Una “scarpa” contro l’ambulanza in transito, atto vandalico a Trani

TRANI - «E’ un gesto assolutamente deprecabile e che si aggiunge alle quotidiane difficoltà degli operatori del soccorso che devono superare mille barriere per compiere con professionalità e competenza il proprio lavoro». E’ lo sfogo, a nome di tutti i soccorritori ed autisti delle ambulanze del 118 di Andria e Trani, di Paolo Lullo, Governatore della Confraternita Misericordia di Andria.

Questa notte, attorno all’1.30, infatti, un gruppo di alcune persone ha pensato bene di macchiare una normale serata di lavoro e soccorso dell’equipe “Mike 12” della postazione di Trani del 118, con un atto deliberatamente vandalico che ha creato non poco spavento e disagio ai soccorritori, all’infermiere ed al medico presenti in quel momento sull’ambulanza. Una “scarpa” è stata lanciata contro il mezzo in transito in Corso Vittorio Emanuele sfiorando il finestrino che probabilmente avrebbe potuto anche rompersi nel caso l’oggetto lo avesse colpito in pieno. Visibile sull’ambulanza il segno provocato dallo sconsiderato gesto. L’equipe, infatti, era intenta nel raggiungere il domicilio di una persona tranese per compiere il loro dovere di soccorso e nell’ambulanza, fortunatamente, non vi erano pazienti a bordo del mezzo.

«L’equipe – dice Paolo Lullo – ha scelto di proseguire il proprio intervento senza fermarsi proprio per evitare di non compiere regolarmente il proprio dovere. Ma naturalmente il gesto resta gravissimo ed assolutamente da condannare. Gravi anche tutti i ripetuti screzi che quotidianamente i nostri operatori e volontari sono costretti a subire quando intervengono con l’ambulanza. A tutti i cittadini vorrei solo ricordare che un’ambulanza indica la necessità di un soccorso che in genere è assolutamente urgente e di conseguenza scegliere di parcheggiare autovetture in modo sconsiderato o chiedere di spostare l’ambulanza durante un intervento è qualcosa di estremamente negativo. Dateci la possibilità di lavorare – ha concluso Paolo Lullo – in modo da poter sempre essere operatori con il sorriso e non operatori che non possono svolgere il proprio compito».

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