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Per fare memoria delle vittime delle migrazioni, nel porto di Mitilene, a Lesbo, Papa Francesco, il patriarca ecumenico di Costantinopoli e l'arcivescovo ortodosso greco Hieronymos, dopo aver recitato ciascuno una preghiera e dopo un minuto di silenzio, hanno ricevono da tre bambini delle corone di alloro che hanno lanciato in mare dal molo.
"Voglio dirvi che non siete soli", e "questo è il messaggio che oggi desidero lasciarvi: non perdete la speranza!". Immergendosi tra le centinaia di profughi del Moria Camp di Lesbo, papa Francesco ha voluto portare fisicamente oggi la propria vicinanza e solidarietà a chi, spesso in condizioni disperate, fugge da guerre, persecuzioni e privazioni, lanciando un forte appello a che il mondo affronti questa che - ha detto ai giornalisti durante il volo da Roma - è "la catastrofe più grande dopo la seconda guerra mondiale".
L'ARRIVO - Il Papa è giunto sull'isola greca di Lesbo, meta della visita del Pontefice per incontrare i profughi nell'isola diventata emblema dell'emergenza. L'Airbus A-320 di Alitalia era decollato alle 7:17 dall'aeroporto di Fiumicino. Ad accogliere Francesco il premier greco Alexis Tsipras che lo accompagnerà insieme ai patriarchi ortodossi, Bartolomeo e Hieronimos, in questa visita umanitaria.
"Andiamo ad incontrare la catastrofe più grande dopo la seconda guerra mondiale", ha detto il Papa salutando i giornalisti sul volo per Lesbo.
"Questo è un viaggio diverso dagli altri, è un viaggio segnato dalla tristezza", ha continuato. "Negli altri viaggi andiamo ad incontrare la gente, c'è la gioia - ha aggiunto -. Questo viaggio è triste. Andiamo a vedere tanta gente che soffre e non sa dove andare. Non lo dico per amareggiare ma perché possiate con il vostro lavoro trasmettere lo stato d'animo" con il quale affronto la visita. Cuore della giornata sarà la visita al Moria Refugee Camp, il campo profughi che ospita circa 2.500 richiedenti asilo, provenienti soprattutto dalla Siria, ma anche da altri paesi del Medio Oriente, come Afghanistan e Iraq