BARI - Il nuovo piano per contrastare il batterio entro questo mese obbliga i proprietari di piante di ulivo ad effettuare la capitozzatura, cioè il taglio di grossi rami anche secolari. Interviene in merito il consigliere regionale M5S Cristian Casili vicepresidente della Commissione Ambiente del Consiglio regionale.
“E’ così cominciata di nuovo la mattanza dell'ulivo in quelle che dovrebbero essere le aree di contenimento della cicalina - dichiara Casili - Il nuovo piano prevede il ricorso generalizzato a potature, che in realtà sono capitozzature. Una manovra non solo sbagliata ma addirittura dannosa dal momento che, quando un ulivo è potato drasticamente - prosegue il consigliere pentastellato - o meglio martoriato tende ad emettere costantemente nuovi ricacci dal piede fino alle branche mutilate; proprio questi ricacci teneri sono quelli più appetiti dal vettore, questo lo dicono gli stessi esperti degli osservatori fitosanitari che hanno scritto il piano degli interventi. Quindi ci chiediamo dove sia la coerenza? Per giunta - sottolinea il consigliere M5S - questo tipo di interventi verrà finanziato con una apposita misura del PSR. Così si configurerà il disastro: tra chi speculerà sulle risorse regionali e chi sulla vendita di tonnellate di legna. Altro che abbattimenti, il triste sospetto è che lo scenario che ci attende sia ben più preoccupante”.
Il consigliere dei cinquestelle, agronomo di professione, sottolinea come le capitozzature non solo arrechino un danno permanente al patrimonio arboreo pugliese, ma espongono gli ulivi ad altre malattie indebolendoli ulteriormente. Nella zona della Castellana nel Gallipolino, area definita come focolaio iniziale, le capitozzature attuate da tempo hanno fatto molti danni e hanno comunque aumentato i disseccamenti.
“È folle e stupido pensare di contenere il vettore, la sputacchina, spogliando solo temporaneamente l'ulivo mentre le campagne e le aree periurbane sono in stato di degrado ed abbandono, ridotte a discariche a cielo aperto che costituirebbero comunque un teatro di diffusione dell'insetto vettore con le erbacee alte più di un metro. Smettiamola di prenderci in giro - insiste con forza Casili - e, soprattutto, di devastare l'olivocoltura salentina.”
Il consigliere pentastellato conclude con un monito agli olivicoltori: “Agli olivicoltori dico di non capitozzare e di procedere a potature selettive e graduali man mano che si incontra legno degradato, così come si è sempre fatto e caso per caso. Per il resto - conclude - sarà battaglia contro chi vuol perseverare a disintegrare il nostro patrimonio arboreo”.
“E’ così cominciata di nuovo la mattanza dell'ulivo in quelle che dovrebbero essere le aree di contenimento della cicalina - dichiara Casili - Il nuovo piano prevede il ricorso generalizzato a potature, che in realtà sono capitozzature. Una manovra non solo sbagliata ma addirittura dannosa dal momento che, quando un ulivo è potato drasticamente - prosegue il consigliere pentastellato - o meglio martoriato tende ad emettere costantemente nuovi ricacci dal piede fino alle branche mutilate; proprio questi ricacci teneri sono quelli più appetiti dal vettore, questo lo dicono gli stessi esperti degli osservatori fitosanitari che hanno scritto il piano degli interventi. Quindi ci chiediamo dove sia la coerenza? Per giunta - sottolinea il consigliere M5S - questo tipo di interventi verrà finanziato con una apposita misura del PSR. Così si configurerà il disastro: tra chi speculerà sulle risorse regionali e chi sulla vendita di tonnellate di legna. Altro che abbattimenti, il triste sospetto è che lo scenario che ci attende sia ben più preoccupante”.
Il consigliere dei cinquestelle, agronomo di professione, sottolinea come le capitozzature non solo arrechino un danno permanente al patrimonio arboreo pugliese, ma espongono gli ulivi ad altre malattie indebolendoli ulteriormente. Nella zona della Castellana nel Gallipolino, area definita come focolaio iniziale, le capitozzature attuate da tempo hanno fatto molti danni e hanno comunque aumentato i disseccamenti.
“È folle e stupido pensare di contenere il vettore, la sputacchina, spogliando solo temporaneamente l'ulivo mentre le campagne e le aree periurbane sono in stato di degrado ed abbandono, ridotte a discariche a cielo aperto che costituirebbero comunque un teatro di diffusione dell'insetto vettore con le erbacee alte più di un metro. Smettiamola di prenderci in giro - insiste con forza Casili - e, soprattutto, di devastare l'olivocoltura salentina.”
Il consigliere pentastellato conclude con un monito agli olivicoltori: “Agli olivicoltori dico di non capitozzare e di procedere a potature selettive e graduali man mano che si incontra legno degradato, così come si è sempre fatto e caso per caso. Per il resto - conclude - sarà battaglia contro chi vuol perseverare a disintegrare il nostro patrimonio arboreo”.
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