Lewis Hamilton precede Daniel Ricciardo (© Copyright ANSA/AP) |
DI PIERO LADISA. Nella terra dove l’azzardo è di casa, serviva una strategia “all-in” per conquistare la vittoria in un pazzo Gran Premio, iniziato con la pioggia e con la Safety Car che ha dettato l’andatura per i primi 7 giri. Dalla roulette monegasca esce il nome di Lewis Hamilton, che trionfa tra le stradine del Principato cancellando (finalmente!) lo zero dalla casella delle vittorie stagionali. Un successo importantissimo (atteso dal GP di Austin dello scorso ottobre), che permette all’inglese di rimettersi in carreggiata per il titolo, favorito anche da un Nico Rosberg sottotono. Il tedesco – sempre leader del Mondiale, ma con soli 24 punti di vantaggio nei confronti del compagno di squadra – chiude solamente 7°. A premiare il campione del mondo è una strategia a dir poco “folle”, con l’inglese che – al contrario dei rivali – non monta le gomme intermedie, ma passa direttamente dalle coperture da bagnato alle slick, montando le ultrasoft al giro numero 31.
Da quel preciso momento, Hamilton costruisce il proprio capolavoro. Perché l’alfiere della Stella percorre la bellezza di 47 tornate con le ultramorbide Pirelli (impensabile alla vigilia), tenendo a bada un indiavolato Daniel Ricciardo su supersoft che tenta in tutti i modi di recuperare la leadership persa durante la seconda sosta. Dopo il Montmelò, l’australiano è ancora una volta una vittima della strategia suicida della Red Bull. Ma l’errore andato in scena quest’oggi ha del clamoroso, con i meccanici che si sono fatti trovare impreparati quando la RB12 numero 3 rientra ai box per passare alle coperture da asciutto. Una perdita di tempo (10” circa) che è pesata come un macigno sull’economia della gara. Recuperato il terreno perso, Ricciardo ha tentato l’affondo nei confronti di Hamilton, ma quest’ultimo ha chiuso anche in maniera rude (come nel caso del contatto sfiorato dopo la chicane del Porto, con l’inglese che chiude all’esterno il rivale non venendo sanzionato dalla direzione gara) ogni minimo spazio all’australiano. Ad occupare il gradino più basso del podio troviamo Sergio Perez, che porta per la prima volta in stagione la Force India nella Top Three. Il messicano è riuscito a tenere a bada la Ferrari - alla prima gara giù dal podio in questo 2016 - di Sebastian Vettel. Alle spalle del tedesco del Cavallino c’è uno straordinario Fernando Alonso che ha la meglio sulla Force India di Nico Hulkenberg e sulla Mercedes di Rosberg. Completano la Top Ten Sainz, Button e Massa.
Anche in questa edizione della corsa monegasca non sono mancati gli incidenti, che hanno costretto la direzione di gara a ricorrere alla Virtual Safety Car. Ad aprire la “sagra dei crash” è Jolyon Palmer, andato a sbattere alla staccata della Santa Devota. Poi è toccato a Kimi Raikkonen, a muro (rottura ala anteriore) al tornatino del Loews. Anche Max Verstappen, dopo una grande rimonta che lo aveva portato in Top Ten, alza bandiera bianca dopo aver stampato la sua Red Bull a Massenet. Per l’olandesino si è trattato di un autentico week-end col botto, che lo ha visto andare a muro tre volte. Battaglia fratricida invece in casa Sauber, dove Felipe Nasr e Marcus Ericsson (sconterà una penalità di tre posizioni sulla griglia di partenza del GP di Canada) sono venuti a contatto alla Rascasse, con entrambi costretti al ritiro poco dopo. Completano l’elenco dei ritirati Kevin Magnussen (anche il danese non è stato immune da errori) e Daniil Kvyat, alle prese con problemi alla frizione nelle battute iniziale della corsa, ritiratosi dopo alcuni contatti - l'ultimo dei quali alla Rascasse - proprio con la Renault di Magnussen. Ritenuto colpevole della collisione, il russo della Toro Rosso sconterà come Ericsson una penalizzazione di tre posizioni nell'appuntamento di Montreal.