Gli allevatori aderenti alla Coldiretti Puglia hanno manifestato per richiamare l'attenzione sul prezzo del latte alla stalla.
Secondo i dati diffusi dall'associazione agricola il prezzo è “crollato del 20% negli ultimi 3 mesi fino a 0,35 euro al litro, mentre il costo del latte fresco, nel passaggio dalla stalla allo scaffale, si è moltiplicato attestandosi attorno ad 1,50 euro”.
Gli allevatori lamentano "l'importazione sconsiderata dall'estero di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari fintamente made in Puglia".
“Le vostre lotte – ha dichiarato stamattina Emiliano - sono quelle non solo della Coldiretti ma di tutta l’agricoltura pugliese.
Voi sensibilizzate l’opinione pubblica sulle tante “frodi legali”, quelle tecniche con cui si gioca con le norme per danneggiare la gente per bene che produce in modo chiaro, con una filiera evidente, sottoponendosi ai controlli.
E poi si utilizzano il nome Italia, il nome Puglia, per connotare prodotti che senza quei nomi non comprerebbe nessuno: perché nessuno comprerebbe, per fare un esempio, mozzarelle thailandesi, con tutto il rispetto per la Thailandia che evidentemente fa altri prodotti altrettanto buoni, ma le mozzarelle thailandesi non le comprerebbe nessuno.
La Puglia ha il dovere di combattere per tutelare il proprio territorio.
Noi ci siamo sempre: quando ad esempio arriva il grano estero al porto di Bari e le cose non funzionano, ci siamo noi. E qualcuno borbotta pure, perché ho letto anche qualche nota stampa che dice “cosa ci fa il presidente della Regione al porto a bloccare le navi” perché è chiaro che qualcosa succede quando si fanno le verifiche.
Mi auguro che qualcosa succeda anche per la produzione del latte, che è un alimento simbolo, che fa parte di quel minimo vitale che ciascuna famiglia deve avere.
Ed è un elemento preziosissimo ma anche pericolosissimo. Perché siccome è molto delicato, qualunque tipo di elemento può inserirsi in questa filiera e rovinare la qualità del latte.
E’ chiaro che sapere da dove viene, da quali aziende viene prodotto e da chi viene garantito è essenziale.
Perché apparentemente il latte è tutto uguale e la tracciabilità è l’unico modo di salvare i nostri allevatori e di metterli in condizioni di conquistare – nella misura che ci compete – quello ci spetta”.
“Ognuno – ha detto agli allevatori riuniti oggi - quindi produca a casa sua in modo proporzionato, stia nei costi. Perché per andare a conquistare i mercati esteri, secondo voi, cosa fanno i produttori di altre nazioni?
Abbassano la qualità di tutta la filiera, perché in quel modo arrivano a prezzi stracciati in Italia dove i controlli sono più difficili per il loro latte e fanno chiudere il 50% delle nostre stalle, con un danno incalcolabile per la nostra economia”.
“Nella etichetta che vogliamo per il latte – ha concluso - si scriverà cosa è e da chi viene prodotta: come facciamo in tutti gli atti di governo. L’etichetta è un atto politico che consente a tutti noi di capire cosa succede per evitare che i furbi abbiano la meglio".
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