BARI – Sono oltre 350mila i pugliesi che hanno fruito delle agevolazioni fiscali per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica dei propri immobili. E’ quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia.
In particolare, in base alle dichiarazioni dei redditi presentate all’Agenzia delle entrate nel corso del 2015, sono stati ben 301.224 i pugliesi che hanno beneficiato degli incentivi concessi per il recupero del patrimonio edilizio (si riconosce una detrazione Irpef del 50 per cento, ripartita in dieci anni, sino al tetto di spesa di 96mila euro). L’ammontare complessivo dichiarato è stato di oltre 141 milioni. Rispetto all’anno precedente, il numero dei contribuenti è salito del 10,2 per cento (nel 2014 erano stati in 273mila), l’ammontare dichiarato è cresciuto del 20,8 per cento (nel 2014 si fermò a 116,8 milioni) e la spesa media è aumentata del 9,6 per cento (da 427 a 468 euro).
Riguardo alle detrazioni per gli interventi finalizzati al risparmio energetico (si «scarica» il 65 per cento dei costi sostenuti), ne hanno approfittato in 50.765 (contro i 47mila dell’anno prima). L’incremento è di 3.617 contribuenti, ma l’ammontare complessivo dichiarato è sceso da 34,1 milioni a 32,4, così come la spesa media dichiarata da 724 a 639 euro.
Impressionante la crescita di coloro che hanno fruito del «bonus arredi». I contribuenti che effettuano interventi di recupero del patrimonio edilizio possono fruire di un’ulteriore riduzione d’imposta per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A. La detrazione, pari al 50 per cento della spesa, è ripartita sempre in dieci anni (tetto di spesa fissato a 10mila euro).
Dal 2014 al 2015, il numero dei contribuenti è schizzato del 127 per cento (da 6.238 a 14.164), l’ammontare complessivo del 150,6 per cento (da un milione 463mila a tre milioni 667mila), la spesa media del 10,4 per cento (da 235 a 259 euro).
Per le prestazioni di servizi relative agli interventi di recupero edilizio, di manutenzione ordinaria e straordinaria, si applica l’aliquota Iva agevolata del 10 per cento.
«I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – evidenziano come questo genere di agevolazioni rappresentino attualmente il principale traino per l’edilizia. Tuttavia - prosegue il presidente - questi incentivi, da soli, non possono essere sufficienti a risollevare il settore, letteralmente martoriato dalla crisi degli ultimi anni.
Se solo si avesse riguardo al numero di imprese e lavoratori coinvolti, ci si accorgerebbe che la crisi dell’edilizia in Puglia ha avuto conseguenze occupazionali tragiche e di vastissima scala, nel complesso ben superiori a quelle di qualsiasi altro comparto.
Ciò nondimeno, si tratta di un settore ancora fondamentale per l’economia pugliese, il cui stato di salute si ripercuote su un’intera galassia di altre attività imprenditoriali, rientranti nel cosiddetto “sistema-casa”.
Ecco perché – spiega Sgherza – bisognerebbe supportare maggiormente le imprese operanti in questo campo, ad esempio sfoltendo la giungla delle regolamentazioni edili locali oppure, come già alcuni Comuni pugliesi stanno facendo, mettendo in campo piani di recupero e conservazione dei nostri centri storici. Quest’ultimo intervento, se mirato anche all’insediamento di botteghe artigiane ed attività commerciali, avrebbe un fortissimo impatto sullo sviluppo urbano, turistico e, ovviamente, economico.
Infine - conclude il presidente - non si può sorvolare sullo stato di stallo dell'edilizia pubblica. Lo sblocco delle tante opere ad oggi ferme potrebbe fornire al settore la spinta giusta per tentare finalmente la ripresa».
In particolare, in base alle dichiarazioni dei redditi presentate all’Agenzia delle entrate nel corso del 2015, sono stati ben 301.224 i pugliesi che hanno beneficiato degli incentivi concessi per il recupero del patrimonio edilizio (si riconosce una detrazione Irpef del 50 per cento, ripartita in dieci anni, sino al tetto di spesa di 96mila euro). L’ammontare complessivo dichiarato è stato di oltre 141 milioni. Rispetto all’anno precedente, il numero dei contribuenti è salito del 10,2 per cento (nel 2014 erano stati in 273mila), l’ammontare dichiarato è cresciuto del 20,8 per cento (nel 2014 si fermò a 116,8 milioni) e la spesa media è aumentata del 9,6 per cento (da 427 a 468 euro).
Riguardo alle detrazioni per gli interventi finalizzati al risparmio energetico (si «scarica» il 65 per cento dei costi sostenuti), ne hanno approfittato in 50.765 (contro i 47mila dell’anno prima). L’incremento è di 3.617 contribuenti, ma l’ammontare complessivo dichiarato è sceso da 34,1 milioni a 32,4, così come la spesa media dichiarata da 724 a 639 euro.
Impressionante la crescita di coloro che hanno fruito del «bonus arredi». I contribuenti che effettuano interventi di recupero del patrimonio edilizio possono fruire di un’ulteriore riduzione d’imposta per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A. La detrazione, pari al 50 per cento della spesa, è ripartita sempre in dieci anni (tetto di spesa fissato a 10mila euro).
Dal 2014 al 2015, il numero dei contribuenti è schizzato del 127 per cento (da 6.238 a 14.164), l’ammontare complessivo del 150,6 per cento (da un milione 463mila a tre milioni 667mila), la spesa media del 10,4 per cento (da 235 a 259 euro).
Per le prestazioni di servizi relative agli interventi di recupero edilizio, di manutenzione ordinaria e straordinaria, si applica l’aliquota Iva agevolata del 10 per cento.
«I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – evidenziano come questo genere di agevolazioni rappresentino attualmente il principale traino per l’edilizia. Tuttavia - prosegue il presidente - questi incentivi, da soli, non possono essere sufficienti a risollevare il settore, letteralmente martoriato dalla crisi degli ultimi anni.
Se solo si avesse riguardo al numero di imprese e lavoratori coinvolti, ci si accorgerebbe che la crisi dell’edilizia in Puglia ha avuto conseguenze occupazionali tragiche e di vastissima scala, nel complesso ben superiori a quelle di qualsiasi altro comparto.
Ciò nondimeno, si tratta di un settore ancora fondamentale per l’economia pugliese, il cui stato di salute si ripercuote su un’intera galassia di altre attività imprenditoriali, rientranti nel cosiddetto “sistema-casa”.
Ecco perché – spiega Sgherza – bisognerebbe supportare maggiormente le imprese operanti in questo campo, ad esempio sfoltendo la giungla delle regolamentazioni edili locali oppure, come già alcuni Comuni pugliesi stanno facendo, mettendo in campo piani di recupero e conservazione dei nostri centri storici. Quest’ultimo intervento, se mirato anche all’insediamento di botteghe artigiane ed attività commerciali, avrebbe un fortissimo impatto sullo sviluppo urbano, turistico e, ovviamente, economico.
Infine - conclude il presidente - non si può sorvolare sullo stato di stallo dell'edilizia pubblica. Lo sblocco delle tante opere ad oggi ferme potrebbe fornire al settore la spinta giusta per tentare finalmente la ripresa».