BOLOGNA - E' indagato dalla Dda di Bologna un pachistano 30enne, residente a Ravenna, con l'accusa di avere addestrato o fornito istruzioni per compiere atti di violenza con finalità terroristiche tramite l'uso di esplosivi e armi almeno fino all'8 febbraio. Un atto dovuto - secondo quanto scrivono alcuni quotidiani locali - quello che il pm Antonello Gustapane ha notificato al giovane in ragione della consulenza tecnica disposta sul materiale informatico sequestrato dalla Digos il 9 marzo a casa sua.
L'uomo, con moglie e figli, svolge l'attività di operaio in una cooperativa ravennate di servizi e dal settembre 2013 ha un permesso di soggiorno rilasciato dalla Questura. Dal novembre 2014 si trova ai domiciliari dopo l'arresto dei carabinieri avvenuto per violenza sessuale su una prostituta, presumibilmente costretta a un rapporto sessuale non protetto sotto la minaccia di un coltello. Per questo il 30enne è stato condannato a quattro anni e mezzo, ridotti a due anni e otto in appello ed è ora in attesa della Cassazione.
L'uomo, con moglie e figli, svolge l'attività di operaio in una cooperativa ravennate di servizi e dal settembre 2013 ha un permesso di soggiorno rilasciato dalla Questura. Dal novembre 2014 si trova ai domiciliari dopo l'arresto dei carabinieri avvenuto per violenza sessuale su una prostituta, presumibilmente costretta a un rapporto sessuale non protetto sotto la minaccia di un coltello. Per questo il 30enne è stato condannato a quattro anni e mezzo, ridotti a due anni e otto in appello ed è ora in attesa della Cassazione.