BARI - “Nel settembre 2015, a seguito di una mia richiesta esplicita sull'emergenza cinghiali, l'assessore regionale Leonardo Di Gioia provvedeva immediatamente a convocare il Comitato tecnico Faunistico Regionale in seduta pubblica per un'audizione dei diversi soggetti interessati alla problematica. Dopo l’incontro l’assessore Di Gioia facendo proprio il mio invito istituiva un gruppo tecnico di cui facevano parte Gennaro Russo dirigente AP. Caccia e Pesca Regione Puglia; Barbara Franzetti, Ispra; Nicola Cavallo Prov. di Taranto; Laurence Jemmett, direttore veterinario ASL BA; Giovanni Ferrara, tecnico faunistico Atc Bari; Onofrio Mongelli, Uff. Sanità Veterinaria Reg. Puglia; Annagrazia Frassanito, Parco Alta Murgia; Marco Dattoli, segreteria Assessore”, in una nota il consigliere regionale e componente del Comitato faunistico venatorio del Consiglio regionale, Gianni Stea, ricostruisce la questione, al momento irrisolta delle problematiche connesse alla presenza di branchi di cinghiali, con danni agli ecosistemi agro-forestali e, soprattutto seri rischi per l'incolumità delle persone.
“Il gruppo tecnico - prosegue Stea - proponeva la stesura di apposito Regolamento per la programmazione e pianificazione del prelievo venatorio e del controllo del cinghiale che contemperasse le diverse forme di caccia al fine di contenerne la diffusione. Della bozza di regolamento, da sottoporre preventivamente alla supervisione dell'Ispre, se ne occupava Giovanni Ferrara (Atc Bari). L'Atc Bari è commissariato e l'attuale commissario è il prof. Antonio Camarda della Facoltà di Medicina Veterinaria di Bari, esperto di fauna selvatica e responsabile scientifico dell'Osservatorio faunistico regionale, che pur non facendo parte del Gruppo tecnico di lavoro non ha fatto mancare il suo apporto scientifico alla redazione del documento che quindi è stato trasmesso dallo stesso Camarda all'Area Metropolitana di Bari ed alla Regione Puglia affinché, per quanto di competenza, fosse valutato e tenuto in conto nell’ambito della programmazione delle attività che attengono la gestione di questa specie su scala sia regionale che provinciale. Il documento, nasce sulla scorta delle linee guida nazionali tracciate nel corso di un convegno scientifico tenutosi a Bologna il primo dicembre scorso - al quale l’Atc di Bari ha partecipato -, recependone in toto pareri e suggerimenti degli esperti dell’Istituto Superiore per la ricerca ambientale (ISPRA)".
"In pratica si intende promuovere un'attenta programmazione mediante la redazione del Piano di Gestione della specie su scala provinciale che vede la suddivisione del territorio in Distretti di caccia, la redazione del Piano di prevenzione dei danni alle coltivazioni agro-forestali, gli interventi gestionali, la valutazione della loro efficacia, il monitoraggio corretto dei danni e la stima dell'andamento demografico delle popolazioni di cinghiale ed un commisurato Piano di prelievo, nonché l'importantissimo monitoraggio sanitario delle carni di cinghiale mediante il controllo dei capi abbattuti in appositi centri. Tra le tecniche di prelievo del cinghiale vi è la Braccata, la Girata da praticarsi nelle aree vocate alla specie, la Caccia di Selezione da praticarsi nelle aree problematiche e nelle aree non vocate, volta a contenere i danni e l'espansione della specie. Sono anche contemplate le modalità per eseguire gli interventi di controllo. Fondamentale è la formazione dei soggetti che svolgono le diverse forme di caccia e controllo soprattutto nell'ottica di migliorare la sicurezza nello svolgimento delle azioni di caccia”.
Ricostruiti i fatti, Gianni Stea chiede ora che il regolamento possa essere recepito, rappresentando anche un’ulteriore tappa verso la piena ed attiva collaborazione tra Regione Puglia, Province ed ATC pugliesi, nell’interesse dell’ambiente e in un’ottica di corretta ed innovativa gestione delle risorse faunistiche.
“Il gruppo tecnico - prosegue Stea - proponeva la stesura di apposito Regolamento per la programmazione e pianificazione del prelievo venatorio e del controllo del cinghiale che contemperasse le diverse forme di caccia al fine di contenerne la diffusione. Della bozza di regolamento, da sottoporre preventivamente alla supervisione dell'Ispre, se ne occupava Giovanni Ferrara (Atc Bari). L'Atc Bari è commissariato e l'attuale commissario è il prof. Antonio Camarda della Facoltà di Medicina Veterinaria di Bari, esperto di fauna selvatica e responsabile scientifico dell'Osservatorio faunistico regionale, che pur non facendo parte del Gruppo tecnico di lavoro non ha fatto mancare il suo apporto scientifico alla redazione del documento che quindi è stato trasmesso dallo stesso Camarda all'Area Metropolitana di Bari ed alla Regione Puglia affinché, per quanto di competenza, fosse valutato e tenuto in conto nell’ambito della programmazione delle attività che attengono la gestione di questa specie su scala sia regionale che provinciale. Il documento, nasce sulla scorta delle linee guida nazionali tracciate nel corso di un convegno scientifico tenutosi a Bologna il primo dicembre scorso - al quale l’Atc di Bari ha partecipato -, recependone in toto pareri e suggerimenti degli esperti dell’Istituto Superiore per la ricerca ambientale (ISPRA)".
"In pratica si intende promuovere un'attenta programmazione mediante la redazione del Piano di Gestione della specie su scala provinciale che vede la suddivisione del territorio in Distretti di caccia, la redazione del Piano di prevenzione dei danni alle coltivazioni agro-forestali, gli interventi gestionali, la valutazione della loro efficacia, il monitoraggio corretto dei danni e la stima dell'andamento demografico delle popolazioni di cinghiale ed un commisurato Piano di prelievo, nonché l'importantissimo monitoraggio sanitario delle carni di cinghiale mediante il controllo dei capi abbattuti in appositi centri. Tra le tecniche di prelievo del cinghiale vi è la Braccata, la Girata da praticarsi nelle aree vocate alla specie, la Caccia di Selezione da praticarsi nelle aree problematiche e nelle aree non vocate, volta a contenere i danni e l'espansione della specie. Sono anche contemplate le modalità per eseguire gli interventi di controllo. Fondamentale è la formazione dei soggetti che svolgono le diverse forme di caccia e controllo soprattutto nell'ottica di migliorare la sicurezza nello svolgimento delle azioni di caccia”.
Ricostruiti i fatti, Gianni Stea chiede ora che il regolamento possa essere recepito, rappresentando anche un’ulteriore tappa verso la piena ed attiva collaborazione tra Regione Puglia, Province ed ATC pugliesi, nell’interesse dell’ambiente e in un’ottica di corretta ed innovativa gestione delle risorse faunistiche.