe di dire che si mira a tenere l'Ilva italiana". "Francesi e tedeschi terrebbero la loro principale fabbrica siderurgica - ha concluso - e questa è anche una mia ispirazione".