ROMA - “Nessuna cordata, nazionale o internazionale, sarà in grado di accollarsi per davvero i mille problemi dell’Ilva, siano essi strutturali o legati a bonifiche ambientali, che sono ferme da anni sulla carta. Il gigante dell’acciaio è gravemente malato, una patologia che ha contagiato profondamente la città di Taranto e i suoi abitanti. Ogni progetto di rilancio che nelle prossime settimane verrà sbandierato dai media, tra i lavoratori e nei palazzi delle istituzioni, se attuato seguendo le regole, nella piena tutela dei lavoratori, dell’ambiente e della città , risulterebbe antieconomico. Ilva non si può curare, bensì si deve superare”, così l’onorevole Vincenza Labriola capogruppo del Gruppo Misto in commissione Lavoro alla Camera.
“Altro nodo riguarda i dipendenti dell’azienda, ai quali i nuovi acquirenti dovranno garantire il posto di lavoro solamente per due anni, quando sarà rimesso tutto in discussione – prosegue Labriola –. L’unica strada attuabile, che consentirebbe a Taranto di disegnarsi un nuovo domani, è quella del superamento dell’Ilva, attraverso una riconversione ecologica dell’economia locale, come avvenuto con successo in Germania nel distretto della Ruhr”.
“Altro nodo riguarda i dipendenti dell’azienda, ai quali i nuovi acquirenti dovranno garantire il posto di lavoro solamente per due anni, quando sarà rimesso tutto in discussione – prosegue Labriola –. L’unica strada attuabile, che consentirebbe a Taranto di disegnarsi un nuovo domani, è quella del superamento dell’Ilva, attraverso una riconversione ecologica dell’economia locale, come avvenuto con successo in Germania nel distretto della Ruhr”.