ROMA - Il gip di Roma, dopo l'interrogatorio di garanzia in carcere, ha convalidato il fermo di Vincenzo Paduano, la guardia giurata che ha confessato di aver ucciso l'ex fidanzata Sara Di Pietrantonio. Contestualmente il magistrato, accogliendo le richieste della procura, ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario premeditato e stalking. Intanto, nell'istituto di medicina legale La Sapienza è in corso l'autopsia su Sara. Ad eseguirla una equipe costituita da un medico legale, un radiologo ed un tossicologo.
Il 27enne si trova in una cella singola del carcere romano di Regina Coeli ed è sorvegliato a vista 24 ore su 24.
Secondo quanto rilevato dagli inquirenti ci sarebbero stati sette giorni di silenzio prima del terribile omicidio. Paduano, secondo quanto hanno appurato gli investigatori, si era come eclissato per poi apparire sabato sera a casa di Sara e dopo una lite mettere nella notte in atto l'atroce delitto.
Nel cortile della questura, mentre lo portavano in carcere, pantaloni bianchi e maglietta a righe, sembrava un giovane come tanti. "In 25 anni di lavoro non avevo mai visto un delitto cosi' atroce", ha commentato il capo della Squadra Mobile, Luigi Silipo. Mentre il sostituto procuratore di Roma, Maria Monteleone, ha voluto mettere in evidenza una verità amara: "se qualcuno si fosse fermato Sara sarebbe ancora viva". Almeno due le macchine che hanno proseguito la corsa. I conducenti, rintracciati e ascoltati, si sono giustificati dicendo che non avevano capito cosa stesse accadendo e avevano avuto paura.
Il 27enne si trova in una cella singola del carcere romano di Regina Coeli ed è sorvegliato a vista 24 ore su 24.
Secondo quanto rilevato dagli inquirenti ci sarebbero stati sette giorni di silenzio prima del terribile omicidio. Paduano, secondo quanto hanno appurato gli investigatori, si era come eclissato per poi apparire sabato sera a casa di Sara e dopo una lite mettere nella notte in atto l'atroce delitto.
Nel cortile della questura, mentre lo portavano in carcere, pantaloni bianchi e maglietta a righe, sembrava un giovane come tanti. "In 25 anni di lavoro non avevo mai visto un delitto cosi' atroce", ha commentato il capo della Squadra Mobile, Luigi Silipo. Mentre il sostituto procuratore di Roma, Maria Monteleone, ha voluto mettere in evidenza una verità amara: "se qualcuno si fosse fermato Sara sarebbe ancora viva". Almeno due le macchine che hanno proseguito la corsa. I conducenti, rintracciati e ascoltati, si sono giustificati dicendo che non avevano capito cosa stesse accadendo e avevano avuto paura.
Nell'suo ultimo giorno di vita, Sara, proprio poche ore prima di morire aveva accettato di vedere il suo ex, forse proprio per un incontro chiarificatore dopo averlo definitivamente lasciato circa 20 giorni fa.
Tags
CRONACA