di ALESSANDRO NARDELLI — Leggevo alcune dichiarazioni rilasciate da Piercamillo Davigo, presidente dell'Associazione nazionale magistrati (Anm), in alcune interviste al Fatto Quotidiano e alla trasmissione Di Martedì, riguardo alcuni temi importanti sulla giustizia e sugli attuali rapporti che vi sono tra politica e magistratura. Devo dire che sono preoccupato e non poco. Vorrei fare un'analisi di 3 suoi concetti espressi in tali interviste:
1) “Nessuno viene messo dentro per farlo parlare. Viene messo fuori se parla, che è una cosa diversa”.
Egli, assieme ai colleghi Di Pietro, Colombo, Greco, guidati da Francesco Saverio Borrelli e forti della rabbia popolare, "grazie" all'utilizzo del metodo "Se parli vieni messo fuori, altrimenti rimani in carcere finchè non canti", ha sulla coscienza le morti di Moroni, Balzamo, Castellari, Cagliari e Gardini. L'unico che ha cercato di porre un freno a questa situazione, seppur con un decreto rivedibile, è stato Alfredo Biondi, ma è stato fermato da Maroni, e dai cittadini. Davigo ancora adesso, non solo non rinnega questo modus operandi "CRIMINALE", ma ne ribadisce la bontà ...
2) “Si dice aspettiamo le sentenze: ma il più delle volte le sentenze.
Verranno pronunciate sulla base di elementi che sono già noti all’inizio, per esempio il contenuto delle intercettazioni o documenti sequestrati. Cosa impedisce alla politica di fare un’autonomia valutazione? Certamente ci sono state persone che sono state dipinte dai mezzi d’informazione come colpevoli quando non lo erano, ma in compenso ci sono state persone condannate con sentenza irrevocabile che hanno fatto per cinque anni il deputato”.
Cosa gravissima, Davigo vuole mettere in discussione il principio di garantismo, il sistema di garanzie nella giustizia penale, con le dieci tesi di Luigi Ferrajoli:
- nessuna pena senza reato (principio di consequenzialità della pena al reato)
- nessun crimine senza legge (principio di legalità )
- nessuna legge penale senza necessità (principio di economia del diritto penale)
- nessuna necessità di legge penale senza danno (principio della offensività dell'evento)
- nessun danno senza azione (principio di materialità o esteriorità dell'azione)
- nessuna azione senza colpa (principio di colpevolezza o della responsabilità personale)
- nessuna colpa senza processo (principio di giurisdizionalità )
- nessun processo senza accusa (principio della separazione tra giudice e accusa)
- nessuna accusa senza prova (principio dell'onere della prova)
- nessuna prova senza difesa (principio del contraddittorio)
3) “Processiamo gente abbarbicata alla poltrona, che nessuno si sogna di mandare a casa malgrado condotte gravissime”.
Su di questo mi limito a dire... Intelligenti pauca... I giudici facciano i giudici e non i giustizialisti...
1) “Nessuno viene messo dentro per farlo parlare. Viene messo fuori se parla, che è una cosa diversa”.
Egli, assieme ai colleghi Di Pietro, Colombo, Greco, guidati da Francesco Saverio Borrelli e forti della rabbia popolare, "grazie" all'utilizzo del metodo "Se parli vieni messo fuori, altrimenti rimani in carcere finchè non canti", ha sulla coscienza le morti di Moroni, Balzamo, Castellari, Cagliari e Gardini. L'unico che ha cercato di porre un freno a questa situazione, seppur con un decreto rivedibile, è stato Alfredo Biondi, ma è stato fermato da Maroni, e dai cittadini. Davigo ancora adesso, non solo non rinnega questo modus operandi "CRIMINALE", ma ne ribadisce la bontà ...
2) “Si dice aspettiamo le sentenze: ma il più delle volte le sentenze.
Verranno pronunciate sulla base di elementi che sono già noti all’inizio, per esempio il contenuto delle intercettazioni o documenti sequestrati. Cosa impedisce alla politica di fare un’autonomia valutazione? Certamente ci sono state persone che sono state dipinte dai mezzi d’informazione come colpevoli quando non lo erano, ma in compenso ci sono state persone condannate con sentenza irrevocabile che hanno fatto per cinque anni il deputato”.
Cosa gravissima, Davigo vuole mettere in discussione il principio di garantismo, il sistema di garanzie nella giustizia penale, con le dieci tesi di Luigi Ferrajoli:
- nessuna pena senza reato (principio di consequenzialità della pena al reato)
- nessun crimine senza legge (principio di legalità )
- nessuna legge penale senza necessità (principio di economia del diritto penale)
- nessuna necessità di legge penale senza danno (principio della offensività dell'evento)
- nessun danno senza azione (principio di materialità o esteriorità dell'azione)
- nessuna azione senza colpa (principio di colpevolezza o della responsabilità personale)
- nessuna colpa senza processo (principio di giurisdizionalità )
- nessun processo senza accusa (principio della separazione tra giudice e accusa)
- nessuna accusa senza prova (principio dell'onere della prova)
- nessuna prova senza difesa (principio del contraddittorio)
3) “Processiamo gente abbarbicata alla poltrona, che nessuno si sogna di mandare a casa malgrado condotte gravissime”.
Su di questo mi limito a dire... Intelligenti pauca... I giudici facciano i giudici e non i giustizialisti...