di TERESA GENTILE — Il prossimo 23 luglio alle 19 alla Rotonda Beat di Martina Franca (Villa Comunale ), sarà presentata la silloge di Cinzia Castellana “Fino all'ultimo respiro” (Santoro Editore).
La copertina mostra la significativa immagine creata da Alice Pini. In essa una sposa pare prendere il volo mentre ai suoi piedi onde marine costituiscono la metafora di marosi di vita che si rincorrono. Sullo sfondo si intravedono luci aurorali di speranza: quella che ogni giorno ci aiuta a vedere “a colori” una realtà sempre più grigia in cui dopo aver devastato madre natura oggi si mira a devastare la pianta-uomo, cancellare i legittimi sogni di stabilità, di realizzazione e vengono progressivamente vanificati i valori tramandatici dai nostri avi come basilari norme di vita. Ebbene tale immagine costituisce anche la metafora della lotta immane portata avanti da ogni donna, anche in questa epoca trita-valori per tener saldo il nido familiare che resta sacro per garantire il consapevole librarsi in volo dei figli verso il loro destino.
L'autrice, martinese doc, in se condensa le virtù migliori delle donne di terra pugliese. È un essere eclettico, recita, danza, canta, utilizza la parlata del nostro popolo con rara maestria, vince molti premi letterari, domina la scena, crea gradevoli ritmi di versi, trae linfa vitale d'ispirazione dai ricordi d'infanzia, gli affetti più cari, le vecchiette dei nostri vicoli, i rintocchi della torre dell’orologio, i valori perduti. Ogni sua lirica è un puro condensato di emozioni che tocca soavemente le corde del nostro cuore, facendole vibrare all’unisono con il suo quando ci ricorda le foglie di gelso carezzate dal vento, la nostra maliosa valle legata a cari ricordi d’infanzia, candidi trulli, verdi pergolati, ulivi, viti, odori di timo e mortella, ritmi di ‘tammorra’, e a persone che ci hanno tramandato una rilevante eredità di competenze lavorative, saggezza, affetti, esempi di fede, immane fatica e fedeltà. Nel borgo antico poi la storia si squaderna tra tracce di barocco e impronte di lontani giorni felici paragonati a giorni attuali in cui si è sempre più derubati di lavoro sicuro, cibi genuini, diritti, sogni e del nido protettivo d’una famiglia.
Ma al di là di tanta disperazione e malinconia, di tanto odio, follia, dolore, disillusioni, sconforto e inutile violenza e spargimento di sangue innocente... c’è ancora odore di campi seminati, le albe hanno iridescenze di speranza, di amore, di tenacia mentre cantano gli uccelli, rossi gerani adornano solitari vicoli, si spandono profumi di minestre e tra le zolle smosse ed umide i semi marciti si schiudono e germogliano... la vita continua con la spensieratezza dell’infanzia, e l’entusiasmo del ritorno a casa non lasciandoci mai ghermire dalla infruttuosa malinconia. La vita si rinnova disperdendo le ceneri del silenzio, dell'indifferenza e delle disillusioni e si risveglia la fede assopita dando nuova linfa vitale al cammino. Oltre tutto ciò che conta è proprio il tempo della vita che ci appartiene veramente. Ciò che conta è sfidare il destino, realizzare i propri sogni, acuire i propri talenti, non abdicare mai al legittimo bisogno di metamorfosi e attivarsi nel rintracciare presenze amiche, simili a grani di un melograno e come tali disponibili a sancire alleanze senza tempo volte a costruire e non distruggere ponti di comprensione ed è allora che ogni giorno, potremo insieme diffondere oltre ogni confine pienezza di luce, di pace, di bellezza racchiusa in fotografie, in video, in canti, in cristalli di poesie e vivaci stornelli. Ed è proprio questo che, in modo mirabile e instancabile, Cinzia Castellana fa da quando la conosco ed è divenuta parte viva e propulsiva del mio Salotto Culturale Recupero. I suoi canti e le sue poesie riflettono una realtà molto umana, mai rinunciataria, o rassegnata al silenzio ma modulata al ritmo del cuore, dell’amore, dell’amicizia e della nostalgia intrisa di storia locale e tradizioni.
Anche questa sua silloge si rivela simile ad un assieme di preziosi tasselli di quella categoria dello spirito nota come ‘martinesità’. Essi sono efficaci bozzetti di respiro universale ed hanno riverberi d’arcobaleno e di infinito che si scompongono e ricompongono tra luci, ombre, gioie, sofferenze, malinconie, speranze e resurrezioni... fino all’ultimo respiro.
