Sud Est, “Storia da fotoromanzo dell’orrore, fuori gli altri nomi”

BARI - Il commissario delle Sud Est, Andrea Viero, consegnerà domani al procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, la relazione su sprechi e consulenze della società di trasporti pugliese. La consegna delle carte ai magistrati baresi potrebbe dare impulso ad una nuova indagine penale sulle Ferrovie Sud Est.

Al momento, infatti, è in corso l'udienza preliminare per la vicenda delle presunte truffe sull'acquisto e ristrutturazione dei vagoni in cui il pm Isabella Ginefra ha chiesto il rinvio a giudizio di 7 persone, compreso l'ex amministratore Luigi Fiorillo. Invece, sulle presunte consulenze d'oro ha indagato fino ad ora la sola Procura regionale della Corte dei Conti. Oltre, infatti, al procedimento relativo all'acquisto dei "treni d'oro" con danno stimato in oltre 9 milioni di euro, c'è una seconda vicenda all'attenzione della magistratura contabile che riguarda l'elargizione di compensi e di benefit vari all'amministratore unico e ad alcuni dipendenti, nonché l'affidamento di onerose consulenze.

“Dopo dieci anni di torbida attività gestionale, è inusuale che adesso tutti gridino allo scandalo dimenticando che a pagarne le conseguenze sono stati solo gli utenti del servizio e i pendolari”.
Lo dichiara il consigliere regionale de La Puglia con Emiliano, Giuseppe Turco, commentando i dati della relazione choc sulle Ferrovie Sud Est.

“È scandaloso – dice - che nessuno sia stato all’altezza di intervenire per fermare questo scempio. Dove erano i revisori dei conti e dove sono ora i sindacati? Vorremmo ascoltare anche le loro considerazioni. Sembra di assistere a una storia da fotoromanzo dell’orrore politico perché tra i tanti scandali d’Italia è forse uno dei più grandi. Tutti sapevano, ma a memoria d’uomo, nessuno è andato a presentare una denuncia, un esposto querela ai magistrati per raccontare quello che succedeva. Se però adesso qualcuno ha i nomi degli assunti degli ultimi tre anni, visto che la relazione non li cita, potremmo avere un’idea più chiara senza malignare. Anche se Andreotti diceva che a malignare spesso ci si azzecca”.

“Mi lascia sgomento – aggiunge Turco - leggere i costi sostenuti dalle Sud Est per l’archivio. Che archivio ha? L’archivio del Vaticano costa sicuramente meno. Leggiamo anche di famiglie miracolate a suon di incarichi e di sperperi di ogni genere. Il vero sentito ringraziamento – sottolinea - va alle mamme e ai papà dei ragazzi e degli studenti che in questi anni hanno sempre denunciato i continui disservizi del trasporto ferroviario. Senza di loro avremmo assistito impotenti a questa gigantesca voragine economico-finanziaria. E un ringraziamento va anche ai creditori perché solo attraverso le loro segnalazioni è stato scoperchiato questo terribile vaso di Pandora. Dal quale vogliamo acquisire altri elementi e ripeto, soprattutto i nomi e i cognomi degli assunti nell’arco degli ultimi tre anni. Questa storia sembra – conclude Turco – solo fantascienza, ma purtroppo è solo una triste realtà perché a pagarne sono sempre e solo i cittadini pugliesi. E poi non ci meravigliamo del forte astensionismo elettorale degno delle peggiori pagine della storia antecedente la prima Repubblica”.

ZANDA: "DA GOVERNO STOP A MALAFFARE" - "Le squallide notizie che leggiamo sulla situazione di Ferrovie Sud Est ne nascondono una positiva: finalmente c'è una politica che ha deciso di andare a fondo in vicende di malcostume e malaffare a danno dei cittadini. La decisione del governo e del ministro Delrio di fare piena luce su una vicenda evidentemente losca testimonia la volontà del governo di risollevare il Sud partendo dal settore chiave delle infrastrutture che possono non solo migliorare la qualità della vita dei cittadini ma sono anche strumento di accesso e scambio commerciale, nonché opportunità reale di uno slancio economico per le regioni più depresse d'Italia". Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda.

FRATOIANNI: "ORA SI APRA PAGINA NUOVA" - Era ora! Per anni e anni, purtroppo inascoltati, abbiamo denunciato l'opacita' e le criticita' delle Ferrovie Sud Est e dei suoi vertici, e i governi, proprietari di quell'azienda, che si sono succeduti hanno fatto sempre orecchie da mercanti. Per anni Palazzo Chigi e i ministri competenti hanno taciuto, di fronte alle denunce di Vendola e della Regione Puglia il silenzio o la sottovalutazione dei ministri berlusconiani, di Passera, di Lupi sono eloquenti. Ora si può e si deve aprire una pagina nuova. Era ora che i responsabili del dissesto e delle ruberie venissero perseguiti, ed era ora di permettere a quelle ferrovie di rilanciarsi". Lo dice l'esponente di Sel Nicola Fratoianni. "Ma non si dica che il Mezzogiorno cosi' e' alla svolta, altrimenti si ricade nella propaganda. Serve anche altro di fronte all'abbandono di ogni politica nazionale di valorizzazione del Sud: investimenti, risorse, progetti che dalle parti di Palazzo Chigi latitano...".

