L'Italia "appare sempre più esposta" alla minaccia jihadista, anche se non sono emersi specifici riscontri su piani terroristici. A rilevarlo la relazione annuale dell'intelligence inviata oggi al Parlamento, sottolineando come nella propaganda jihadista non siano mancati i riferimenti all' Italia come nemico per i suoi rapporti con Usa e Israele e per il suo impegno contro il terrorismo. La maggiore esposizione al rischio emerge anche in relazione al Giubileo e alla possibile attivazione di nuove generazioni di aspiranti mujahidin che aderiscono alla campagna promossa dall'Isis.
Il fenomeno dei foreign fighters, "inizialmente con numeri più contenuti rispetto alla media europea, è risultato in costante crescita", spiega la relazione annuale.
Particolarmente critico appare, secondo le analisi degli 007, "l'auto-reclutamento di elementi giovanissimi, al termine di processi di radicalizzazione spesso consumati in tempi molto rapidi e ad insaputa della stessa cerchia familiare".
Massima vigilanza operativa, pertanto, è stata riservata al possibile rientro in Italia di soggetti che hanno combattuto nei teatri di guerra, nonché dei cosiddetti 'pendolari' in grado di muoversi liberamente nello spazio Schengen perché già residenti sul territorio italiano o i altri Paesi europei.
Il fenomeno dei foreign fighters, "inizialmente con numeri più contenuti rispetto alla media europea, è risultato in costante crescita", spiega la relazione annuale.
Particolarmente critico appare, secondo le analisi degli 007, "l'auto-reclutamento di elementi giovanissimi, al termine di processi di radicalizzazione spesso consumati in tempi molto rapidi e ad insaputa della stessa cerchia familiare".
Massima vigilanza operativa, pertanto, è stata riservata al possibile rientro in Italia di soggetti che hanno combattuto nei teatri di guerra, nonché dei cosiddetti 'pendolari' in grado di muoversi liberamente nello spazio Schengen perché già residenti sul territorio italiano o i altri Paesi europei.