ROMA - Al via con l'omaggio del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, alla tomba del Milite Ignoto al Vittoriano, le celebrazioni per la Festa nazionale della Repubblica, che avranno il loro momento centrale a partire dalle 10, con la parata militare in via dei Fori Imperiali. Mattarella è giunto all'Altare della Patria accompagnato dal ministro della Difesa Roberta Pinotti e dal capo di Stato maggiore della Difesa Claudio Graziano.
A ricevere Mattarella, sulle scale del Vittoriano, ci sono tra gli altri, il presidente del Senato, Piero Grasso, quello della Camera, Laura Boldrini, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi. La banda dell'Esercito ha quindi intonato l'Inno nazionale e le Frecce tricolori hanno sorvolato il Vittoriano.
Dopo l'alzabandiera solenne e la deposizione di una corona d'alloro sul sacello del Milite Ignoto, Mattarella ha lasciato Piazza Venezia per passare in rassegna le truppe. La parata - alla quale hanno partecipato all'incirca 3.600 persone, tra militari e civili - è stata aperta quest'anno da 400 sindaci, in rappresentanza degli 8.000 Comuni italiani.
D’Ambrosio Lettieri (CoR): "non solo parata, ma riaffermazione dei valori costituzionali" - "Quella di oggi non è semplicemente una parata per celebrare il referendum con cui gli italiani hanno scelto, 70 anni fa, la Repubblica invece della Monarchia. Quella di oggi è la riaffermazione di una libera scelta di vivere sotto una stessa bandiera, il Tricolore, secondo gli stessi valori costituzionali, in una repubblica moderna che sa guardare con fiducia al proprio futuro e agli inevitabili cambiamenti che dovranno però sempre garantire e salvaguardare l'unità nazionale, la democrazia e lo sviluppo di tutto il Paese.
Il giorno della Festa della Repubblica può senz'altro essere occasione di riflessione per ridare serenità al dibattito politico e per consegnarci tutti ad un atteggiamento di costruttivo dialogo per ritrovarci uniti nella difesa della Costituzione e della libertà.
Il mio pensiero non può non andare ai nostri due marò che oggi sono per fortuna entrambi in Italia, ma soprattutto a tutte le Forze Armate italiane che in questi anni hanno pagato un grande tributo di sangue per difendere i valori della pace, della democrazia e della libertà. A tutti i caduti, a chi ne porta oggi le conseguenze sul proprio spirito e sul proprio corpo, alle loro famiglie, a quanti non desistono nel perseguire questi obiettivi, nonostante il sacrificio, va il mio grazie, come cittadino e come rappresentante delle istituzioni".
Lo dichiara in una nota il sen. d’Ambrosio Lettieri (CoR).
A ricevere Mattarella, sulle scale del Vittoriano, ci sono tra gli altri, il presidente del Senato, Piero Grasso, quello della Camera, Laura Boldrini, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi. La banda dell'Esercito ha quindi intonato l'Inno nazionale e le Frecce tricolori hanno sorvolato il Vittoriano.
Dopo l'alzabandiera solenne e la deposizione di una corona d'alloro sul sacello del Milite Ignoto, Mattarella ha lasciato Piazza Venezia per passare in rassegna le truppe. La parata - alla quale hanno partecipato all'incirca 3.600 persone, tra militari e civili - è stata aperta quest'anno da 400 sindaci, in rappresentanza degli 8.000 Comuni italiani.
Una scelta di libertà, dunque, che segna un passaggio fondamentale con il suffragio universale, il riconoscimento dei diritti democratici a tutti, senza distinzione di sesso, di censo o di razza e religione. Il voto alle donne acquisisce in questa giornata un significato ancora più pregnante se pensiamo che solo pochi giorni fa una giovane donna è stata vittima dell’ennesimo brutale assassinio da parte di un uomo, segnale inquietante anche di un retaggio culturale duro a morire. Dobbiamo lavorare ancora molto su questo piano ripartendo dallo stesso spirito con cui fu scritta la nostra Carta che, lo voglio ricordare, è stato il frutto del lavoro anche delle donne, cinque deputate che sedevano insieme ai colleghi uomini nella Commissione incaricata.
Il giorno della Festa della Repubblica può senz'altro essere occasione di riflessione per ridare serenità al dibattito politico e per consegnarci tutti ad un atteggiamento di costruttivo dialogo per ritrovarci uniti nella difesa della Costituzione e della libertà.
Il mio pensiero non può non andare ai nostri due marò che oggi sono per fortuna entrambi in Italia, ma soprattutto a tutte le Forze Armate italiane che in questi anni hanno pagato un grande tributo di sangue per difendere i valori della pace, della democrazia e della libertà. A tutti i caduti, a chi ne porta oggi le conseguenze sul proprio spirito e sul proprio corpo, alle loro famiglie, a quanti non desistono nel perseguire questi obiettivi, nonostante il sacrificio, va il mio grazie, come cittadino e come rappresentante delle istituzioni".
Lo dichiara in una nota il sen. d’Ambrosio Lettieri (CoR).