Lecce, aumenta la Tari: "Colpa della Regione Puglia"
LECCE - “Il dibattito che si è aperto sui media sull'aumento della Tari merita alcune doverose precisazioni. Innanzitutto è il caso di ribadire che tale aumento è inevitabile e chiama in causa responsabilità di altri livelli istituzionali. Il problema prioritario è legato all'assoluta mancanza di programmazione della Regione Puglia, basti pensare che il ciclo dei rifiuti non si è ancora concluso. E gli effetti sul territorio si vedono in tutta la loro virulenza. La discarica di Cavallino dove andavano a finire i rifiuti prodotti dai cittadini leccesi è stata chiusa perché oramai satura. Risultato? Ora siamo costretti a conferire l'immondizia a Statte, nel tarantino, ad oltre cento chilometri da Lecce. Le conseguenze sono immaginabili: il costo del servizio è passato dai 57 euro di Cavallino agli attuali 83 euro di Statte. Un'impennata che ha di fatto lievitare i costi.
C'è di più: la mancata realizzazione degli impianti di compostaggio obbliga le Amministrazioni a smaltire la parte umida in giro per l'Italia con costi che sfiorano le 160 euro a tonnellata. Un'enormità. Un grave onere per gli Enti locali già alle prese con mille difficoltà economiche e finanziarie.
Ad ogni buon conto è il caso di precisare che l'aumento della Tari non riguarda solo Lecce. Tutt'altro. Si tratta di un problema generale che investe tutti i comuni pugliesi: a Bari, per esempio, i cittadini pagheranno una tariffa più cara del 10 per cento rispetto allo scorso anno.
Ci auguriamo, a questo punto, che Michele Emiliano, nella sua duplice veste di presidente della Regione Puglia e Commissario degli Oga, abbia il coraggio che non ha avuto il suo predecessore, Nichi Vendola, e proceda immediatamente alla chiusura del ciclo dei rifiuti sul territorio pugliese, all'apertura delle discariche realizzate e mai però utilizzate e, contemporaneamente, alla realizzazione di nuovi impianti di compostaggio. Soltanto dando una decisa accelerazione a questo percorso virtuoso si potrebbe raggiungere l'agognato e considerevole abbattimento delle tariffe a carico dei cittadini. In caso contrario saremo costretti a continuare ad applicare queste tariffe e ad ascoltare gli inutili attacchi e piagnistei del centrosinistra che invece dovrebbero essere destinate ai loro colleghi di partito e di coalizione che governano la Regione Puglia”.
C'è di più: la mancata realizzazione degli impianti di compostaggio obbliga le Amministrazioni a smaltire la parte umida in giro per l'Italia con costi che sfiorano le 160 euro a tonnellata. Un'enormità. Un grave onere per gli Enti locali già alle prese con mille difficoltà economiche e finanziarie.
Ad ogni buon conto è il caso di precisare che l'aumento della Tari non riguarda solo Lecce. Tutt'altro. Si tratta di un problema generale che investe tutti i comuni pugliesi: a Bari, per esempio, i cittadini pagheranno una tariffa più cara del 10 per cento rispetto allo scorso anno.
Ci auguriamo, a questo punto, che Michele Emiliano, nella sua duplice veste di presidente della Regione Puglia e Commissario degli Oga, abbia il coraggio che non ha avuto il suo predecessore, Nichi Vendola, e proceda immediatamente alla chiusura del ciclo dei rifiuti sul territorio pugliese, all'apertura delle discariche realizzate e mai però utilizzate e, contemporaneamente, alla realizzazione di nuovi impianti di compostaggio. Soltanto dando una decisa accelerazione a questo percorso virtuoso si potrebbe raggiungere l'agognato e considerevole abbattimento delle tariffe a carico dei cittadini. In caso contrario saremo costretti a continuare ad applicare queste tariffe e ad ascoltare gli inutili attacchi e piagnistei del centrosinistra che invece dovrebbero essere destinate ai loro colleghi di partito e di coalizione che governano la Regione Puglia”.