Xylella, D’Amato (M5S) incalza commissario Ue: in Puglia procedere con misure alternative

BARI - “Ho chiesto al commissario Ue di guardare in faccia la realtà, visto il ricorso alla corte di Lussemburgo che dovrà decidere sulla legittimità delle scelte della Commissione sul caso Xylella, e di adottare celermente misure alternative e sostenibili. La Commissione non deve fare altro che applicare quei principi di proporzionalità, logicità e ragionevolezza citati nelle sue stesse direttive (Dario, in realtà la direttiva è una, la 29 del 2000, ma per questioni di spazio non so come mettere). Ancora una volta, purtroppo, l’Ue si è nascosta dietro le mere procedure burocratiche, senza entrare nel merito di una scelta che è prima di tutto politica: ossia decidere, in un momento di stallo come quello attuale, se aprire finalmente la porta a una ricerca scientifica più ampia, includendo quelle sperimentazioni che sono già in corso, che sono improntate alle buone pratiche e al biologico e che, stando ai primi riscontri, riescono ad essere sia efficaci, sia sostenibili a livello ambientale e socioeconomico”. Lo ha detto Rosa D’Amato, eurodeputata del Movimento 5 Stelle, a margine dell’audizione del commissario Ue alla Sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, al Parlamento Ue. Nel corso dell’audizione, D’Amato è intervenuta anche sulla vicenda glifosato, l’erbicida ritenuto cancerogeno dall’Oms ma non dall’Efsa, l’agenzia Ue per la sicurezza alimentare.

“Ho ribadito ad Andriukaitis di rendere pubblici gli studi con cui l’Efsa scongiurerebbe la cancerogenicità del glifosato, studi attualmente protetti da segreto commercial, facendo leva sun chiaro e prioritario interesse pubblico come da regolamento 117/2009 – dice l’eurodeputata M5S – Su questo, il commissario ha fatto sapere che inoltrerà un’apposita richiesta. Bene, ma non basta. Nell’attesa di avere nuovi dati sul glifosato, l’Ue deve applicare il principio di precauzione e bloccare qualsiasi misura, anche temporanea, che ne consenta l’uso oltre la scadenza della vecchia autorizzazione, fissata a giugno 2016. Non possiamo mettere a rischio la salute di 500milioni di cittadini europei”.

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