di FRANCESCO GRECO — ALESSANO (Le) – Pare una citazione del “niet” del don Rodrigo di manzoniana memoria: “Questa statua non s'ha da fare!”. Paradosso Alessano. Nega una statua al suo figlio più illustre e famoso nel mondo (almeno in questo secolo): il “suo” don Tonino del quale è in corso la causa di beatificazione, e perciò potrebbe presto salire agli onori degli altari, con tutto quello che comporterà per la città che gli diede i natali e dove riposano le spoglie mortali.
Una storia lunga, che viaggia fra la Parrocchia e la Diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca, la Fondazione Don Tonino Bello e il Vaticano, i fratelli del prelato e il Comune, studi d'arte e studi tecnici, modulata sul surreale, dove i protagonisti assumono più ruoli nella commedia. Tutto è sfuggente, si offre a più letture.
La sola certezza è la generosità e l'amore per le proprie radici, identità, memoria, futuro della Pro Loco, che da sempre si spende per promuovere la città di Oronzo Gabriele Costa e Cesare Raho: storia, uomini famosi, bellezze, specificità territoriali nella cultura, l'arte, l'enogastronomia, ecc.: tutto quello che è sedimentato nel fluire del tempo.
La Pro Loco di Alessano (aderente all'UNPLI) si inscrive nel solco del volontariato migliore, militante, nobile, che ha a cuore le sorti della città, delle nuove generazioni. Tutto questo non è suggestione, ma documentato: 7 edizioni di successo della sagra d'agosto di un vecchio piatto locale (ficandò), 6 del Carnevale, contributi ad associazioni di assistenza del territorio: Cuore Amico, Insieme per i disabili, LILT, E ancora: l'organizzazione del servizio civile, il rifornimento della libreria dei bambini (5-10 anni) inaugurata alla scuola elementare, le panchine di Piazza don Tonino Bello (giù Assunzione), il restauro della statua di San Francesco e dell'antico orologio di Piazza Mercato fermo da oltre 70 anni, che ha commosso gli anziani facendo rivivere i tempi dell'infanzia, quando i rintocchi scandivano il duro lavoro dei campi, 5 anni di gestione dello IAT sulla piazza con viste guidate gratuite per conto di Pugliapromozione (Opendays, ecc.).
L'idea è del 2010. Il comitato-statua della Pro Loco, guidato da Pietro Spiga, raccoglie i primi fondi. Ma è nel 2014 che diviene più concreta. Il presidente Paolo Piccinni (dal 2008, oggi in uscita) e il direttivo individuano nel leccese Luigi De Mitri l'artista che può dare sostanza figurativa ed estetica all'idea.
E' ben introdotto in Vaticano (ha realizzato i dipinti di un libro donato al Papa Emerito Benedetto XVI), restaurato la Chiesa dei Santi Martiri a Otranto, è docente e critico d'arte. De Mitri elabora dei bozzetti (foto) e “vede” l'opera in progress. Dal nero di china ai denari occorrenti per il bronzo, la fonderia di Verona, il piedistallo di marmo e quant'altro, il passo è automatico.
Siccome la “politica” della Pro Loco è la massima condivisione (con la Chiesa locale, il Municipio, i fratelli di don Tonino, la Fondazione, i cittadini) e trasparenza, una delegazione si reca a Ugento dal Vescovo, che approva l'idea: “Verrò a benedirla...”, promette Monsignor Vito Angiuli.
Nel frattempo la causa di beatificazione prosegue. A Giovinazzo (Bari), il cortile del convento di frate Cionfoli ospita la statua (don Tonino fu Vescovo di questa città, e di Molfetta, Ruvo di Puglia e Terlizzi dall'83 alla morte) e un'altra fa giù da tempo bella mostra di sé a Tricase, in Piazzetta Dell'Abate: il vescovo “costruttore di pace” guidò la Parrocchia della Natività di questa città e sul sagrato della Chiesa di San Domenico, il 30 ottobre 1982 fu “cantato” vescovo.
A questo punto la storia vira paradossalmente nel metafisico. Le cose non sono più come appaiono, le persone cambiano impercettibilmente opinione. Il parroco per esempio chiosa una valutazione estetica sui bozzetti del maestro De Mitri: “Non esprimono la spiritualità di don Tonino”, e aggiunge che forse la statua potrebbe rallentare il processo di beatificazione. Intanto, però, all'inaugurazione della Casa di Accoglienza intitolata a don Tonino, ospitando il cardinal Bagnasco, mostra un dipinto (3 x 2) di Giuseppe Afrune. Il sindaco a sua volta diventa tiepido, elusivo: il Comune nicchia.
E mentre prosegue con successo la raccolta di fondi, Piccinni percepisce il vento ostile e il 13 maggio 2014 prende carta e penna scrive a Papa Francesco. Nel frattempo la città discute della probabile location della statua (3 metri e 60 cm.) e alle due iniziali (di fronte alla chiesa o al municipio, sempre sulla piazza intitolata al Vescovo di Molfetta morto il 20 aprile1993), l'ing. Vito Ciardo in una relazione ne aggiunge altre due: al posto della vecchia fontana dell'AP o sotto la Torre dell'Orologio, sempre sulla piazza omonima.
