Le accuse sono, a vario titolo, di falso ideologico e materiale, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri e interruzione della gravidanza senza consenso della donna. Il presunto sistema di copertura degli errori, secondo l'accusa, sarebbe stato condiviso dall'intero apparato sanitario.
I presunti episodi di malasanità al centro dell' indagine riguardano la morte di due neonati e le lesioni irreversibili riportate da un altro bimbo, dichiarato invalido al 100 per cento. Inoltre, l'inchiesta ha riguardato anche traumi e crisi epilettiche di una partoriente, il presunto procurato aborto di una donna non consenziente e le lacerazioni di parti intime e connotative di altre.
Alcuni degli indagati non sono più in servizio al Presidio ospedaliero "Bianchi-Melacrino-Morelli" ("Ospedali Riuniti"). Gli arresti domiciliari e la sospensione dalla professione per 12 mesi sono stati disposti dal Gip su richiesta della Procura.
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