Omeopatia: ci possiamo fidare?

di VITTORIO POLITO  — Oggi è la Giornata Internazionale della Medicina Omeopatica, della prevenzione medica e dei corretti stili di vita. I medici iscritti all’Albo ed esperti in Medicine Complementari apriranno i propri studi al pubblico per sensibilizzare i pazienti su mali di stagione, allergie, intossicazioni dell’organismo, dolori cronici, altri malesseri e relative terapie d’avanguardia
Omeopatia deriva dal greco ‘omòios’ (simile) e ‘pathos’ (malattia), ed è una dottrina ideata dal medico tedesco Samuel Hahnemann (1755-1843), che si basa sul principio per il quale le malattie vanno curate somministrando ai malati farmaci che, se erogati alle persone sane, producono in esse sintomi analoghi a quelli della malattia da curare. In sostanza il simile viene curato con il simile, gioco di parole che altro non è che il principio fondante di questa terapia (?).

La validità dell’omeopatia pare non sia stata dimostrata con esperimenti o ricerche, anzi in base ai principi della scienza medica ufficiale ne hanno addirittura dimostrata l’inefficacia. Il ricorso all’omeopatia può essere pericoloso se si abbandonano o ritardano terapie mediche di provata efficacia.

Attualmente, si legge in Wikipedia, «… nessuno studio scientifico pubblicato su riviste mediche di valore riconosciuto ha potuto dimostrare che l’omeopatia presenti, per una qualsiasi malattia, un’efficacia clinica che sia superiore all’effetto placebo» (sostanza farmacologicamente inerte e inattiva, che viene somministrata soprattutto per gli effetti psicologici che può avere sul paziente).
Inoltre l’omeopatia viene rifiutata dagli scienziati per la sua debolezza teorica (cioè l’incompatibilità dei suoi postulati con le odierne conoscenze chimiche) e per la mancanza di un meccanismo plausibile che ne possa spiegare il funzionamento. Per l’insieme di queste ragioni l’omeopatia è stata definita una pseudoscienza».

«Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità l’omeopatia non è una cura e non apporta alcun beneficio. Uno studio australiano condotto nel 2014 non ha riscontrato in essa alcuna efficacia superiore al semplice effetto placebo. Il 13 marzo 2003 il Tribunale penale di Catania ha assolto il giornalista Piero Angela dall’accusa di diffamazione per avere sostenuto in una puntata della trasmissione Superquark andata in onda nel 2001 che “l’omeopatia non è una cosa seria. Il rischio di curarsi con tale medicina non convenzionale è molto grande per i pazienti che hanno malattie gravi e soprattutto progressive”» (Wikipedia).

Alla luce di quanto sopra mi chiedo, perché optare per i farmaci omeopatici e perché gli stessi non sono accompagnati dal foglietto delle istruzioni o “bugiardino”? Le risposte che si leggono da più parti sono le seguenti.

1 – Perché stimola l’autoguarigione, ovvero la naturale capacità di ripresa dell’organismo, senza effetti dannosi o tossici; può essere somministrata a bambini ed anziani senza creare effetti collaterali.

2 - I farmaci omeopatici «non curano una malattia, ma un insieme di sintomi che possono corrispondere a numerose malattie e ad un numero illimitato di pazienti», quindi impossibile allegare informazioni relative a indicazioni e posologia del medicinale.
Inoltre, secondo un sondaggio di Omeoimprese, l’associazione che riunisce le maggiori aziende italiane produttrici di farmaci omeopatici, effettuato da Emg Acqua, che ha realizzato oltre 2 mila interviste su un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, ha evidenziato che il maggior vantaggio rilevato dall’utilizzo dei farmaci omeopatici è legato all’assenza di effetti collaterali e controindicazioni (18,2 per cento). Il 15,5 per cento li usa perché non sono tossici e l’11,9 perché ritiene siano particolarmente adatti contro disturbi meno gravi quali l’ansia, lo stress, la cistite, la gastrite. Al contempo, però, il 18,6 per cento degli intervistati continua a pensare che l’omeopatia sia meno efficace della medicina tradizionale, mentre un altro 18 per cento contesta il fatto che le terapie siano troppo lunghe.

Concludendo, l’omeopatia, è considerata una terapia complementare, più che alternativa, appartenente alle medicine non convenzionali e, nonostante la crisi in atto, il fatturato delle aziende aderenti a Omeoimprese è cresciuto del 3%, con tendenza all’ascesa. È un segnale confortante?