“La legge sugli ecoreati inizia a dare i suoi frutti: in Puglia il maggior numero di beni sequestrati”

TARANTO - Dall’entrata in vigore della legge  n. 68 del 29 maggio 2015, che ha introdotto nel nostro Codice penale il Titolo VI-bis dedicato ai delitti ambientali, e fino al 31 gennaio 2016,  sono 947 i reati penali e le violazioni amministrative accertati, 1.185 le persone denunciate e 229 i beni sequestrati per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro. Contestato in 118 casi il nuovo delitto di inquinamento e per 30 volte il disastro ambientale. La regione dove sono stati accertati più ecoreati è il Lazio (134), seguita dalla Campania (95) e la Toscana (73). Il maggior numero di sequestri è stato riscontrato in Puglia (28), seguita dalla Calabria (25) e dalla Toscana (22). Questi i dati raccolti da Legambiente, grazie alla collaborazione del Corpo forestale dello Stato, del Comando Tutela Ambiente dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza e delle Capitanerie di porto.

“La legge sugli ecoreati comincia a dare i suoi frutti” è il commento di Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto “Sono i numeri a dirlo:  reati contestati, beni sequestrati e persone denunciate dimostrano che con l’entrata in vigore della legge si è determinato l’avvio di una nuova stagione per il contrasto delle ecomafie. Questo avviene  grazie all’istituzione di nuovi delitti specifici da contestare, come l'inquinamento e il disastro ambientale, mentre fino a ieri magistrati e forze dell’ordine dovevano ricorrere ad articoli previsti per tutt’altro a partire dal getto pericoloso di cose, che a Taranto ben conosciamo. Hanno inciso anche il raddoppio dei tempi di prescrizione, le tecniche investigative e limiti di pena adeguati”

Dei risultati ottenuti con la legge sugli ecoreati e degli altri provvedimenti da approvare, parleremo a Taranto venerdì 1 aprile nel convegno organizzato da Legambiente “LA LEGGE SUGLI ECOREATI E I NUOVI STRUMENTI PER COMBATTERE ECOCRIMINALI ED ECOMAFIOSI” che si svolgerà a partire dalle ore 16.30 presso la Università degli Studi  “Aldo Moro” – Sede di Taranto nella Sala conferenze della ex Caserma Rossarol. Al convegno parteciperanno, tra gli altri, Luca Ramacci, Consigliere terza sezione penale della Corte di Cassazione  e, Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente.

E Stefano Ciafani, in  relazione ai dati raccolti  afferma  “I risultati dei primi 8 mesi di applicazione della nuova legge sugli ecoreati, fortemente voluta dalla nostra associazione, stanno dimostrando tutta l’efficacia del nuovo sistema sanzionatorio. Per rendere ancora più efficace il contrasto agli ecocriminali è ora fondamentale attivare una grande opera di formazione per tutti gli attori della repressione dei reati ambientali, a partire dai magistrati e dalle forze dell’ordine, procedere rapidamente alla costituzione di una grande polizia ambientale partendo dalle migliori esperienze maturate dall’Arma dei carabinieri e dal Corpo forestale dello Stato, e approvare una norma per snellire le procedure per abbattere le costruzioni abusive. A tal proposito va fermato il pericoloso Ddl Falanga, già approvato dal Senato e ora in discussione in Commissione giustizia della Camera, perché andrebbe in direzione opposta e fermerebbe gli abbattimenti messi in campo in questi anni dalle Procure della Repubblica sul territorio nazionale”.

La legge sugli ecoreati ha fornito un valido strumento operativo alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria per poter fermare gli eco criminali. Oltre all’inquinamento e al disastro ambientale, la legge prevede altri quattro delitti (morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento al controllo e omessa bonifica), una lunga serie di aggravanti (tra cui quelle contro l’ecomafia o i pubblici funzionari corrotti), misure molto drastiche come la confisca dei beni come per i mafiosi e sanzioni severe contro la responsabilità giuridica delle imprese.

Legambiente ha raccolto i dati relativi all'applicazione delle legge 68 nel periodo che va dal 29 maggio 2015 (giorno di entrata in vigore della norma) al 31 gennaio 2016. A fronte di 4.718 controlli effettuati, sono stati contestati 947 reati penali e violazioni amministrative, con 1.185 persone denunciate e il sequestro di 229 beni per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro.

Le prescrizioni (previste per i reati minori che non hanno arrecato danno o pericolo di danno all’ambiente, con un meccanismo di estinzione della pena, che prevede la messa in regola dell’attività in tempi prestabiliti e il successivo pagamento delle sanzioni) hanno riguardato ben 774 reati contravvenzionali con la denuncia di 948 persone e 177 sequestri per un valore di 13,2 milioni di euro.

Particolarmente significativo, vista la complessità delle indagini e la brevità del periodo considerato, è il dato relativo ai casi di applicazione del delitto di inquinamento ambientale (art. 452 bis), che sono stati ben 118, con la denuncia di 156 persone e 50 sequestri, per un valore di oltre 10,6 milioni di euro. Da sottolineare anche le 30 contestazioni di disastro ambientale (art. 452 quater), con la denuncia di 45 soggetti, gli 11 casi di impedimento al controllo (art. 452 septies), i 12 casi di delitti colposi (art. 452 quinques) e le 2 ipotesi di delitto di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale (art. 452 ter).

A livello regionale è il Lazio è la regione dove si è concentrato il più alto numero di contestazioni della legge 68, ben 134, con 121 denunce e 17 sequestri; subito dopo spicca la Campania (95), dove si registra il maggior numero di persone denunciate, 137; al terzo posto figura la Toscana (73), seguita da Umbria (68), Emilia Romagna (67), Puglia (62), e Lombardia (58). Il maggior numero di sequestri è stato riscontrato in Puglia (28), seguita dalla Calabria (25) e dalla Toscana (22).

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