diretto da MARCELLO FONDATO. Interpretato da TERENCE HILL, BUD SPENCER, JOHN SHARP, DONALD PLEASENCE, LUIS BARBERO, PATTY SHEPARD, DEOGRATIAS HUERTA, MANUEL DE BLAS, EMILIO LAGUNA
Kid (Hill) e Ben (Spencer), rispettivamente un camionista e un meccanico, sono due appassionati di corse automobilistiche che vincono ad una competizione di rally a pari merito una Dune Buggy rossa con capotte gialla. Per decidere chi ne sia il definitivo proprietario, imbastiscono una sfida di resistenza gastronomica: chi la vincerà , potrà prendersi la vettura. Peccato che, durante la gara, nel locale in cui i due mangiano e bevono irrompano gli scagnozzi di uno speculatore edilizio che, subito dopo, speronano e incendiano la Dune Buggy. I due amici-nemici si recano allora dal capo per intimargli la restituzione della macchina. Questi, aiutato da un dottore tedesco di chiara ispirazione freudiana, farà di tutto pur di non assecondare la loro richiesta, arrivando perfino ad assoldare un killer per toglierli di mezzo, ma ogni suo tentativo di sbarazzarsi di Kid e Ben risulterà vano. Si troverà alla fine costretto ad accontentarli. Film dall’impianto favolistico e fracassone, in cui l’autovettura, modello costruito sulla Puma, assurge a pomo della discordia della vicenda. Come sempre, si tiene d’occhio il pubblico giovanile: buffoneria, risse svigorite di violenza, buoni sentimenti. Questa celebre pellicola ha lanciato il famosissimo motivo musicale, firmato dai fratelli Guido e Maurizio De Angelis (in arte Oliver Onions), che porta il nome della macchina attorno a cui ruota questa storia divertente e innocua, per non parlare poi dell’automobile stessa che, grazie a questa produzione diretta da Fondato, ha ottenuto una rinomanza di portata mondiale. Non ci sono grosse novità rispetto agli altri film girati dalla coppia Hill-Spencer, di cui questo film risultò essere uno dei più notabili successi al box office: le sequenze più coinvolgenti sono quelle imperniate sulle scazzottate, la cui inconfondibile etichetta è marchiata in modo imperituro dall’estirpazione dell’aggressività primigenia e dal sadismo naturale che le colluttazioni più brutali dei film d’azioni mantengono come segno distintivo. Bravi tutti gli attori che recitano parti di primo piano: J. Sharp è un ingenuo, pacioccone e melenso maneggione intenzionato a costruire un grattacielo al posto dell’amatissimo luna-park che dà da vivere a numerosi artisti; D. Pleasence (con l’ottimo doppiaggio di Oreste Lionello) è uno psicanalista incallito che insiste per trarre fuori dal capo una cattiveria autentica, rimanendo puntualmente deluso e sprecando ogni volta le sue parole fomentatrici; L. Barbero fa la parte del vecchio Geremia, il proprietario dello stabilimento meccanico in cui Spencer lavora, che in gioventù fece il cuoco nel ristorante del capo, e che per questo viene malmenato dai suoi sgherri; P. Shepard, un po’ in disparte, è l’affascinante equilibrista di cui Hill si innamora e che frequenta in una scena più tranquilla delle arte; D. Huerta è Attila, il più autorevole fra i tirapiedi del capo, che cerca inutilmente di mettere i bastoni fra le ruote ai due protagonisti; infine, M. De Blas è il silenziosissimo sicario professionista che fallirà miseramente nel tentativo di freddare i due uomini “indesiderati”. Fondato ci mette la sua vena umoristica e caricaturale nel dirigere un godibile comico in piena regola con i dettami di un cinema che mescola con abilità sopraffina i dogmi dell’avventura metropolitana ai canoni classici e insostituibili della commedia all’italiana. Allegria contagiosa, trovate ingegnose, divertimento genuino e molto movimento congetturato con sapienza per un’opera che, se non altro, fa passare un’ora e mezza priva di pensieri negativi.