LECCE - Nanotecnologie e immunoterapia sembrano essere la chiave di accesso alla sconfitta del pianeta cancro: le giornate salentine di oncologia tenutesi a Lecce dal 20 al 22 aprile si concludono con un quadro preoccupante in relazione alla incidenza altissima dei tumori polmonari e della vescica nel territorio e nel capoluogo salentino - superiore alla media sia regionale che nazionale - ma anche con un messaggio di speranza fondata su nuovi approcci diagnostici e terapeutici.
A fornirla, nell’ambito del confronto tra ricercatori italiani e scienziati di fama internazionale, le relazioni dello scienziato italiano Mauro Ferrari, uno dei massimi esperti mondiali di bioingegneria, presidente del Methodist Research Institute di Houston, impegnato nella ricerca sulle nanotecnologie e la bioingegneria applicate in medicina e di Giorgio Scagliotti, professore ordinario di Oncologia Toracica dell’Università di Torino e presidente eletto dell’International Association for the Study of Lung Cancer.
“Le nanotecnologie sono un potenziale veicolo per portare i farmaci a ridosso dell’area tumorale, spiega Scagliotti, “i prossimi dieci anni vedranno successi per quella che viene definita medicina di precisione, cioè quelle forme di trattamento che portano a selezionare le alterazioni tipiche, per esempio, delle lesioni neoplastiche polmonari. Una cosa è certa: la via sulla quale si cammina può nella maggior parte delle neoplasie, in un ragionevole arco di tempo, puntare alla sconfitta della malattia”.
Scende nel dettaglio lo scienziato Mauro Ferrari. “C’è bisogno di un attacco coordinato che comprenda forze che provengano da aree che nel passato non sono state sfruttate”, spiega, “Utilizzando sistemi nanotecnologici abbiamo dimostrato che uno dei problemi principali nel cancro è il trasporto della massa. È importante avere il farmaco giusto, ma la realtà è che quando il cancro cresce, al di là di una certa dimensione, diventa impenetrabile al farmaco. Il trasporto della massa, infatti, cambia rispetto a quello che succede nella parte sana del corpo. Quindi il termine che abbiamo introdotto è quello di onco-fisica del trasporto. Un problema che si affronta con la fisica, la matematica, l’ingegneria, la biologia, la chimica. Bisogna lavorare tutti insieme, ciascuno con i propri strumenti, perché il cancro possa essere decisamente sconfitto”.
Qual è il quadro locale? La fotografia del Registro Tumori della provincia e della città di Lecce scattata nel corso delle Giornate salentine di oncologia, dal dott. De Filippis e dalla dottoressa Melcarne, ci racconta che il trend che assegna al Salento il triste primato della più alta incidenza in Italia di tumori polmonari e della vescica è confermato. I tumori a maggiore incidenza nel territorio sono il carcinoma polmonare, con un tasso standardizzato (casi incidenti annui per 100mila abitanti) dell’88.7% nei maschi e del 12,1% nelle donne e il tumore della vescica, 63.7% nei maschi e 8.6% nelle donne. La sopravvivenza nei casi di tumore della vescica, a cinque anni, è dell'80%.
Cresce la mortalità per il tumore polmonare al ritmo del 2,5% medio annuo nelle donne, come l'incidenza (+4,7%).
La sopravvivenza, per maschi e femmine, nei 5 anni è del 17%. Naturalmente la percentuale non riguarda le persone guarite. L'incidenza di questi tumori risulta superiore sia alla media regionale che a quella nazionale, che è del 79%.
Il cambio epocale nel trattamento delle neoplasie è segnato anche dalla immunoterapia che giocherà un ruolo importantissimo. Infatti, capire perché il sistema immunitario è bloccato durante un evento neoplasico è da ritenersi un passo in avanti determinante, tanto che con i nuovi farmaci, alcuni già utilizzati nell'ambito di protocolli di ricerca internazionale, il sistema immunitario torna ad essere efficiente e concorre ad eliminare il tumore, con evidente riduzione degli effetti collaterali dovuti alla chemioterapia che non andrà , naturalmente, messa completamente in soffitta, ma avrà un ruolo sempre minore.
