Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano questa mattina in terza commissione consiliare, insieme con il direttore del Dipartimento della Politiche per la salute, Giovanni Gorgoni, per relazionare sul Piano di riordino e sulla spesa farmaceutica.
“Ci sono alcuni disallineamenti – ha continuato Emiliano - che il Ministero terrà sotto osservazione per verificare che questi possano essere interpretati, così come sosteniamo noi, una peculiarità pugliese e non una criticità . Alcune osservazioni poi ci sono state fatte in merito alla rete di emergenza urgenza, in merito cioè alla sostituzione dei pronto soccorso con punti di primo intervento che vengono considerati invece strutture sostanzialmente inutili, realtà transitorie e quindi destinate a chiudersi. Occorrerà certo studiare forme e modalità alternative per diminuire le attese e spostare i codici bianchi e verdi fuori dal pronto soccorso per concentrarli solamente sui codici rossi. Altro motivo di osservazione “positiva” è l'abbinamento a ogni punto nascita delle unità di terapia intensiva neonatale”.
“Ciò che non è fisiologico – ha detto il Presidente - è invece la spesa farmaceutica (per altro anche la Corte dei Conti lo ha rilevato lo scorso anno e lo sta rilevando anche quest’anno) e la modalità di prescrizione della spesa farmaceutica. L’analisi dei dati ricavati dal nostro sistema di informatizzazione della sanità , Edotto, ci consente di arrivare ai nomi dei medici che prescrivono in modo eccessivo. Su questo siamo in grado però di intervenire subito. Io chiamerò i medici, della cui buona fede assoluta io sono certo, e con loro vorrei stabilire una strategia. Sono certo che loro saranno i principali collaboratori della sanità pugliese per ridurre la spesa farmaceutica. Abbiamo tre mesi per prendere provvedimenti”.
Emiliano ha poi sottolineato come “il decreto ministeriale 70 con cui il governo stabilisce la riorganizzazione dei sistemi sanitari regionali, e la cui filosofia noi condividiamo, è uno dei modi per continuare la risalita oggettiva della sanità pugliese che verrà confermata anche quest’anno. Così come verrà confermata anche dai bersagli di quest’anno del Sant’Anna (la Regione Puglia ha aderito, dallo scorso anno, al progetto sviluppato dal Laboratorio MeS "Il sistema di valutazione della performance dei sistemi sanitari regionali" della Scuola Sant’Anna di Pisa ndr) che presenteremo ufficialmente a settembre”.
Emiliano infine ha ringraziato il lavoro paziente svolto dalla commissione consiliare sanità , che si conferma “luogo di riflessione, di confronto e di approfondimento”. Il direttore del Dipartimento Giovanni Gorgoni, nel riassumerne le assi portanti (5 hub, 15 ospedali di primo livello, 13 ospedali di base), ha ribadito che “il piano di riordino pugliese non è stato mai bocciato, non c’è nessun documento che lo boccia. Al tavolo ministeriale Dm70 del 22giugno scorso è stato espresso parere positivo sul piano; stesso parere è stato espresso dal tavolo adempimenti di martedì 26 giugno scorso"
“Le peculiarità pugliese sono che molti ospedali di base sono rafforzati con altri reparti ma motivi di distribuzione geografica e capienza fisica non ci consentono di andare sullo schema netto del ministero ma fare delle configurazioni intermedie. Sulla criticità dei punti di primo intervento, Gorgoni ha ribadito che “la legge prevede che tutti i punti di primo intervento al di sotto dei 6mila accessi l'anno devono essere convertiti in postazioni di 118. Per quanto riguarda la Puglia, dei 30 punti di primo intervento, ben 24 sono al di sotto dei 6mila accessi all’anno. L’invito pressante dunque del Ministero è quello di convertirli in postazione di 118 quanto prima”.
Infine, Gorgoni ha confermato che c’è “spazio per accogliere emendamenti (ne sono stati presentati 153) dei consiglieri regionali in corso d’opera a condizione che non si modifichi lo schema 5/15/13 di cui parlavo prima e a condizione che non aumentino il numero dei reparti per ciascuna disciplina”.
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