La serata rotariana ha avuto luogo nella suggestiva cornice del Salone degli Specchi del Circolo Unione di Bari. Illustri i relatori: il Prefetto di Bari S.E. Carmela Pagano, il Questore di Bari Dott. Antonio De Iesu e il Comandate della Legione Carabinieri di Puglia Generale Giovanni Cataldo. Molto significativa la partecipazione rotariana.
Secondo il Generale Cataldo, che ha fatto un lungo excursus storico in apertura del suo intervento, "la nuova minaccia è rappresentata dall'asimmetricità creatasi negli ultimi anni nello scacchiere geopolitico mondiale: con la caduta del Muro di Berlino i due schieramenti (Usa e Urss) non erano più punti di riferimento nel mondo globale e non potevano quindi più assicurare un adeguato livello di sicurezza per i paesi occidentali e civili. Secondo Cataldo, dunque, per contrastare la minaccia del terrorismo è necessario che si svolgano "adeguate attività investigative sul territorio da parte degli organi preposti come Digos, Fiamme Gialle, etc...". Quindi, aggiunge Cataldo, è indispensabile "incrementare la 'penetrazione informativa' dell'intelligence sul territorio per acquisire maggiori informazioni" dei potenziali rischi. Pertanto, spiega Cataldo, sebbene Bari sia storicamente nota come la Porta d'Oriente, "i flussi migratori massicci non dovrebbero rappresentare strumento per far introdurre persone o potenziali terroristi, che in realtà rappresentano una 'risorsa pregiata' per le organizzazioni terroristiche da non affidare a dei semplici barconi". I terroristi, infatti, secondo Cataldo, privilegerebbero alcuni "canali di immigrazione clandestina utilizzando documentazione falsificata". Infine, conclude il Comandante della Legione Carabinieri di Puglia, "i controlli mirati sono uno strumento validissimo per arginare questo fenomeno".
Secondo intervento della serata a cura del Questore di Bari, Antonio De Iesu. Secondo il Questore di Bari, quello dello sicurezza è un "argomento molto delicato ed attuale". Le strategie e gli strumenti da attuare al fine del contrasto del terrorismo si devono concentrare - anche secondo De Iesu - senza dubbio su "un'attenta analisi delle informazioni" fornite dal territorio potenzialmente a rischio. Gli attentati degli ultimi anni, infatti, dimostrano che i terroristi non sono importati dai luoghi di guerra, ma sono "soggetti ben radicati nel territorio in cui agiscono, essendo immigrati giunti alle seconda o addirittura terza generazione (vedi gli attentati di Parigi)". Quindi, prosegue De Iesu, "lavoro, Welfare e maggiori risorse a disposizione degli immigrati sono strumenti importantissimi per cercare di non favorire questo tipo di fenomeno. La missione dell'integrazione - continua De Iesu - è di certo molto delicata. Il problema principe resta capire il punto di equilibrio tra esigenze informative, per l'appunto, e diritti individuali connessi alle libertà del singolo". Caso paradigmatico, secondo De Iesu, è quello dell'11 settembre, in cui, pochi mesi prima dell'attentato che ha drammaticamente cambiato il volto degli Stati Uniti, una "decina di cittadini di religione islamica frequentavano corsi di volo nel Paese, senza destare alcun allarme: con un'intelligence evoluta, invece, la tragedia si sarebbe potuta certamente evitare", conclude.
Il ruolo distorto che in alcuni casi giocano i mass media e la cattiva informazione sul web è stato invece il fulcro dell'intervento del Prefetto di Bari, Carmela Pagano. Secondo Pagano, "indubbiamente la fine della Guerra Fredda ha fatto emergere la netta contrapposizione tra Nord e Sud" nella geopolitica mondiale. "Chi conosce la storia - spiega il Prefetto di Bari - "sa perfettamente che a volte si creano nuovi equilibri. Il terrorismo odierno avviene anche a causa di un certo fenomeno di strumentalizzazione diretto ai giovani che si lasciano fuorviare da messaggi ingannevoli, che negli anni '70 ha portato agli 'Anni di piombo'. Pericolosissimo, quindi, - asserisce la Pagano - è il ruolo di una comunicazione distorta e quello delle nuove tecnologie che, se utilizzate male, possono giocare" sulle menti dei giovani. Infine, conclude il Prefetto di Bari, "non vi è nessun allarme terroristico specifico per la Puglia, ma non per questo bisogna abbassare la guardia".