Da cosa dipende l’incidenza dei tumori? “Da un’interazione complessa fra suscettibilità genetica, esposizione a fattori di rischio individuali, ambientali, professionali e anche dalla efficacia di interventi di screening”, afferma Giammarco Surico, direttore della Unità operativa di Oncologia del Vito Fazzi di Lecce e promotore del convegno, che sottolinea anche “l’importanza vitale di un approccio multidisciplinare per un corretto inquadramento diagnostico e terapeutico di queste patologie, ma anche per un programma efficace di prevenzione”.
“Di fronte a questo scenario”, spiega Surico, “le continue innovazioni nella caratterizzazione genetica dei tumori stanno certamente consentendo l’individuazione di diverse alterazioni geniche che funzionano da bersaglio per nuove terapie target personalizzate che potrebbero consentire di cronicizzare diverse malattie neoplastiche anche molto aggressive e in fase avanzata. Ma non basta. Da una parte occorre incentivare e sostenere la ricerca scientifica che negli ultimi anni ha fornito risposte davvero importanti rendendo disponibili armi sempre più efficaci contro i carcinomi con l’immunoterapia e consentendo l’aumento delle guarigioni del 18% negli uomini e del 10% nelle donne. Dall’altra occorre una collaborazione sistemica di tutte le professionalità ”.
Ogni ora in Italia vengono individuati più di 40 nuovi casi di cancro, sono 363.300 le diagnosi stimate nel 2015. Le neoplasie di polmone, mammella e colon rappresentano la prima causa di morte. Considerando l’intera popolazione, il tumore in assoluto più frequente è quello del colon retto (14%), seguito dal tumore della mammella (13%) e del polmone (11%). Ogni anno si prevedono solo in Italia circa 34mila decessi per cancro polmonare, circa 20mila per cancro colo-rettale e circa 13mila per cancro mammario.
Il congresso ha infine posto l’accento anche sui costi dei cosiddetti farmaci innovativi e sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale.
A fornirla, nell’ambito del confronto tra ricercatori italiani e scienziati di fama internazionale, le relazioni dello scienziato italiano Mauro Ferrari, uno dei massimi esperti mondiali di bioingegneria, presidente del Methodist Research Institute di Houston, impegnato nella ricerca sulle nanotecnologie e la bioingegneria applicate in medicina e di Giorgio Scagliotti, professore ordinario di Oncologia Toracica dell’Università di Torino e presidente eletto dell’International Association for the Study of Lung Cancer.
“Le nanotecnologie sono un potenziale veicolo per portare i farmaci a ridosso dell’area tumorale, spiega Scagliotti, “i prossimi dieci anni vedranno successi per quella che viene definita medicina di precisione, cioè quelle forme di trattamento che portano a selezionare le alterazioni tipiche, per esempio, delle lesioni neoplastiche polmonari. Una cosa è certa: la via sulla quale si cammina può nella maggior parte delle neoplasie, in un ragionevole arco di tempo, puntare alla sconfitta della malattia”.
Scende nel dettaglio lo scienziato Mauro Ferrari. “C’è bisogno di un attacco coordinato che comprenda forze che provengano da aree che nel passato non sono state sfruttate”, spiega, “Utilizzando sistemi nanotecnologici abbiamo dimostrato che uno dei problemi principali nel cancro è il trasporto della massa. È importante avere il farmaco giusto, ma la realtà è che quando il cancro cresce, al di là di una certa dimensione, diventa impenetrabile al farmaco. Il trasporto della massa, infatti, cambia rispetto a quello che succede nella parte sana del corpo. Quindi il termine che abbiamo introdotto è quello di onco-fisica del trasporto. Un problema che si affronta con la fisica, la matematica, l’ingegneria, la biologia, la chimica. Bisogna lavorare tutti insieme, ciascuno con i propri strumenti, perché il cancro possa essere decisamente sconfitto”.
