LECCE - La proposta è partita dal primario di Pediatria del Fazzi, Pietro Caprio: istituire un’area che permetta di svolgere una corretta azione di filtro, evitando inutili ricoveri, senza esporre il bambino a una dimissione pregiudizievole del suo stato di salute. L’area accoglie i pazienti che necessitano di una stabilizzazione clinica o di una definizione diagnostica per un periodo non superiore alle 24 ore.
La funzione di “osservazione breve” (OB) era stata prevista dal piano sanitario nazionale del 2005. Successivamente, nel 2008, la Regione ha individuato l’area adiacente all’attuale Pronto soccorso, alle cui attività è funzionalmente legata.
Nel febbraio del 2014 infatti era stato fatto un primo tentativo di istituire un “Ambulatorio pediatrico” (foto) dove i minori dovevano essere visitati da un pediatra ospedaliero. Purtroppo la difficoltà di “staccare” un medico dalle corsie di Pediatria per destinarlo solo ai piccoli pazienti del Pronto soccorso si è rivelata da subito impresa difficile.
Il progetto quindi era fallito, nonostante la dedizione del dottore Fracella, che aveva reso l’ambulatorio a misura di bambino grazie ai disegni donati dagli artisti dell’Accademia di Belle Arti di Lecce.
Oggi il direttore generale Silvana Melli ha ridato corpo a quel progetto,con l’obiettivo di filtrare e selezionare i 7184 accessi direttidi pazienti pediatrici che si sono avuti al Pronto soccorso dell’ospedale leccese nel corso del 2015.
Di queste consulenze pediatriche solo 527 sono state trasformate in ricoveri(7,33%). E, se si valuta la diagnosi delle dimissioni, il 20 % poteva essere trattato in OBI.
La breve permanenza in ospedale, attraverso un rapido percorso diagnostico-terapeutico, allevia i disagi al bambino e alla famiglia. Migliora la qualità delle cure e garantisce la continuità assistenziale, dal momento che viene coinvolto il pediatra di famiglia per la prosecuzione delle cure e per i controlli successivi.
La funzione di “osservazione breve” (OB) era stata prevista dal piano sanitario nazionale del 2005. Successivamente, nel 2008, la Regione ha individuato l’area adiacente all’attuale Pronto soccorso, alle cui attività è funzionalmente legata.
Nel febbraio del 2014 infatti era stato fatto un primo tentativo di istituire un “Ambulatorio pediatrico” (foto) dove i minori dovevano essere visitati da un pediatra ospedaliero. Purtroppo la difficoltà di “staccare” un medico dalle corsie di Pediatria per destinarlo solo ai piccoli pazienti del Pronto soccorso si è rivelata da subito impresa difficile.
Il progetto quindi era fallito, nonostante la dedizione del dottore Fracella, che aveva reso l’ambulatorio a misura di bambino grazie ai disegni donati dagli artisti dell’Accademia di Belle Arti di Lecce.
Oggi il direttore generale Silvana Melli ha ridato corpo a quel progetto,con l’obiettivo di filtrare e selezionare i 7184 accessi direttidi pazienti pediatrici che si sono avuti al Pronto soccorso dell’ospedale leccese nel corso del 2015.
Di queste consulenze pediatriche solo 527 sono state trasformate in ricoveri(7,33%). E, se si valuta la diagnosi delle dimissioni, il 20 % poteva essere trattato in OBI.
La breve permanenza in ospedale, attraverso un rapido percorso diagnostico-terapeutico, allevia i disagi al bambino e alla famiglia. Migliora la qualità delle cure e garantisce la continuità assistenziale, dal momento che viene coinvolto il pediatra di famiglia per la prosecuzione delle cure e per i controlli successivi.