ROMA - Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha sottoscritto questa mattina a Roma il protocollo per il contrasto del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura.
Il protocollo è stato sottoscritto dai ministri dell’Interno, Angelino Alfano, del Lavoro, Giuliano Poletti e delle Politiche agricole, Maurizio Martina, con l’ispettorato nazionale del lavoro, con le Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Piemonte, Puglia e Sicilia, con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil le associazioni di categoria Coldiretti, Confagricoltura e CNA, Caritas, Libera e Croce Rossa Italiana.
“Vorrei esprimere gratitudine – ha detto il Presidente Emiliano - al governo e ai suoi ministri che si sono impegnati nell’individuare i punti di riferimento di questa battaglia, rivolta contro il caporalato ma anche contro lo sfruttamento lavorativo in agricoltura. L’individuazione dei soggetti da far lavorare deve esserci in qualche modo, altrimenti le imprese non sanno dove rivolgersi. Noi possiamo dirlo con chiarezza. Senza migranti il settore dell'agricoltura, così come altri, non potrebbe funzionare. In Puglia – ha proseguito Emiliano - ci sono alcuni casi simbolici, uno di questi è il ghetto di Rignano, che sorge, da più di dieci anni, in agro di San Severo. E’ nostro interesse rimuovere queste situazioni che si coagulano nella nostra regione, anche se abbiamo riscontrato una certa difficoltà . Noi ci organizzeremo per dare tutele nel campo della salute, dell'ordine pubblico, dell'integrazione e dell'insegnamento della lingua. Vogliamo garantire una civile accoglienza”.
Per quanto riguarda più specificatamente il protocollo siglato, Emiliano ha detto che “è sintetico, semplice, si fonda su un approccio sistemico al problema e individua con precisione chi fa che cosa, indicando nei prefetti gli organi di coordinamento di questa operazione”.
“Mi sembra questa – ha aggiunto il Presidente - una scelta corretta. Ora dovremmo fare lo sforzo di coinvolgere anche i sindaci. Un altro elemento di fondamentale importanza è la collaborazione delle organizzazioni delle imprese agricole”
Il protocollo è finalizzato a promuovere la legalità e la sicurezza nei rapporti di lavoro del settore agricolo, a prevenire l’insorgenza di problematiche di ordine pubblico connesse al lavoro in agricoltura e a individuare e diffondere pratiche per la valorizzazione delle aziende impegnate nelle attività di contrasto del caporalato, anche attraverso percorsi di integrazione dei lavoratori stranieri.
Il protocollo è stato sottoscritto dai ministri dell’Interno, Angelino Alfano, del Lavoro, Giuliano Poletti e delle Politiche agricole, Maurizio Martina, con l’ispettorato nazionale del lavoro, con le Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Piemonte, Puglia e Sicilia, con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil le associazioni di categoria Coldiretti, Confagricoltura e CNA, Caritas, Libera e Croce Rossa Italiana.
“Vorrei esprimere gratitudine – ha detto il Presidente Emiliano - al governo e ai suoi ministri che si sono impegnati nell’individuare i punti di riferimento di questa battaglia, rivolta contro il caporalato ma anche contro lo sfruttamento lavorativo in agricoltura. L’individuazione dei soggetti da far lavorare deve esserci in qualche modo, altrimenti le imprese non sanno dove rivolgersi. Noi possiamo dirlo con chiarezza. Senza migranti il settore dell'agricoltura, così come altri, non potrebbe funzionare. In Puglia – ha proseguito Emiliano - ci sono alcuni casi simbolici, uno di questi è il ghetto di Rignano, che sorge, da più di dieci anni, in agro di San Severo. E’ nostro interesse rimuovere queste situazioni che si coagulano nella nostra regione, anche se abbiamo riscontrato una certa difficoltà . Noi ci organizzeremo per dare tutele nel campo della salute, dell'ordine pubblico, dell'integrazione e dell'insegnamento della lingua. Vogliamo garantire una civile accoglienza”.
Per quanto riguarda più specificatamente il protocollo siglato, Emiliano ha detto che “è sintetico, semplice, si fonda su un approccio sistemico al problema e individua con precisione chi fa che cosa, indicando nei prefetti gli organi di coordinamento di questa operazione”.
“Mi sembra questa – ha aggiunto il Presidente - una scelta corretta. Ora dovremmo fare lo sforzo di coinvolgere anche i sindaci. Un altro elemento di fondamentale importanza è la collaborazione delle organizzazioni delle imprese agricole”
Il protocollo è finalizzato a promuovere la legalità e la sicurezza nei rapporti di lavoro del settore agricolo, a prevenire l’insorgenza di problematiche di ordine pubblico connesse al lavoro in agricoltura e a individuare e diffondere pratiche per la valorizzazione delle aziende impegnate nelle attività di contrasto del caporalato, anche attraverso percorsi di integrazione dei lavoratori stranieri.