“Roghi di San Giuseppe: la storia si ripete”

TARANTO - Come ogni anno di questi tempi, ci vediamo costretti a occuparci dei cumuli di materiale vario accatastati nelle zone periferiche della città per poi essere utilizzati in occasione dei roghi di San Giuseppe, tradizione diffusa in molti comuni ma che a Taranto continua a caratterizzarsi  esclusivamente per le  pratiche incivili che la connotano. Lo denuncia Legambiente Taranto.

A nulla - prosegue la nota - sembrano valere le proteste dei cittadini, le reiterate richieste rivolte negli scorsi anni ai Vigili urbani e all’Amiu affinché garantissero la salute delle persone e il decoro dei luoghi.

Nei giorni scorsi è stata divulgata la notizia di un’azione congiunta delle Forze dell’ordine e dell’AMIU, un “blitz” svoltosi al quartiere Salinella, all’alba, per rimuovere le cataste di mobili, divani, oggetti vari, tutto materiale la cui combustione sprigiona sostanze tossiche come la diossina.

Memori dell’esperienza dello scorso quando l’Amiu annunciò la rimozione della catasta in zona Cep e la cosa poi - di fatto -  non si realizzò, siamo andati a controllare, sollecitati da numerose segnalazioni dei residenti.

Come confermano le immagini che alleghiamo, purtroppo il materiale per i roghi è in parte ancora lì, insieme a cassonetti sottratti al pubblico utilizzo, svuotati per strada del loro contenuto e utilizzati a mo’ di cariola.

La catasta quest’anno è stata spostata dal luogo originario, immediatamente prospiciente le abitazioni, a un campo incolto nelle immediate vicinanze della clinica Villa Verde, il che non mitiga minimamente la gravità della cosa.

I cittadini ci segnalano che altri cumuli della stessa natura sono presenti ai quartieri Tramontone, Isola e Paolo VI, dove si è completato per l’occasione il saccheggio dei pali della recinzione del Parco del mirto iniziato lo scorso anno; sono  atti che possono essere definiti con una sola parola: vandalismo.

Ribadiamo che i costi per ripristinare la gradinata del pattinodromo, data alle fiamme lo scorso anno, la palizzata del Parco del mirto, i cassonetti distrutti, ricadono sulla comunità tutta; così come ricade sulla comunità l’eventuale danno sanitario (di cui pensiamo che nessuna persona sana di mente senta il bisogno) derivante dalla diossina prodotta dalla combustione.

Rifacciamo quindi, all’amministrazione comunale, ai Vigili urbani, all’Amiu, le stesse domande: Quando saranno rimossi i rifiuti che giacciono indisturbati alla Salinella nello stesso punto da molti giorni? Quando sarà assicurata la pulizia a Tramontone, Isola e Paolo VI? C’è  un calendario di interventi programmati? O dovremo aspettare, come negli anni passati, che le cataste di rifiuti si trasformino in cenere con una combustione che produce fumi tossici?

Che si aspetta? Il Comune di Taranto intende tutelare la stragrande maggioranza dei cittadini o intende lasciarla ostaggio di un manipolo di vandali? Se qualcuno avesse accatastato rifiuti in piazza della Vittoria sarebbero ancora lì?

Lo scorso anno avevamo proposto al Comune di Taranto di regolamentare i roghi e di ricondurli nell’alveo della tradizione: non avemmo alcun riscontro.

Torniamo a ripetere la stessa proposta. Memori del silenzio dietro cui troppo spesso  amministratori e funzionari di questa città si blindano, riteniamo che, perdurando la mancanza di iniziative da parte del Comune di Taranto, sarebbe forse auspicabile un intervento della Prefettura che ripristini lo stato di legalità, conclude la nota di Legambiente.

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