“Lavorare in rete”, il progetto di AIPD: lavorare è “normale” per tutti
di LUIGI LAGUARAGNELLA — Stanno per concludersi i tirocini formativi iniziati nel 2015 che grazie all’Aipd, l’associazione Italiana Persone Down con la forte collaborazione dell’IFOA e della Fondazione con il Sud e alla disponibilità degli imprenditori locali, hanno permesso ad alcune persone con la sindrome Down di cimentarsi in una vera e propria esperienza lavorativa, valorizzando le loro potenzialità e soprattutto incrementando la sensibilità delle comunità aziendali, ma anche civile. Dalla conferenza stampa, a conclusione di questo percorso, sono emersi aspetti del lavoro come elemento di emancipazione, del lavoro come ricchezza relazionale, del lavoro come scoperta dei propri limiti e delle proprie potenzialità, del lavoro come fattore “normale” per tutti.
“Lavoriamo in rete”, il titolo del progetto ha inserito presso Bacio di Latte, Ikea e il centro anziani “Opera Don Guanella soggetti con sindrome di Down nei rispettivi staff di lavoro per un totale di 7 inserimenti a tempo indeterminato; 6 tirocini della durata di 6 mesi all’interno del programma Garanzia Giovani e l’avvio di altri 2 tirocini che saranno attivati entro dicembre 2016. Gli inserimenti a tempo indeterminato sarebbero diventati 9, ma 2 aziende, dopo aver fatto svolgere il tirocinio per 24 mesi non ha ritenuto opportuno non far continuare l’esperienza ai ragazzi che non hanno neanche ricevuto il rimborso dovuto.
Il progetto è nato circa 10 anni fa come sfida: il Servizio di Inserimento Lavorativo dell’AIPD di Bari, coordinato da Viviana Lagattolla, ha pensato ad un modo per rendere collocabili le persone con sindrome di Down che, in età adulta, sia per l’invalidità al 100% sia per un clima generale di pregiudizio non venivano valorizzati in un ruolo sociale attivo e riconosciuto. Finalmente grazie ad un percorso culturale della comunità sociale e all’impegno delle famiglie e di professionisti si può dire che è diventato “normale” vedere persone Down che passeggiano sole per strada, che si innamorano, che prendono l’autobus autonomamente, che si dirigono verso il posto di lavoro. La presidente di AIPD di Bari Maria Gabriella De Napoli è la voce piacevolmente soddisfatta di questo lungo percorso che ha visto l’impegno anche delle famiglie: “Il progetto è un bilancio di quanto fatto da AIPD Bari in ben dieci anni di attività tesa all'inserimento lavorativo di persone meritevoli di realizzarsi pienamente nel mondo del lavoro esattamente come tutti gli altri perché, contrariamente a quanto si possa pensare, sono pienamente in grado di acquisire e utilizzare elevate professionalità”. La presidente, inoltre, percepisce la sensibilità di Bari e della sua amministrazione ad essere propulsore e ad ascoltare le necessità delle associazioni.
Il consigliere Giuseppe Muolo, traendo spunto dai numerosi elementi positivi di questo progetto si esprime così: “Questo progetto rappresenta per l'amministrazione comunale il modo migliore per celebrare la festa del lavoro da poco trascorsa. Si parla di un lavoro svolto da persone che hanno superato i propri limiti, che si impegnano con tutta la volontà e la determinazione per inserirsi nel tessuto sociale, e che considerano il lavoro come il migliore strumento di emancipazione e di crescita personale”.
Attraverso il lavoro le persone con sindrome Down, anche con l’accompagnamento di un tutor ricoprono mansioni e responsabilità, collaborano con uno staff lavorativo. Insomma sono messi in gioco attivamente. La loro dedizione, la costanza e l’impegno nel contesto lavorativo, poi, giova a tutto l’ambiente come hanno testimoniato i responsabili di Bacio di Latte e Ikea. Contribuiscono a creare un clima professionale e umano che migliora le prestazioni responsabilizza i colleghi.
L’esito di “Lavorare in rete” è che probabilmente, imparando dalla volontà delle persone Down, il lavoro permette di far credere nelle proprie capacità. Questo è un insegnamento che vale per tutti.
“Lavoriamo in rete”, il titolo del progetto ha inserito presso Bacio di Latte, Ikea e il centro anziani “Opera Don Guanella soggetti con sindrome di Down nei rispettivi staff di lavoro per un totale di 7 inserimenti a tempo indeterminato; 6 tirocini della durata di 6 mesi all’interno del programma Garanzia Giovani e l’avvio di altri 2 tirocini che saranno attivati entro dicembre 2016. Gli inserimenti a tempo indeterminato sarebbero diventati 9, ma 2 aziende, dopo aver fatto svolgere il tirocinio per 24 mesi non ha ritenuto opportuno non far continuare l’esperienza ai ragazzi che non hanno neanche ricevuto il rimborso dovuto.
Il progetto è nato circa 10 anni fa come sfida: il Servizio di Inserimento Lavorativo dell’AIPD di Bari, coordinato da Viviana Lagattolla, ha pensato ad un modo per rendere collocabili le persone con sindrome di Down che, in età adulta, sia per l’invalidità al 100% sia per un clima generale di pregiudizio non venivano valorizzati in un ruolo sociale attivo e riconosciuto. Finalmente grazie ad un percorso culturale della comunità sociale e all’impegno delle famiglie e di professionisti si può dire che è diventato “normale” vedere persone Down che passeggiano sole per strada, che si innamorano, che prendono l’autobus autonomamente, che si dirigono verso il posto di lavoro. La presidente di AIPD di Bari Maria Gabriella De Napoli è la voce piacevolmente soddisfatta di questo lungo percorso che ha visto l’impegno anche delle famiglie: “Il progetto è un bilancio di quanto fatto da AIPD Bari in ben dieci anni di attività tesa all'inserimento lavorativo di persone meritevoli di realizzarsi pienamente nel mondo del lavoro esattamente come tutti gli altri perché, contrariamente a quanto si possa pensare, sono pienamente in grado di acquisire e utilizzare elevate professionalità”. La presidente, inoltre, percepisce la sensibilità di Bari e della sua amministrazione ad essere propulsore e ad ascoltare le necessità delle associazioni.
Il consigliere Giuseppe Muolo, traendo spunto dai numerosi elementi positivi di questo progetto si esprime così: “Questo progetto rappresenta per l'amministrazione comunale il modo migliore per celebrare la festa del lavoro da poco trascorsa. Si parla di un lavoro svolto da persone che hanno superato i propri limiti, che si impegnano con tutta la volontà e la determinazione per inserirsi nel tessuto sociale, e che considerano il lavoro come il migliore strumento di emancipazione e di crescita personale”.
Attraverso il lavoro le persone con sindrome Down, anche con l’accompagnamento di un tutor ricoprono mansioni e responsabilità, collaborano con uno staff lavorativo. Insomma sono messi in gioco attivamente. La loro dedizione, la costanza e l’impegno nel contesto lavorativo, poi, giova a tutto l’ambiente come hanno testimoniato i responsabili di Bacio di Latte e Ikea. Contribuiscono a creare un clima professionale e umano che migliora le prestazioni responsabilizza i colleghi.
L’esito di “Lavorare in rete” è che probabilmente, imparando dalla volontà delle persone Down, il lavoro permette di far credere nelle proprie capacità. Questo è un insegnamento che vale per tutti.