Modugno, minacce di morte al sindaco Magrone


BARI - "Devi fare la stessa fine di mio marito, morirai come mio marito", questa la minaccia ricevuta da Nicola Magrone, ex-magistrato ed ora sindaco di Modugno. La frase arriva dalla moglie di una delle vittime della strage di via Piemonte, consumatasi in stile mafioso nel maggio del 2013, nella zona Cecilia. La minaccia di morte è comparsa pubblicamente, sul profilo Facebook del primo cittadino modugnese, a seguito della rimozione di una targa affissa proprio sul luogo del delitto, con queste parole: "In ricordo di Antonio Romito, Claudio Fanelli, Vitantonio Fiore. Resterete per sempre nei nostri cuori. Gli amici. Bari 19.5.2013".

Nocola Magrone ha finora preferito non diffondere la notizia, che però è balzata alla cronaca locale dopo la convocazione in Prefettura di un Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. In un comunicato ufficiale, si legge: "Oggi, 19 aprile (data della convocazione, ndr) si è tenuta in prefettura la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduta dal prefetto, Carmela Pagano, con la partecipazione, tra gli altri, del sindaco del Comune di Modugno, dedicata all’analisi della situazione della sicurezza nell’area metropolitana di Bari e in particolare nel Comune di Modugno. Ad apertura della riunione, il Comitato ha espresso la piena e massima solidarietà al sindaco Nicola Magrone per le frasi offensive rivoltegli nei giorni scorsi sui social network a seguito della rimozione della targa metallica affissa in via Piemonte tra i civici 74 e 76, che “ricordava” l’omicidio di tre appartenenti alla criminalità ivi verificatosi il 19 maggio 2013".

"Non ho paura. Durante la mia carriera di magistrato ne ho vissute tante", commenta il sindaco. Oggi 75 enne alla guida di Modugno, Magrone fu pubblico ministero a Bari, presidente del tribunale di Larino, coordinatore delle indagini sull'assassinio della giovane Palmina Martinelli e pubblica accusa nel "Processo ai clan" dei primi anni '90. "Il fatto più preoccupante - riferisce il primo cittadino - non per la mia persona, ma per la nostra società, è che questa donna mi ha rivolto la minaccia senza nascondersi. Insomma ostenta uno status organizzativo inequivocabile".

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