Ma il progetto è ormai finito nelle sabbie mobili tipiche di un Sud dove l'ideologia prevale sulla realpolitik, dettano legge i personalismi e dietro al “particulare” si perde di vista il bene comune. Ora ad Alessano è campagna elettorale, e si spera che i prossimi amministratori diano l'input decisivo per la realizzazione del sogno della Pro Loco, che si trasfigura in quello di tutta la popolazione affezionata al “suo” don Tonino.
Una storia lunga, che viaggia fra la Parrocchia e la Diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca, la Fondazione Don Tonino Bello e il Vaticano, i fratelli del prelato e il Comune, studi d'arte e studi tecnici, modulata sul surreale, dove i protagonisti assumono più ruoli nella commedia. Tutto è sfuggente, si offre a più letture.
La sola certezza è la generosità e l'amore per le proprie radici, identità, memoria, futuro della Pro Loco, che da sempre si spende per promuovere la città di Oronzo Gabriele Costa e Cesare Raho: storia, uomini famosi, bellezze, specificità territoriali nella cultura, l'arte, l'enogastronomia, ecc.: tutto quello che è sedimentato nel fluire del tempo.
La Pro Loco di Alessano (aderente all'UNPLI) si inscrive nel solco del volontariato migliore, militante, nobile, che ha a cuore le sorti della città, delle nuove generazioni. Tutto questo non è suggestione, ma documentato: 7 edizioni di successo della sagra d'agosto di un vecchio piatto locale (ficandò), 6 del Carnevale, contributi ad associazioni di assistenza del territorio: Cuore Amico, Insieme per i disabili, LILT, E ancora: l'organizzazione del servizio civile, il rifornimento della libreria dei bambini (5-10 anni) inaugurata alla scuola elementare, le panchine di Piazza don Tonino Bello (giù Assunzione), il restauro della statua di San Francesco e dell'antico orologio di Piazza Mercato fermo da oltre 70 anni, che ha commosso gli anziani facendo rivivere i tempi dell'infanzia, quando i rintocchi scandivano il duro lavoro dei campi, 5 anni di gestione dello IAT sulla piazza con viste guidate gratuite per conto di Pugliapromozione (Opendays, ecc.).
L'idea è del 2010. Il comitato-statua della Pro Loco, guidato da Pietro Spiga, raccoglie i primi fondi. Ma è nel 2014 che diviene più concreta. Il presidente Paolo Piccinni (dal 2008, oggi in uscita) e il direttivo individuano nel leccese Luigi De Mitri l'artista che può dare sostanza figurativa ed estetica all'idea.
E' ben introdotto in Vaticano (ha realizzato i dipinti di un libro donato al Papa Emerito Benedetto XVI), restaurato la Chiesa dei Santi Martiri a Otranto, è docente e critico d'arte. De Mitri elabora dei bozzetti (foto) e “vede” l'opera in progress. Dal nero di china ai denari occorrenti per il bronzo, la fonderia di Verona, il piedistallo di marmo e quant'altro, il passo è automatico.
Siccome la “politica” della Pro Loco è la massima condivisione (con la Chiesa locale, il Municipio, i fratelli di don Tonino, la Fondazione, i cittadini) e trasparenza, una delegazione si reca a Ugento dal Vescovo, che approva l'idea: “Verrò a benedirla...”, promette Monsignor Vito Angiuli.
Nel frattempo la causa di beatificazione prosegue. A Giovinazzo (Bari), il cortile del convento di frate Cionfoli ospita la statua (don Tonino fu Vescovo di questa città, e di Molfetta, Ruvo di Puglia e Terlizzi dall'83 alla morte) e un'altra fa giù da tempo bella mostra di sé a Tricase, in Piazzetta Dell'Abate: il vescovo “costruttore di pace” guidò la Parrocchia della Natività di questa città e sul sagrato della Chiesa di San Domenico, il 30 ottobre 1982 fu “cantato” vescovo.
A questo punto la storia vira paradossalmente nel metafisico. Le cose non sono più come appaiono, le persone cambiano impercettibilmente opinione. Il parroco per esempio chiosa una valutazione estetica sui bozzetti del maestro De Mitri: “Non esprimono la spiritualità di don Tonino”, e aggiunge che forse la statua potrebbe rallentare il processo di beatificazione. Intanto, però, all'inaugurazione della Casa di Accoglienza intitolata a don Tonino, ospitando il cardinal Bagnasco, mostra un dipinto (3 x 2) di Giuseppe Afrune. Il sindaco a sua volta diventa tiepido, elusivo: il Comune nicchia.
E mentre prosegue con successo la raccolta di fondi, Piccinni percepisce il vento ostile e il 13 maggio 2014 prende carta e penna scrive a Papa Francesco. Nel frattempo la città discute della probabile location della statua (3 metri e 60 cm.) e alle due iniziali (di fronte alla chiesa o al municipio, sempre sulla piazza intitolata al Vescovo di Molfetta morto il 20 aprile1993), l'ing. Vito Ciardo in una relazione ne aggiunge altre due: al posto della vecchia fontana dell'AP o sotto la Torre dell'Orologio, sempre sulla piazza omonima.
Ma il progetto è ormai finito nelle sabbie mobili tipiche di un Sud dove l'ideologia prevale sulla realpolitik, dettano legge i personalismi e dietro al “particulare” si perde di vista il bene comune. Ora ad Alessano è campagna elettorale, e si spera che i prossimi amministratori diano l'input decisivo per la realizzazione del sogno della Pro Loco, che si trasfigura in quello di tutta la popolazione affezionata al “suo” don Tonino.