LONDRA - Stop dal governo inglese alla pratica disonesta dei ristoranti di accaparrarsi parte o l’intera mancia che invece aiuta i camerieri, fra i dipendenti pagati peggio nel Regno Unito. Una serie infinita di casi simili hanno spinto il governo a dichiarare ufficialmente guerra alle pratiche sleali nella gestione delle mance. Una scorrettezza, nei confronti dei lavoratori ma anche dei clienti, convinti di pagare un buon servizio direttamente a chi lo forniva: in realtà ingannati da comportamenti discutibili.
Garantire libertà al consumatore di lasciare una mancia come di non darla, da un lato; dall'altro al cameriere di potersela intascare tutta e subito, senza il rischio di vederla trattenuta, in parte o totalmente, dal datore di lavoro. Un doppio fine che il governo ha deciso di perseguire sollecitando una maggiore trasparenza: anche attraverso l'introduzione di tutele legali che attualmente non esistono. Si cerca così di regolamentare un'abitudine che, secondo le statistiche di OpenTable, riguarda l'87% degli inglesi: i quali in media lasciano al cameriere una cifra pari al 9% dell'importo segnato sullo scontrino.
Il governo sta valutando se dichiarare illegittimo il cosiddetto "diritto di vendita", in nome del quale i datori di lavoro pretendono una sorta di canone fisso dai membri dello staff che svolgono il turno. Secondo Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, una bella notizia a vantaggio di chi lavora sodo e vuole portarsi a casa tutto quello che guadagna. Ma anche dei consumatori che finalmente avranno la certezza di dove finiscono i loro soldi.
Purtroppo anche in Italia la questione delle mance non è regolamentata neppure a livello di contratto di lavoro del personale. La questione delle mance dovrebbe quindi essere regolata dal buon senso che vorrebbe che le mance fossero divise tra tutto il personale che contribuisce al buon andamento del servizio. Chi desidera lasciare la mancia vuole sapere chi ne beneficerà. I padroni incassino il dovuto, ma non rubino le mance. Se lo fanno, oltre ad essere una prevaricazione de facto, è un palese inganno dell’avventore/consumatore per il quale è implicito, anche per tradizione, che ad intascarle debba essere il personale di servizio.
Garantire libertà al consumatore di lasciare una mancia come di non darla, da un lato; dall'altro al cameriere di potersela intascare tutta e subito, senza il rischio di vederla trattenuta, in parte o totalmente, dal datore di lavoro. Un doppio fine che il governo ha deciso di perseguire sollecitando una maggiore trasparenza: anche attraverso l'introduzione di tutele legali che attualmente non esistono. Si cerca così di regolamentare un'abitudine che, secondo le statistiche di OpenTable, riguarda l'87% degli inglesi: i quali in media lasciano al cameriere una cifra pari al 9% dell'importo segnato sullo scontrino.
Il governo sta valutando se dichiarare illegittimo il cosiddetto "diritto di vendita", in nome del quale i datori di lavoro pretendono una sorta di canone fisso dai membri dello staff che svolgono il turno. Secondo Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, una bella notizia a vantaggio di chi lavora sodo e vuole portarsi a casa tutto quello che guadagna. Ma anche dei consumatori che finalmente avranno la certezza di dove finiscono i loro soldi.
Purtroppo anche in Italia la questione delle mance non è regolamentata neppure a livello di contratto di lavoro del personale. La questione delle mance dovrebbe quindi essere regolata dal buon senso che vorrebbe che le mance fossero divise tra tutto il personale che contribuisce al buon andamento del servizio. Chi desidera lasciare la mancia vuole sapere chi ne beneficerà. I padroni incassino il dovuto, ma non rubino le mance. Se lo fanno, oltre ad essere una prevaricazione de facto, è un palese inganno dell’avventore/consumatore per il quale è implicito, anche per tradizione, che ad intascarle debba essere il personale di servizio.
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