Torna d’attualità Hrand Nazariantz, il suo martirio e le sue rivendicazioni

di PIERO FABRIS — Lodevole iniziativa quella del “Centro Studi Hrand Nazariantz” di Bari che ha pensato di ripubblicare, a partire da questa, tutte le opere del “Poeta Cosmogonico”.

Il primo dei lavori del Nazariantz a tornare in libreria è: L’Armenia, il suo martirio e le sue rivendicazioni (FaLvision Editore). Questo scritto dell’Armeno di Puglia ricompare esattamente dopo cento anni. Lo scritto fu infatti stampato a Catania dall'editore Francesco Battiato nel 1916 nella collana “La Giovine Europa” diretta da Giorgio D'Acandia, pseudonimo di Umberto Zanotti Bianco con il quale Hrand Nazariantz aveva stabilito, fin dai primi tempi del suo arrivo in Italia, un legame di profonda amicizia e collaborazione. Scritto mentre lo sterminio degli armeni era in corso, questo testo è probabilmente il primo sul Genocidio Armeno uscito in Italia e forse in Europa, e a differenza di altri testi posteriori è una vera e propria cronaca di quanto stava avvenendo nel 1915-16 nell’est dell’ex impero ottomano, nelle stesse zone dove anche oggi infuria la guerra. Sono pagine che, pur nell’urgenza di informare su basi storiche e politiche l’opinione pubblica italiana ed europea per mobilitarle contro l’orribile massacro della sua gente, non nascondono lo struggimento personale dell’intellettuale armeno, il suo senso di disperazione e d’impotenza di fronte al “Grande Male” così come venne chiamato e raccontato poi il genocidio perpetrato dai turchi.

La nuova edizione de “L’Armenia” è stata curata da Cosma Cafueri , con la revisione bibliografica di Carlo Coppola. Il testo originale, quasi del tutto privo di notazioni storico-politiche, è stato quindi integrato da una serie di informazioni essenziali per comprenderne appieno e soprattutto contestualizzare fatti, protagonisti e personaggi a quei tempi sicuramente più noti, ma ben lontani dalla memoria collettiva contemporanea. Nonostante i suoi cento anni lo scritto di Nazariantz si rivela attualissimo e non solo sulla “Questione armena” alla ribalta anche in questi giorni dopo il voto del Bundestag, ma anche a proposito dell’“Islamismo” come ideologia che avvelena oggi gran parte del mondo musulmano con le conseguenze che tutti sappiamo e subiamo.


In tal senso il libro è anche uno strumento di riflessione sulle maggiori emergenze dei nostri giorni: migrazione, islam, medio-oriente, rapporti dell’Europa con la Turchia, autodeterminazione del popolo Curdo. Ovviamente, il Metz Yeghern, il “Grande Male” è al centro dell’opera che, invocando aiuto e sostegno per il popolo armeno ne rivendica lo status di custode in oriente dei valori culturali e spirituali occidentali.

Nell’ “Armenia” Nazariantz ribadisce con forza e orgoglio dinanzi alle coscienze europee la grandezza del suo popolo, capace tanto di raggiungere altissime vette di elaborazione culturale ed intellettuale quanto di creare ricchezza in quelle aree in cui vive o si insedia.

In un momento storico in cui tutto era ancora possibile, Nazariantz fece appello all'Europa a destarsi e a rendere il 'Trattato di Santo Stefano', quello che si rivelerà una tragica promessa mancata per gli Armeni, una realtà per l’emancipazione del suo popolo dal giogo turco.

Per tutta la sua vita di esule, Nazariantz ha sperato che l’Occidente aprisse gli occhi e operasse affinché alla sua gente fosse data la possibilità di poter vivere serenamente nei propri territori ed essere luogo e realtà d'incontro, d’ incrocio, di scambio economico e di idee e non una mera entità geografica isolata, lasciata in balia di oppressori crudeli e senza scrupoli. Questo libro, ieri come oggi ci ammonisce dal pensare solo ai propri “piccoli orti”: disinteressarsi ai destini della libertà altrui vuol dire essere conniventi con i prepotenti, con chi al dialogo preferisce la sopraffazione, le barriere fisiche e mentali, vero ostacolo alla fraternità che è seme di bellezza e grazie alla quale il pianeta può divenire quel giardino rigoglioso in cui tutti possono svolgere la propria esistenza in pace.

Il lavoro è ulteriormente arricchito dalla postfazione di Anahit Sirunian (Consigliere dipartimento dell'Europa del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Armena e responsabile relazioni con l'Italia, la Santa Sede, La Svizzera e l'Ordine di Malta) che attesta ulteriormente il valore del libro come testimonianza di dignità e forza della Nazione Armena.

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