STEFANO: "IN RITARDO SI ROMPE SILENZIO INSOPPORTABILE" - “Anche se in ritardo, finalmente si rompe un silenzio insopportabile sulla gestione distorta della più grande rete di trasporto pubblico in concessione in Puglia”. E’ il commento del senatore Dario Stefàno sul caso delle Ferrovie Sud Est.

“In questi giorni – prosegue - si stanno finalmente mettendo a nudo, una volta per tutte, pratiche indegne ma anche figure che maldestramente hanno distratto risorse pubbliche con scaltrezza e senza nessuno scrupolo. Mi metto nei panni dei cittadini che vivono ogni giorno il dramma del trasporto pubblico in Puglia, che chiedono da tempo un servizio di mobilità in linea con gli standard di un Paese civile e che oggi invece vengono a conoscenza, in questo modo, di compensi stellari per i dirigenti, di consulenze costose e archivi d’oro”.

“E’ anche vero che la Regione Puglia ha più volte chiesto di aprire i cassetti e di aver accesso ai bilanci. E che a queste richieste siano seguiti silenzio e spocchia insopportabili. Oggi, però, sembra che la risposta stia finalmente arrivando e che si stia provvedendo a mettere ordine”.

“Mi sembra inopportuno - conclude - che questo nuovo corso venga sbandierato come uno degli interventi che colmano i gap di cui soffre il Mezzogiorno. Allo stesso modo trovo un’esagerazione dare la colpa all'attuale Presidente del Consiglio. Un fatto su tutti: questo Sud paga colpe, anche in termini di servizi e infrastrutture, che dipendono da chi qui ha fatto promesse per decenni. Oggi non è consentito a nessuno di cucirci addosso fastidiose speculazioni”.

AP: "UNO SCANDALO CHE ANDAVA DENUNCIATO E FERMATO PRIMA" - Nota di Luigi Morgante, consigliere regionale di Area Popolare. “L’enormità dello scandalo delle Ferrovie Sud Est e Servizi automobilistici, azienda che negli ultimi dieci anni ha destinato appena 42 milioni di euro nella manutenzione di treni e autobus e ben 272 milioni in esternalizzazione di servizi, sprechi, contratti e parcelle astronomiche; che ha accumulato 311 milioni di debiti – per gran parte derivanti appunti da una corsa sfrenata a consulenze, stipendi, incarichi e innumerevoli altre voci fuori controllo - e 1400 contenziosi, smarrendo di fatto la propria vera e unica missione, il trasporto pubblico locale, era probabilmente inimmaginabile nelle sue reali dimensioni (emerse dalla relazione elaborata dall’agenzia di consulenza Deloitte incaricata dal commissario straordinario della società Andrea Viero), ma largamente annunciato. Bastava salire su un qualunque mezzo della società per constatarne direttamente il pessimo stato; bastava raccogliere le voci, le proteste, le segnalazioni, gli allarmi di chi quotidianamente era ed è costretto a convivere con disservizi di ogni natura e causa. Infatti una delle mie prime iniziative da consigliere regionale, varcata la soglia di via Capruzzi, è stata proprio un’interrogazione urgente sul mancato rispetto dell’oneroso contratto di servizio da parte della Sud Est e su una verifica della situazione complessiva della società, dopo un’escalation di guasti, ritardi, disagi che aveva fatto registrare addirittura l’incendio di un autobus ad Avetrana pieno di studenti e pendolari, che solo per caso non aveva prodotto una tragedia. La risposta lapidaria fu che rescindere il contratto da parte dell’ente – e i presupposti c’erano tutti – avrebbe di fatto comportato un danno per milioni di utenti pugliesi.
Ma non ho capito allora e continuo a non capire come una società a capitale interamente pubblico, derivante direttamente dal Ministero per le Infrastrutture e Trasporti e poi dalla Regione Puglia attraverso il contratto di servizio appena ricordato, abbia potuto agire per così tanti anni senza alcuna verifica e controllo da parte delle autorità preposte, a ogni livello, rappresentando una sorta di zona franca dove è stato possibile andare oltre qualsiasi soglia di decenza e decoro. In attesa che vengano adesso accertate in ogni sede responsabilità penali e civili, l’auspicio è che con la Sud Est si sia raggiunto un punto di non ritorno: e che ogni centesimo di risorse pubbliche, di soldi della collettività, venga rendicontato e controllato, per salvare la società dal dissesto e per dovere e rispetto nei confronti dei cittadini, più volte vittime di una storia inquietante ed emblematica, nella quale sono in tanti, troppi a diversi interrogare e fornire spiegazioni su quanto fatto e non fatto”.

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