A Roma in oltre 200 tra lavoratori e sindacalisti dell’Ugl Foggia

ROMA - Il maltempo non ha fermato gli oltre 200 tra lavoratori e sindacalisti dell’Ugl Foggia partiti, alle prime luci dell’alba dal capoluogo dauno e dai grandi centri cittadini di Manfredonia, San Severo e Orta Nova, per partecipare alla Festa del Lavoro celebrata, quest’anno a Roma presso il Palazzo della Civiltà del Lavoro, in viale Pasteur. Piazza storica allestita per ospitare, dalle 10.00 più di 10 mila tra Dirigenti sindacali delle categorie, rappresentanti Confederali ed iscritti provenienti da tutta Italia.

“Italia, Lavoro, Partecipazione sono le tre parole d’ordine per l’edizione 2016 della nostra Festa del Lavoro: Italia, perché il nostro Paese ha bisogno di un vero rilancio; Lavoro, perché, nell’era del ‘Jobs Act’, è sempre più povero di diritti e di opportunità soprattutto nel Mezzogiorno, per i giovani e per le donne; Partecipazione, perché noi dell’Ugl da 66 anni ci battiamo affinché diventi la chiave di volta del rilancio di singole aziende così come dell’intero sistema economico ad oggi ancora in stallo. Le riforme del governo, a partire dal ‘Jobs Act’, non stanno funzionando né funzioneranno senza l’apertura di una stagione di investimenti e di politica industriale, condivisa con le parti sociali”. Con queste parole il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, ha spiegato lo slogan scelto per il 1° Maggio.

Per Gabriele Taranto, Segretario provinciale dell’Ugl Foggia, “occorre ripartire dal confronto collaborativo con le istituzioni e le aziende sia pubbliche che private per riportare il ruolo della contrattazione e del sindacato al centro del dibattito sul lavoro. L’estrema flessibilità imposta dalle recenti normative – incalza il sindacalista - l’aumento dei voucher, la riduzione dei contratti a tempo indeterminato, e di quelli a termine, indicano una minore remora nelle assunzioni nel Mezzogiorno. Per la provincia di Foggia in particolare – prosegue il Segretario - i dati elaborati dai Centri per l’impiego e dagli Istituti nazionali di statistica ne rappresentano la ‘prova del nove’. In tema di ammortizzatori sociali, per esempio, se da una parte la nuova Aspi ha pesato sulla riserva di risorse, dall’altra la Cig è stata sostituita con i fondi di solidarietà, così – spiega Taranto - imprese e lavoratori si sono trovati a pagare di più. Soggetti produttivi che oggi, soprattutto al Sud, sostengono costi diventati insostenibili con il calo dell’occupazione, l’aumento del costo della vita e della pressione fiscale”, conclude Taranto.