La copertina mostra la significativa immagine creata da Alice Pini. In essa una sposa pare prendere il volo mentre ai suoi piedi onde marine costituiscono la metafora di marosi di vita che si rincorrono. Sullo sfondo si intravedono luci aurorali di speranza: quella che ogni giorno ci aiuta a vedere “a colori” una realtà sempre più grigia in cui dopo aver devastato madre natura oggi si mira a devastare la pianta-uomo, cancellare i legittimi sogni di stabilità, di realizzazione e vengono progressivamente vanificati i valori tramandatici dai nostri avi come basilari norme di vita. Ebbene tale immagine costituisce anche la metafora della lotta immane portata avanti da ogni donna, anche in questa epoca trita-valori per tener saldo il nido familiare che resta sacro per garantire il consapevole librarsi in volo dei figli verso il loro destino.
L'autrice, martinese doc, in se condensa le virtù migliori delle donne di terra pugliese. È un essere eclettico, recita, danza, canta, utilizza la parlata del nostro popolo con rara maestria, vince molti premi letterari, domina la scena, crea gradevoli ritmi di versi, trae linfa vitale d'ispirazione dai ricordi d'infanzia, gli affetti più cari, le vecchiette dei nostri vicoli, i rintocchi della torre dell’orologio, i valori perduti. Ogni sua lirica è un puro condensato di emozioni che tocca soavemente le corde del nostro cuore, facendole vibrare all’unisono con il suo quando ci ricorda le foglie di gelso carezzate dal vento, la nostra maliosa valle legata a cari ricordi d’infanzia, candidi trulli, verdi pergolati, ulivi, viti, odori di timo e mortella, ritmi di ‘tammorra’, e a persone che ci hanno tramandato una rilevante eredità di competenze lavorative, saggezza, affetti, esempi di fede, immane fatica e fedeltà. Nel borgo antico poi la storia si squaderna tra tracce di barocco e impronte di lontani giorni felici paragonati a giorni attuali in cui si è sempre più derubati di lavoro sicuro, cibi genuini, diritti, sogni e del nido protettivo d’una famiglia.
Ma al di là di tanta disperazione e malinconia, di tanto odio, follia, dolore, disillusioni, sconforto e inutile violenza e spargimento di sangue innocente... c’è ancora odore di campi seminati, le albe hanno iridescenze di speranza, di amore, di tenacia mentre cantano gli uccelli, rossi gerani adornano solitari vicoli, si spandono profumi di minestre e tra le zolle smosse ed umide i semi marciti si schiudono e germogliano... la vita continua con la spensieratezza dell’infanzia, e l’entusiasmo del ritorno a casa non lasciandoci mai ghermire dalla infruttuosa malinconia. La vita si rinnova disperdendo le ceneri del silenzio, dell'indifferenza e delle disillusioni e si risveglia la fede assopita dando nuova linfa vitale al cammino. Oltre tutto ciò che conta è proprio il tempo della vita che ci appartiene veramente. Ciò che conta è sfidare il destino, realizzare i propri sogni, acuire i propri talenti, non abdicare mai al legittimo bisogno di metamorfosi e attivarsi nel rintracciare presenze amiche, simili a grani di un melograno e come tali disponibili a sancire alleanze senza tempo volte a costruire e non distruggere ponti di comprensione ed è allora che ogni giorno, potremo insieme diffondere oltre ogni confine pienezza di luce, di pace, di bellezza racchiusa in fotografie, in video, in canti, in cristalli di poesie e vivaci stornelli. Ed è proprio questo che, in modo mirabile e instancabile, Cinzia Castellana fa da quando la conosco ed è divenuta parte viva e propulsiva del mio Salotto Culturale Recupero. I suoi canti e le sue poesie riflettono una realtà molto umana, mai rinunciataria, o rassegnata al silenzio ma modulata al ritmo del cuore, dell’amore, dell’amicizia e della nostalgia intrisa di storia locale e tradizioni.
Anche questa sua silloge si rivela simile ad un assieme di preziosi tasselli di quella categoria dello spirito nota come ‘martinesità’. Essi sono efficaci bozzetti di respiro universale ed hanno riverberi d’arcobaleno e di infinito che si scompongono e ricompongono tra luci, ombre, gioie, sofferenze, malinconie, speranze e resurrezioni... fino all’ultimo respiro.