di LIVALCA — Avendo ricevuto un ordine perentorio da persone che agiscono per il mio bene mi sono concesso alcuni giorni di riposo. Con più tempo per l’ordine, il caso ha voluto che incrociassi uno strumento rimasto nell’oblio dal secolo scorso. Il ritrovamento è stato faticoso, arduo e complicato: reso impossibile da un’etichetta scritta a mano, incollata e, quindi, non adesiva per cui si era quasi prosciugata e veniva alterato il messaggio di lettura. Ho pensato che fosse una fatalità che il contenitore, scatolo con stemma cartotecnica San Marco, fosse riposto al piano più basso e in piedi, in modo che prendesse meno spazio. Questa operazione mi ha mandato in difficoltà sia per il peso notevole dello scatolo sia per il fatto che avesse difficoltà a mantenere la posizione che io volevo fargli prendere.
La curiosità per una volta ha avuto ragione dell’abitudine che consiglia di “lasciare le cose al loro posto”. Aperto l’enorme scatolo ho immediatamente riconosciuto la mano paterna che aveva confezionato con fogli scarti di libri stampati un vestito per questo strumento: abito confezionato su misura con capacità sartoriale e pazienza infinita, sigillato con adesivo che si bagnava e che aveva impresso il logo della nostra azienda. La carta era azzurrina e filigranata: una sciccheria che ci propose il rappresentante Amodio, a prezzi vantaggiosi, perché il cliente, quasi sempre di altra regione, che l’aveva commissionata aveva contestato l’intensità del colore. Magnifica carta per libri. Chiaramente avevo capito che mi ero avvicinato al sentimento denominato “musica per le mie orecchie”.
Dal greco fysa soffietto e harmonikòs musicale: fisarmonica, strumento ad aria con tastiera tipo piccolo organo. La controversa invenzione, 1822, viene attribuita al tedesco Franz - poteva essere diversamente?-Buschmann di Berlino. Va detto che, secondo alcuni studiosi, lo strumento è nato a Vienna nel 1829 ad opera di un certo Damian. Posso dirvi che chi ha dimestichezza con il gioco del calciobalilla può provare a suonarlo perché necessitano entrambe le mani: la destra per la melodia servendosi di una tastiera e la sinistra per l’accompagnamento azionando dei piccoli bottoni. Difficile, ma non impossibile per coloro che dispongono di orecchio musicale. Quella fisarmonica paterna evocava ricordi infiniti e un pensiero ossessivo: perché comparire proprio ora? Le interpretazioni più intelligenti, scontate ed ovvie non hanno bisogno di navigati studi di psicologia, ma io che da sempre sono ancorato al paterno “ogni impedimento è un giovamento” l’ho inteso come aver ritrovato una vecchia via da continuare a percorrere, magari avvalendomi sempre dello stesso ‘strumento’.Un ‘saputo’ ha affermato: “La chiarezza è la dote dei pensieri profondi”, io che da sempre ho il pensiero in volo, ma nella pratica vado profondamente a piedi mi concedo la facoltà di interpretare il tutto con l’aiuto di Ovidio “materiamsuperabat opus”.
Mio padre aveva tre fratelli: zio Lino che suonava il violino da dilettante, zio Dino che suonava bene il piano e la fisarmonica e zio Tonino, musicista di professione, che suonava bene tutti gli strumenti, ma amava il violino ed era soprannominato il Paganini di via E. Toti; mio padre sapeva interpretare, più che suonare, alcuni brani con la fisarmonica.
Lo strumento tornò in auge con la canzone di Morandi “La fisarmonica”, le cui parole sono convinto che siano di Migliacci, e fino al 1968 nella mia famiglia tale strumento ebbe spazio.
Poi la fisarmonica la sera non suonò più e si pensò a lei come un amore di tanti fa, ma, dal momento che non si può cancellare il passato, è ritornata maestosa alla mia presenza “più grande che mai”.
In bella evidenza vi è una scritta ‘HOHNER’, penso sia il nome della fabbrica costruttrice, ma subito dopo vi è un VERDI III che ritengo sia un riferimento al cigno di Busseto. Exceptisexcipiendis non sono in grado di dare una spiegazione plausibile alla presenza ‘Traviata’ del ‘Trovatore’.
Molti stanno pensando che basta fare una ricerca in internet per scoprire ‘Hohner’ e tutta la sua storia, dimenticando che io sono un uomo da fisarmonica: tecnologico quanto basta per restare un uomo, con tutti i problemi di ignoranza e dimenticanza che ciò comporta.
Come ho già detto a Vito non vengo in fb, perché l’unico fb che conosco è: forza Bari. Non chiedetemi l’amicizia in fb perché io sono per gli amici che si parlano e si mandano, personalmente, a quel paese.
Non capisco che significa preferiti: preferisco vivere a piccolo sorsi, concedendomi il lusso di trovare personalmente il preferito/a senza pretendere che mi si offrano. La mia generazione rivendica il diritto di scegliere e di non essere scelto, ritenendo di aver ‘sudato’ ogni conquista…a partire da una donna per Amico.
Dal momento che il ritrovamento della fisarmonica mi ha convinto che necessita altro intervento di ‘tunnel carpale’ mi sono ricordato che ognuno di noi dalla nascita può contare almeno su dieci amici nella vita: le dita delle mani che servono per dare fiato allo strumento che si è ripresentato, malandato, ma con gli stessi dati anagrafici immutati nel tempo: FISARMONICA per AMICO.