Ambiente, a Bari "Fragilita’ geomorfologia e pericolosita’ di frane"
di DONATO FORENZA — Nell’ambito della Pianificazione territoriale e della prevenzione ambientale grande rilevanza assume il problema dell’analisi della vulnerabilità del territorio e del paesaggio. In tale contesto l’Accademia Pugliese delle Scienze della quale è Presidente il Prof. Eugenio Scandale, ha organizzato un importante seminario svoltosi Giovedì 26 Maggio 2016, alle ore 17,00 nell’Auditorium di Villa La Rocca in Via Celso Ulpiani, 27 in Bari. Relatore è stato il Prof. Francesco Sdao, Pro Rettore dell’Università degli Studi della Basilicata che ha tenuto una interessante conferenza sul tema: "Fragilita’ geomorfologia e pericolosita’ di frane in Basilicata".
La trattazione ha previsto le cause delle frane e dei dissesti idrogeologici tra cui l’abbandono dei terreni collinari e montani, che crea la desertificazione socio economica delle aree interne, l’abusivismo costiero, l’occupazione di aree fluviali e la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua aggravano le condizione di fragilità del territorio italiano. Le Regioni del Mezzogiorno che potranno contare anche su fondi strutturali Ue e sul Fondo sviluppo coesione, hanno presentato numerosi progetti e si attestano ai primi posti: la Campania con 2.995 milioni, la Sicilia con 1.937 milioni, la Puglia con 1444 milioni, la Sardegna con 1.173milioni, la Basilicata con 968 milioni.
I dati sono allarmanti: dai primi anni nel secondo dopoguerra, su 8.300 chilometri di fascia costiera italiana circa il 42% è soggetto a fenomeni di erosione. Il dissesto costa al Paese 5,5 miliardi l’anno: gli eventi naturali non si possono fermare ma è possibile, attraverso la manutenzione e l'uso del suolo, ridurne le conseguenze negative. Particolare rilevanza è stata data a studi effettuati in provincia di Matera. Il dissesto idrogeologico in Basilicata richiede una vasta attività per, prevenire, informare e intervenire.
La trattazione ha previsto le cause delle frane e dei dissesti idrogeologici tra cui l’abbandono dei terreni collinari e montani, che crea la desertificazione socio economica delle aree interne, l’abusivismo costiero, l’occupazione di aree fluviali e la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua aggravano le condizione di fragilità del territorio italiano. Le Regioni del Mezzogiorno che potranno contare anche su fondi strutturali Ue e sul Fondo sviluppo coesione, hanno presentato numerosi progetti e si attestano ai primi posti: la Campania con 2.995 milioni, la Sicilia con 1.937 milioni, la Puglia con 1444 milioni, la Sardegna con 1.173milioni, la Basilicata con 968 milioni.
I dati sono allarmanti: dai primi anni nel secondo dopoguerra, su 8.300 chilometri di fascia costiera italiana circa il 42% è soggetto a fenomeni di erosione. Il dissesto costa al Paese 5,5 miliardi l’anno: gli eventi naturali non si possono fermare ma è possibile, attraverso la manutenzione e l'uso del suolo, ridurne le conseguenze negative. Particolare rilevanza è stata data a studi effettuati in provincia di Matera. Il dissesto idrogeologico in Basilicata richiede una vasta attività per, prevenire, informare e intervenire.