Panama Papers: si dimette premier islandese, spunta il tesoro dei Le Pen

ROMA - Iniziano a cadere le prime teste nel caso Panama Papers. Si è dimesso il premier islandese Sigmundur Gunnlaugsson, coinvolto nella vicenda. E la notizia è rimbalzata sui principali media internazionali. La Bbc online scrive che "il primo ministro islandese si è dimesso sull'onda dello scandalo. E' la prima 'vittima' dei Panama Papers".

L'attuale ministro dell'Agricoltura potrebbe prendere il suo posto, aggiunge la Bbc online. Gunnlaugsson poco prima aveva chiesto lo scioglimento del Parlamento, ma il presidente Olafur Ragnar Grimsson l'aveva respinto.

Intanto il "cerchio magico" di marine Le Pen, i più stretti collaboratori della presidente del Front National, sono accusati di aver messo in piedi "un sistema offshore sofisticato" nell'ambito di Panama Papers. Ma non solo Marine, anche Jean-Marie Le Pen sarebbe direttamente coinvolto nello scandalo finanziario.

Secondo il quotidiano Le Monde, infatti, una parte della ricchezza nota come "il tesoro" del fondatore del Front National è stata dissimulata attraverso la società offshore Balerton Marketing Limited, creata nei Caraibi nel 2000. Banconote, lingotti, monete d'oro, ci sarebbe di tutto nel "tesoro", intestato al prestanome Gerald Gerin, ex maggiordomo di Jean-Marie e della moglie Jany Le Pen.

(Marine Le Pen)
Si fa di ora in ora sempre più delicata intanto la posizione di David Cameron. Nuovi dettagli sullo schema attraverso il quale il padre Ian avrebbe nascosto per decenni al fisco britannico le sue fortune di broker della finanza conquistano l'apertura di alcuni giornali di Londra. La stampa rivela che Ian Cameron, morto nel 2010, avrebbe dirottato fin dal 1982 ingenti somme di denaro in Centro America, facendo ruotare in seno al board della sua societa' - la Blairmore Holdings - decine di prestanome caraibici.

(ANSA/EPA)
Un nuovo Wikileaks sta scuotendo in queste ore sino alle fondamenta il mondo politico e finanziario internazionale. Un'enorme massa di denaro sarebbe stata infatti dirottata negli ultimi anni da studi legali internazionali e banche verso paradisi fiscali per conto di criminali, leader politici e funzionari d'intelligence. A denunciarlo milioni di documenti fatti trapelare sui media internazionali, tra cui il Guardian, la Bbc e L'Espresso.

Le rivelazioni sono contenute in milioni di documenti, denominati 'Panama Papers', fatti trapelare da uno studio legale non molto noto, Mossack Fonseca, ma con sedi a Miami, Hong Kong, Zurigo e 35 altre localita'. Documenti passati al giornale tedesco Suddeutsche Zeitung e da questo condivisi poi con un pool di reporter investigativi di vari media internazionali fra cui i britannici Guardian e Bbc. Per l'Italia l'esclusiva è de L'Espresso.

Fra i beneficiari di questi schemi vi sarebbero persone indicate come vicine al presidente russo Vladimir Putin, familiari del leader cinese Xi Jinping, del presidente ucraino Poroshenko, del re saudita, dei premier di Islanda e Pakistan.

Nella lunga lista di nomi coinvolti nello scandalo figurano anche parenti e persone vicine al presidente siriano Bashar Al Assad, ma anche il defunto Muammar Gheddafi e l'ex presidente egiziano Hosni Mubarak.

L'elenco continua ad allungarsi di ora in ora e spazia dalla politica, allo spettacolo, allo sport. Tra gli altri ci sono i nomi del presidente dell'Argentina Mauricio Macri, di parenti del presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev.

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