BARI - “La Commissione nasce con lo scopo di indagare su questi anni di malagestione dei Consorzi di bonifica, non per riformarli”. Lo dichiara il consigliere regionale M5S Marco Galante.
“Fanno riflettere – prosegue - alcuni articoli di giornali usciti in questi giorni nei quali, gli stessi politici che non sono stati in grado di risolvere questo problema in oltre 20 anni, oggi non solo paventano soluzioni azzardate ma hanno anche il coraggio di scaricare le loro responsabilità sui lavoratori facendoli diventare il capro espiatorio contro il quale scagliare l’opinione pubblica.
I titoli apparsi su alcuni quotidiani servono solo a scagionare i veri responsabili perché il fallimento dei Consorzi è politico, e quella stessa politica che ha creato il problema ora pretende di dare la soluzione.
La Commissione di indagine si è insediata da poco e ha richiesto i dati ai Consorzi, ma ad oggi non abbiamo fatto neanche una audizione, non siamo nemmeno entrati nella fase operativa. Mi fa specie, quindi, leggere su diverse testate ‘l’immediata’ soluzione offerta del consigliere Amati: togliere la proprietà dell’acqua agli agricoltori e darla ad AQP, una società a scopo di lucro. Ma l’acqua, l’acquedotto rurale e i Consorzi in generale appartengono agli agricoltori ed è un concetto semplice che non deve essere sottovalutato da chi ha già la soluzione in testa! Soluzioni che, ci auguriamo non servano a nascondere i soliti interessi, perché se così fosse sarebbe ancora più vergognoso tentare di scaricare le colpe sui dipendenti.
Se qualcuno pensa anche in questo caso di deregolamentare e privatizzare la sfera pubblica a vantaggio delle SpA, a discapito di agricoltori e lavoratori, ha fatto male i conti”.
“Fanno riflettere – prosegue - alcuni articoli di giornali usciti in questi giorni nei quali, gli stessi politici che non sono stati in grado di risolvere questo problema in oltre 20 anni, oggi non solo paventano soluzioni azzardate ma hanno anche il coraggio di scaricare le loro responsabilità sui lavoratori facendoli diventare il capro espiatorio contro il quale scagliare l’opinione pubblica.
I titoli apparsi su alcuni quotidiani servono solo a scagionare i veri responsabili perché il fallimento dei Consorzi è politico, e quella stessa politica che ha creato il problema ora pretende di dare la soluzione.
La Commissione di indagine si è insediata da poco e ha richiesto i dati ai Consorzi, ma ad oggi non abbiamo fatto neanche una audizione, non siamo nemmeno entrati nella fase operativa. Mi fa specie, quindi, leggere su diverse testate ‘l’immediata’ soluzione offerta del consigliere Amati: togliere la proprietà dell’acqua agli agricoltori e darla ad AQP, una società a scopo di lucro. Ma l’acqua, l’acquedotto rurale e i Consorzi in generale appartengono agli agricoltori ed è un concetto semplice che non deve essere sottovalutato da chi ha già la soluzione in testa! Soluzioni che, ci auguriamo non servano a nascondere i soliti interessi, perché se così fosse sarebbe ancora più vergognoso tentare di scaricare le colpe sui dipendenti.
Se qualcuno pensa anche in questo caso di deregolamentare e privatizzare la sfera pubblica a vantaggio delle SpA, a discapito di agricoltori e lavoratori, ha fatto male i conti”.