LECCE - L’iniziativa della CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane “Per una nuova primavera delle Università”, in programma in tutte le Università italiane lunedì 21 marzo 2016 con l’obiettivo di «riaffermare il ruolo strategico della ricerca e dell’alta formazione per il futuro del Paese» vedrà anche a Lecce un momento di discussione e di confronto interno ed esterno al mondo accademico. Mentre in mattinata il Rettore dell’Università del Salento Vincenzo Zara prenderà parte a un’iniziativa regionale che si svolgerà presso il Politecnico di Bari (programma:http://www.crui.it/la-nuova-primavera-delle-universita-pugliesi.html, diretta streaming su http://webtv.poliba.it/aulamagna), nel pomeriggio a Lecce una manifestazione pubblica si svolgerà in piazza “Angelo Rizzo” (Porta Napoli) a partire dalle ore 16 (in caso di maltempo, la manifestazione si svolgerà nell’aula magna di Palazzo Codacci-Pisanelli). Tra coloro che prenderanno la parola, un ruolo centrale sarà svolto dai precari e dalle precarie della ricerca (ricercatori a tempo determinato, assegnisti e dottorandi), che racconteranno la propria biografia umana e intellettuale e faranno emergere così dall’anonimato le difficoltà incontrate concretamente ogni giorno, spesso per anni, in un sistema universitario che rischia ormai d’essere incapace di costruire futuro per i giovani talenti e per la collettività. La manifestazione gode del patrocinio del Comune di Lecce.
«Dal 2008 il sistema universitario italiano è soggetto a tagli lineari e progressivi delle risorse. Con questa “Primavera delle Università” il sistema universitario vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica le conseguenze nefaste di questa scelta politica trasversale. All’Università del Salento abbiamo scelto di farlo dando voce a coloro che dovrebbero essere il nostro futuro», sottolinea il RettoreVincenzo Zara, «che dovrebbero davvero rappresentare la “primavera” nostra e del paese, ma che invece vivono una condizione di incertezza ormai inaccettabile. Come sottolineato anche a livello nazionale, i tagli continui al fondo di finanziamento ordinario e l’assenza di un convinto investimento pubblico e privato nella ricerca e nell’alta formazione universitaria hanno determinato l’impossibilità di avviare nuovi percorsi di ricerca e di alta formazione, di investire in servizi e attività per gli studenti e nell’internazionalizzazione, di valorizzare il contributo della struttura tecnica e amministrativa. Ma soprattutto hanno significato il congelamento delle carriere e delle opportunità di crescita professionale, una condizione retributiva che disincentiva i migliori a restare e allontana i giovani talenti e gli studiosi stranieri, l’indebolimento del già precario e fragile diritto allo studio che sta riducendo iscritti e laureati. Manca una programmazione seria e credibile e, a monte, una visione del futuro, e questo genera un clima di grande incertezza e di sfiducia, soprattutto nei più giovani. Il valore e la competitività scientifica delle nostre Università sono rimaste forti, paradossalmente, anche e soprattutto grazie al brillante lavoro dei più giovani.
«Dal 2008 il sistema universitario italiano è soggetto a tagli lineari e progressivi delle risorse. Con questa “Primavera delle Università” il sistema universitario vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica le conseguenze nefaste di questa scelta politica trasversale. All’Università del Salento abbiamo scelto di farlo dando voce a coloro che dovrebbero essere il nostro futuro», sottolinea il RettoreVincenzo Zara, «che dovrebbero davvero rappresentare la “primavera” nostra e del paese, ma che invece vivono una condizione di incertezza ormai inaccettabile. Come sottolineato anche a livello nazionale, i tagli continui al fondo di finanziamento ordinario e l’assenza di un convinto investimento pubblico e privato nella ricerca e nell’alta formazione universitaria hanno determinato l’impossibilità di avviare nuovi percorsi di ricerca e di alta formazione, di investire in servizi e attività per gli studenti e nell’internazionalizzazione, di valorizzare il contributo della struttura tecnica e amministrativa. Ma soprattutto hanno significato il congelamento delle carriere e delle opportunità di crescita professionale, una condizione retributiva che disincentiva i migliori a restare e allontana i giovani talenti e gli studiosi stranieri, l’indebolimento del già precario e fragile diritto allo studio che sta riducendo iscritti e laureati. Manca una programmazione seria e credibile e, a monte, una visione del futuro, e questo genera un clima di grande incertezza e di sfiducia, soprattutto nei più giovani. Il valore e la competitività scientifica delle nostre Università sono rimaste forti, paradossalmente, anche e soprattutto grazie al brillante lavoro dei più giovani.
La società e l’opinione pubblica di tutto questo sanno poco. Occorre che aumenti la consapevolezza del valore, per il Paese, delle sue Università, e del rischio di mettere seriamente e definitivamente in crisi un sistema che, nonostante tutto, continua a funzionare. È necessario che la politica inverta questa rotta, e soprattutto che questa inversione di rotta divenga una richiesta condivisa da parte dell’opinione pubblica. L’invito dunque è rivolto a tutta la cittadinanza, perché si unisca a noi e venga in piazza ad ascoltare e condividere il valore della conoscenza per il futuro del paese».