Referendum costituzionale, Fi: "Bocciata nostra proposta partecipazione popolare"

BARI - “Una riforma costituzionale stranamente proposta dal governo nazionale, in difformità con la prassi consolidata, che disarticola il sistema delle autonomie così come disegnato dalla nostra Carta Fondamentale. Peccato perché oggi il centrosinistra, non consentendo l’approvazione della nostra proposta di delibera, ha di fatto impedito di avviare un grande, virtuoso e ricco dibattito in Puglia sulla referendum del prossimo ottobre”. Così il presidente del Gruppo consiliare di Fi, Andrea Caroppo. “Un referendum - prosegue - già richiesto da un quinto dei parlamentari, tra cui tantissimi del Pd. Ergo, nessuno dalla maggioranza avrebbe potuto avvertire l’imbarazzo della sua approvazione, ma avrebbe sì concorso ad alimentare il confronto, consentendo anche ai cittadini di recarsi alle urne ben informati sui quesiti proposti”.

“Il metodo partecipativo - ha dichiarato il Vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta - è una delle richieste più forti che i cittadini avanzano alla politica. È da poco venuto a mancare Marco Pannella, con cui non ho condiviso tutte le battaglie politiche, ma del quale ho sempre ammirato profondamente la spinta riformatrice ed il metodo promosso della partecipazione. In quest’ottica, oggi il Consiglio regionale avrebbe potuto fare la sua parte. Ma evidentemente il Pd propone la condivisione delle scelte con l’elettorato solo quando conviene”.
“Quando si tratta di dare voce ai cittadini, nulla è superfluo, ha aggiunto Domenico Damascelli. “Nel 2005, proprio in quest’aula, fu presentata analoga richiesta ed il centrodestra, pur essendo contrario al quesito referendario dell’epoca, non fece mancare il suo supporto per sostenere la partecipazione degli elettori. Quello fu un esempio di rispetto per la partecipazione popolare, al di là delle reciproche posizioni. Oggi il centrosinistra non ha certamente dato prova di coerenza”.

“Il messaggio inviato dal Consiglio regionale ai cittadini - ha concluso il consigliere Nino Marmo - è di resa nei confronti di un Premier, mai votato dagli italiani, che intende picconare la Costituzione a suo piacimento. Quello che sfugge a molti è l’intento recondito della riforma: distruggere il sistema del regionalismo, rendendo le regioni delle vacue appendici del potere centrale. Un progetto scellerato cui Fi si opporrà con una fortissima e serrata resistenza”.