Tra le novità più clamorose rientra indubbiamente l'ammissione dei divorziati risposati alla comunione. "Non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta irregolare vivano in stato di peccato mortale", perché "la Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti". Tutto questo però è ammesso a condizione che vi siano le quattro condizioni suggerite dal Sinodo, "umiltà, riservatezza, amore alla Chiesa e al suo insegnamento".
Lenta apertura anche nei confronti degli omosessuali, su cui è scritto che "ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto". Confermato, invece, il no al pensiero gender, in quanto appare "inquietante" che "alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini". Viene pertanto ribadito il dogma secondo cui il matrimonio cristiano "si realizza pienamente nell'unione tra un uomo e una donna".
Esplicito riferimento anche relativamente alle unioni civili, riguardo cui non c'è un'assoluta chiusura, ma neanche una completa apertura. Si legge che "altre forme di unione contraddicono radicalmente questo ideale mentre alcune lo realizzano almeno in modo parziale e analogo". Quindi "potranno essere valorizzati quei segni d'amore che riflettono l'amore di Dio" e queste circostanze andranno "affrontate in maniera costruttiva".
Un ambito in cui il Papa conferma le rigidità del passato è quello degli anticoncezionali, soprattutto ricordando che questa enciclica si collega all'Humanae Vitae di Paolo VI, strenua sostenitrice dei metodi naturali. "Le famiglie numerose sono una gioia per la Chiesa", scrive Francesco, anche se "la paternità responsabile non è procreazione illimitata o mancanza di consapevolezza", ma piuttosto "la possibilità data alle coppie di utilizzare la loro inviolabile libertà saggiamente e responsabilmente nelle realtà sociali e demografiche, così come la propria situazione e i legittimi desideri".
Un ambito in cui il Papa conferma le rigidità del passato è quello degli anticoncezionali, soprattutto ricordando che questa enciclica si collega all'Humanae Vitae di Paolo VI, strenua sostenitrice dei metodi naturali. "Le famiglie numerose sono una gioia per la Chiesa", scrive Francesco, anche se "la paternità responsabile non è procreazione illimitata o mancanza di consapevolezza", ma piuttosto "la possibilità data alle coppie di utilizzare la loro inviolabile libertà saggiamente e responsabilmente nelle realtà sociali e demografiche, così come la propria situazione e i legittimi desideri".
Infine, il pontefice rinnova il sostegno alle adozioni e agli affidamenti, auspicando una migliore legislazioni che agevoli le procedure, e ribadisce il secco no all'aborto.