COMMENTI. Repubblica, perchè festeggiarti (?)

di NICOLA ZUCCARO — Il 10 giugno 1946 la Corte di Cassazione proclamò ufficialmente la nascita della Repubblica italiana. Fu così ufficializzato l'esito del Referendum che impegnò, nelle calde giornate di domenica 2 e lunedì 3, milioni di italiani che preferirono con il 54,3% la forma di Stato repubblicana contro il restante 45,7% che confermò la fedeltà alla Monarchia, definitivamente respinta il 18 giugno per via del repentino ricorso al più alto grado di giudizio italiano esistente in quel periodo.

Iniziò una fase tutt'altro che in discesa per l'Italia che, con il rientro dei suoi militari dalla prigionia, con le città rase al suolo per i bombardamenti, fra borsa nera e tessere di povertà, faticò a tornare alla normalità. Di contro, però, dopo il ventennio della dittatura fascista, gli italiani avevano anche fame di un confronto libero con le piazze che divennero il luogo simbolo di una nuova stagione politica all'insegna di non poche tensioni.

Fra queste quelle consequenziali all'attentato a Palmiro Togliatti il 14 luglio 1948. Ma la concordia tra le forze politiche reduci dall'antifascismo - perchè coese sul rilancio sociale del Paese - e i sostegni del Piano Marshall, furono alla base della ricostruzione dell'Italia lungo gli anni '50 e del successivo miracolo economico che consentì l'ingresso nei 7 Paesi più industrializzati del mondo.

Ai luminosi anni '60 seguirono i tenebrosi anni '70, segnati dalla strategia eversiva impressa dal Terrorismo e che proseguì nella prima metà degli anni '80, nel corso dei quali, come nel terremoto del Friuli (1976) ed in quello che travolse l'Irpinia (1980), emerse un timido sentimento di solidarietà nazionale. A lenire questi dolori ci furono però delle gioie, ed in particolare quelle sportive con la conquista nel 1982 in Spagna da parte della Nazionale selezionata da Enzo Bearzot nel 1982 della Coppa del Mondo di calcio al cospetto del passionale Capo dello Stato, Sandro Pertini.

Quel successo riportò luce e ottimismo in un periodo buio per l'Italia. Seguirono gli Anni '90, lungo i quali, sull'onda di Tangentopoli e del ritorno dello stragismo di derivazione mafiosa, iniziò quel declino morale e politico che decretò, attraverso il rinnovo delle Camere il 5 aprile 1992, la fine della Prima Repubblica; ne seguì una "Seconda" incapace nel voltar pagina ma capace di condurre l'Italia (complici i condizionamenti imposti dall'Unione Europea) verso il tunnel della crisi economica e della disoccupazione.

Cause di un malessere sociale, che a tutt'oggi sfocia nella violenza privata e nella delinquenza comune, in questo primo quindicennio del 2000. Elementi, questi ultimi, che, scevri dalle presunte e/o paventate nostalgie monarchiche, inducono, con un pizzico di perplessità, a porgersi il seguente interrogativo: Repubblica, perchè festeggiarti?

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