Qual è il quadro locale? La fotografia del Registro Tumori della provincia e della città di Lecce scattata nel corso delle Giornate salentine di oncologia, dal dott. De Filippis e dalla dottoressa Melcarne, ci racconta che il trend che assegna al Salento il triste primato della più alta incidenza in Italia di tumori polmonari e della vescica è confermato. I tumori a maggiore incidenza nel territorio sono il carcinoma polmonare, con un tasso standardizzato (casi incidenti annui per 100mila abitanti) dell’88.7% nei maschi e del 12,1% nelle donne e il tumore della vescica, 63.7% nei maschi e 8.6% nelle donne. La sopravvivenza nei casi di tumore della vescica, a cinque anni, è dell'80%.
Cresce la mortalità per il tumore polmonare al ritmo del 2,5% medio annuo nelle donne, come l'incidenza (+4,7%).
La sopravvivenza, per maschi e femmine, nei 5 anni è del 17%. Naturalmente la percentuale non riguarda le persone guarite. L'incidenza di questi tumori risulta superiore sia alla media regionale che a quella nazionale, che è del 79%.
Il cambio epocale nel trattamento delle neoplasie è segnato anche dalla immunoterapia che giocherà un ruolo importantissimo. Infatti, capire perché il sistema immunitario è bloccato durante un evento neoplasico è da ritenersi un passo in avanti determinante, tanto che con i nuovi farmaci, alcuni già utilizzati nell'ambito di protocolli di ricerca internazionale, il sistema immunitario torna ad essere efficiente e concorre ad eliminare il tumore, con evidente riduzione degli effetti collaterali dovuti alla chemioterapia che non andrà , naturalmente, messa completamente in soffitta, ma avrà un ruolo sempre minore.
Da cosa dipende l’incidenza dei tumori? “Da un’interazione complessa fra suscettibilità genetica, esposizione a fattori di rischio individuali, ambientali, professionali e anche dalla efficacia di interventi di screening”, afferma Giammarco Surico, direttore della Unità operativa di Oncologia del Vito Fazzi di Lecce e promotore del convegno, che sottolinea anche “l’importanza vitale di un approccio multidisciplinare per un corretto inquadramento diagnostico e terapeutico di queste patologie, ma anche per un programma efficace di prevenzione”.
“Di fronte a questo scenario”, spiega Surico, “le continue innovazioni nella caratterizzazione genetica dei tumori stanno certamente consentendo l’individuazione di diverse alterazioni geniche che funzionano da bersaglio per nuove terapie target personalizzate che potrebbero consentire di cronicizzare diverse malattie neoplastiche anche molto aggressive e in fase avanzata. Ma non basta. Da una parte occorre incentivare e sostenere la ricerca scientifica che negli ultimi anni ha fornito risposte davvero importanti rendendo disponibili armi sempre più efficaci contro i carcinomi con l’immunoterapia e consentendo l’aumento delle guarigioni del 18% negli uomini e del 10% nelle donne. Dall’altra occorre una collaborazione sistemica di tutte le professionalità ”.
Ogni ora in Italia vengono individuati più di 40 nuovi casi di cancro, sono 363.300 le diagnosi stimate nel 2015. Le neoplasie di polmone, mammella e colon rappresentano la prima causa di morte. Considerando l’intera popolazione, il tumore in assoluto più frequente è quello del colon retto (14%), seguito dal tumore della mammella (13%) e del polmone (11%). Ogni anno si prevedono solo in Italia circa 34mila decessi per cancro polmonare, circa 20mila per cancro colo-rettale e circa 13mila per cancro mammario.
Il congresso ha infine posto l’accento anche sui costi dei cosiddetti farmaci innovativi e sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale.